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L'isola di Arran: la Scozia in miniatura

Creato il 25 settembre 2014 da Blackcat80
Quando io & Ginger Cat stavamo organizzando il nostro viaggio in Scozia nell'estate del 2011, il mio desiderio principale era quello di includere nell'itinerario almeno un'isola, perché non ne avevo ancora visitata nessuna - e questa cosa mi dava la stessa sensazione di aver fatto un lauto pasto senza però aver preso il dessert.
Io mi sarei messa a vagare per tutte le Ebridi, tutte le Orcadi e financo le Shetland, a costo di dover traghettare a nuoto da un'isola all'altra; ma quando Ginger se n'è uscita con l'idea piuttosto alternativa di andare in questa fantomatica e semi-sconosciuta Isola di Arran, la cosa mi ha immediatamente sconfinferato.
Principalmente perché i miei neuroni, quando sentono "idea alternativa", partono di default in quarta ben gasati, anche se poi magari si tratta di andare a vedere un documentario sul festival dei tamburi in Uganda; e poi perché l'estate del 2011 è stata piuttosto piovosa, quindi ho deciso di lasciare la traversata a nuoto del Mare del Nord per un altro momento più propizio.
Ma, naturalmente, l'Isola di Arran è stata un'idea alternativa decisamente più vicina ai miei gusti rispetto ai tamburi ugandesi.
E' stata una di quelle idee alternative che ti portano a scoprire delle piccole perle nascoste.
Forse sarà un'espressione un po' abusata, ma stavolta davvero non riesco a trovarne una più calzante.
Basti solo dire che i tre giorni che abbiamo trascorso sull'isola di Arran sono stati a detta di entrambe la parte migliore del nostro viaggio di quell'estate - e, voglio dire, stiamo parlando di un viaggio in Scozia, e quindi ricco di mete incantevoli e mozzafiato per definizione.
Si tratta di un posto che racchiude quel genere di paesaggio naturale che non solo trovo bellissimo ma che riesce a riempire il mio cuore di pace e serenità: spiagge ruvide e selvagge, boschi incantati, brughiere, scogliere a picco - una declinazione di bellezza che riesce sempre a farmi vibrare l'anima di emozioni forti ma al tempo stesso serene, come quando si torna a casa.
Quindi cin-cin ad Arran, alle idee alternative ed ai miei ritorni a casa fatti viaggiando.
Per essere alternativa come meta, comunque Arran è alternativa - tanto che praticamente nessuno la conosceva quando raccontavo delle mie imminenti vacanze o del viaggio appena fatto.
O magari c'era qualcuno che mi domandava se per caso non fosse in Irlanda...
E no, non lo è: quelle in Irlanda sono le Isole di Aran, mentre questa è ARRAN, con la doppia "R", ed è assolutamente in Scozia - per la precisione nel Fiordo di Clyde.
Quindi nemmeno poi così distante da quelle Ebridi che avevo considerato nel mio piano originale. Tra l'altro si somigliano anche parecchio, sia da un punto di vista geologico che culturale - però c'è una penisola che le separa, e questo fa sì non solo che Arran non venga considerata parte del loro arcipelago, ma anche che una mia eventuale tentazione residua di raggiungerle a nuoto decada immediatamente.
Tornando alle sue quasi-omonime irlandesi, comunque, c'è anche una certa differenza etimologica che le separa: una consonante raddoppiata a volte può creare diversità abissali, come quella tra una pena ed una penna (e io spesso uso la seconda per alleviare le prime), o tra un papa ed una pappa. Aran in gaelico significa "rene", che è diversissimo dalle renne ma che del resto è la forma che hanno (di rene, intendo, non di renne). Arran invece si suppone sia una forma linguistica derivata che sta per "luogo elevato" (e non per niente la collina di Goat Fell raggiunge l'onorevole quota di 800 mt - decisamente un'altura considerevole per gli standard scozzesi).
E, per quanto riguarda la sua forma, l'isola è stata invece soprannominata il Guerriero Dormiente - perché vista dalla costa ha effettivamente la forma di una figura umana addormentata. La qual cosa suona effettivamente più dignitosa di un rene.
Comunque, venendo agli aspetti pratici, l'isola è raggiungibile tramite ben due linee di traghetti della Caledonian MacBrayne: una da Ardrossan a Brodick, e l'altra (solo estiva) da Claonaig a Lochranza.
Noi abbiamo preso la prima.
Impiega 55' ed il traghetto è gigantesco.
Sembrava quasi una nave da crociera. Cioè, in realtà non lo so perché non sono mai stata su una nave da crociera (e nemmeno su un traghetto - da qui forse deriva il mio stupore); però aveva un ristorante, un bar, un negozio... e soprattutto una gran stabilità, non sembrava nemmeno di star navigando.

brodick

Ecco ciò che si vede appena sbarcati a Brodick: amore a prima vista! (sì, lo so, sono strana)

Abbiamo alloggiato sempre a Brodick, alla Dunvegan Guest House: un grazioso posticino che dà sul mare a pochi minuti a piedi dal porticciolo.
Di questo posto mi ricordo in particolare le colazioni squisite ed abbondanti, servite in una bella veranda vista mare.
brodick

Ma la primissima cosa che ho fatto non appena sono giunta in quel di Brodick è stata... assaggiare l'haggis!!
Non era la mia prima volta in Scozia, eppure fino a quel momento non avevo ancora avuto il coraggio di azzardare questo passo.
So che in molti storcono il naso (eufemismo) alla sola idea di farlo, ed inizialmente facevo anch'io parte di questo ampio gruppo: le budella di pecora in effetti non sono propriamente fra i cibi che suonano come più appetitosi, di primo acchito; eppure esiste anche un piccolo ma accesissimo partito che le decanta come autentiche delizie culinarie...
E quindi mi ero detta - vuoi mica vedere che l'haggis è uno dei piatti più ingiustamente bistrattati della storia dell'umanità?
Mi sono dibattuta piuttosto a lungo nel dilemma interiore "Haggis o non haggis"...
E alla fine mi son buttata.
Proprio qui a Brodick.
L'ho preso servito come ripieno di una jacket potato, accompagnato da un po' di insalata di coleslaw.
...Il responso??
Sì, l'haggis è uno dei cibi più ingiustamente bistrattati della storia dell'umanità.
L'apparenza è quella di una sorta di ragù di carne senza sugo, ma il sapore è nettamente più intenso e selvatico - ricorda vagamente quello della selvaggina, se proprio vogliamo trovargli un termine di paragone.
Ma io non glielo troverei.
L'haggis è l'haggis, ed è una di quelle cose più uniche che rare.
haggis

Bene, ora con lo stomaco ben rifocillato di interiora di pecora, possiamo cominciare ad esplorare l'isola.
Fare qualche bella escursione è il mio suggerimento per riuscire a godersela al meglio ed entrare in contatto più a fondo con la sua natura selvaggia ed incantevole.
All'ufficio Informazioni Turistiche, molto efficiente e ben documentato come tutti gli uffici di informazioni turistiche del Regno Unito, vi racconteranno tutto quello che vorrete sapere sui sentieri, su come raggiungerli e sul loro grado di difficoltà.

thistle

Ovviamente c'è anche qui - del resto è o non è il simbolo della Scozia?

Non posso che consigliare quello che si inerpica sul Goat Fell, perché, una volta che raggiungerete la cima, la ricompensa alla scarpinata sarà di godere di una vista veramente mozzafiato su tutta l'isola.
E ovviamente non intendo solo "mozzafiato" per la salita su cui vi siete appena arrampicati.
Naturalmente fermo restando che riusciate ad incontrare una giornata di bel tempo e cielo limpido. La vista delle nebbie ha sicuramente anche la sua bella dose di fascino mistico, ma in tal caso potete anche sentirvi liberi di scegliere un sentiero più pianeggiante.
Quindi, se, come è successo a me e a Ginger, vi dovesse capitare di trovare solo pioggia durante la vostra permanenza (non è sfortuna, è solo che siete in Scozia), comunque non dovete preoccuparvi: l'ente del turismo scozzese è molto efficiente ed ha pensato anche a questo.
C'è un servizio di tour guidati tramite autobus che effettua il giro completo dell'isola, mentre il conducente racconta storia e curiosità del piccolo mondo di Arran - ed effettua anche un paio di soste strategiche in una distilleria ed in una fabbrica artigianale di formaggio cheddar.
isle of arran

In realtà credo che questo tour sia consigliabile a prescindere dal brutto tempo: direi che è decisamente un buon modo per riuscire ad effettuare una visita completa e (più) veloce dell'isola, per poi scegliere i punti che si vogliono approfondire ed esplorare in autonomia per conto proprio.
lochranza

Mentre si vagabonda per l'isola, qualunque sia il mezzo scelto, ci si rende anche conto del perché sia stata denominata "Scozia in miniatura".
L'appellativo se l'è guadagnato grazie alla sua conformazione geologica, dal momento che è suddivisa in Highlands e Lowlands esattamente come lo è, più in grande, l'intera nazione scozzese.
Ed è decisamente impressionante notare quanto il paesaggio cambi fra il sud ed il nord dell'isola: quest'ultimo è irto, roccioso ed acuminato; mentre la parte meridionale è piatta, ricoperta di brughiera e verde.

holy isle

Questa è l'Isola Sacra che si trova di fronte ad Arran: oggigiorno vi risiede una comunità buddhista, ma è considerata un luogo mistico fin dall'antichità.

Sull'isola forse non ci saranno moltissimi esseri umani, ma in compenso si possono incontrare un certo numero di simpatici animaletti.
Purtroppo non mi è capitato di vedere nessun altro gatto... ma naturalmente c'erano moltissime pecore.
sheeps arran

E una delle scoperte più sorprendenti è stata quella di avvistare, un giorno, un'intera colonia di foche beatamente sdraiata in pieno relax in una spiaggetta nascosta.
seals arran

Brodick ha anche un piccolo e grazioso castello, sede dei Duchi di Hamilton.
brodick castle

La visita è interessante sia all'interno che all'esterno: la collezione di mobili d'epoca, porcellane ed altri oggetti è ricca, e il parco botanico che lo circonda è curato e piacevole.
brodick castle

brodick castle

Ho un debole per le ortensie blu - che sono piuttosto difficili da vedere da noi in Italia: di solito qui diventano rosa

E proprio nel parco c'era questa strana e misteriosa roccia...
Chissà se c'è qualche leggenda legata ad essa...
Se non ci fosse, secondo me, bisognerebbe inventarla :)
brodick castle


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