Magazine Diario personale

L’Italia dei quaquaraquà.

Da Arthur

Ma che Italia è mai questa?

Un’Italia che alla prima occasione non sa fare altro che inneggiare al sopruso e all’odio razziale. Parlo dei vari social network, dove non c’è di meglio per commentare una notizia che l’insulto, una stupida pretesa per ergersi a paladino di un non meglio precisato moralismo da quattro soldi che trova spazio nell’ignoranza e nella dabbenaggine.

E allora, se un militare stupra per strada una ragazzina di 15 anni la colpa è della giovane che con le sue movenze provocatorie se l’è cercata; se una modella, bella, molto bella, posta in rete le sue immagini senza trucco e con evidenti brufoli sul viso, ottiene 100.000 commenti di gente che l’insultano dicendo che fa schifo, come se la bellezza fosse un dogma che non ammette repliche.

Potrei continuare all’infinito, visto che le pagine dei giornali traboccano di casi come questi, e allora mi domando e dico, forse che l’Italia è diventata la Patria dell’opinionista nulla facente che durante la giornata spulcia impietosamente i social network per potersela prendere, sempre nell’anonimato ovviamente, con qualcuno?

E sì, perché a quanto pare di tempo a disposizione ne hanno parecchio. Usarlo in un modo migliore?

No, mannaggia, no, che soddisfazione sarebbe mai!

” Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre “

Il giorno della civetta – Leonardo Sciascia



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