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L’Italia accelera sul nucleare. Il decreto correttivo all’esame del Cdm

Creato il 18 febbraio 2011 da Lorenzo_gigliotto

Oggi il consiglio dei ministri esaminerà il decreto correttivo sul nucleare, modificato alla luce della sentenza della Corte Costituzionale di un paio di settimane fa. La Consulta ha stabilito che  le Regioni debbano dare sulla costruzione delle nuove centrali un parere obbligatorio, anche se non vincolante, entro 90 giorni dalla richiesta.

Non si tratta, tuttavia, dell’unica novità del provvedimento, che dovrà essere adottato entro il prossimo 23 marzo: obiettivo principale è quello di semplificare le procedure quanto più possibile. Ad esempio, per quanto riguarda lo schema di parametri per l’individuazione delle aree idonee:il testo attuale prevede che il documento contenente i criteri da adottare debba essere sottoposto a ben due consultazioni pubbliche a distanza di poco tempo, mentre il decreto correttivo punta a istituire un’unica consultazione.
Tempi più stretti sono previsti anche per la strategia programmatica del Governo in materia di nucleare, che deve essere predisposta entro tre mesi dall’entrata in vigore del decreto, così come saranno stabiliti dei termini anche per l’autorizzazione del deposito nazionale che gestirà il materiale radioattivo delle centrali.

L’intento è quello di velocizzare il ritorno all’atomo, a partire proprio dalla parte “burocratica”, nel nostro Paese tradizionalmente lenta e macchinosa. Il Governo, dunque, è più che mai determinato nel puntare sul nucleare, nonostante le resistenze di chi lo definisce una fonte energetica costosa e pericolosa per la salute. Una politica perfettamente in linea con quella di altri paesi europei: è di questi giorni la notizia che la Spagna di Zapatero ha deciso di prolungare di 40 anni la vita dei propri impianti nucleari (http://www.nuclearnews.it/news-2536/le-centrali-spagnole-potranno-durare-pi-di-40-anni/), con un provvedimento che è stato quasi un plebiscito (334 i favorevoli e 10 contrari alla Camera, dopo il parere già favorevole del Senato).Una decisione simile era stata presa dal governo tedesco a settembre:la scelta della Merkel, fortemente criticata dagli ambientalisti, è stata la dimostrazione di come si possa realizzare perfettamente un mix energetico basato su nucleare e rinnovabili, settore in cui la Germania vanta la leadership europea.

Non è detto che l’Italia non possa seguire una strada simile.



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