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L'Italia dei talk

Creato il 01 luglio 2015 da Funicelli
Il canovaccio dei talk è presto fatto, che si parli di immigrazione, crisi economica, lavoro, terrorismo.
C'è l'ospite governativo col compito di difendere l'esecutivo di turno spiegando come si sia fatto tutto il possibile non come quelli di prima che hanno fatto crescere il problema.
C'è l'ospite esterno alla politica, un banchiere, un imprenditore, un sindacalista da talk, il giornalista esperto nell'argomento del giorno, un economista con un libro da piazzare, un professore universitario (con Monti sono tornati di moda), che da la sua visione che deve essere originale a tutti i costi e che da addosso a tutti, maggioranza e opposizione.
Poi l'opposizione che, per definizione, è sempre critica.
Il tutto condito da urla, persone che si sovrappongono nel parlare, battutine, frecciate.
Certo, ci sono delle eccezioni: l'antropologa Signorelli, la costituzionalista  Carlassare, Landini (che se imparasse ad essere meno irruente darebbe meno fastidio ..), il giornalista Dragoni.
Tutto questo per dire che, se il mondo è in crisi (papa Bergoglio ha giustamente parlato di "terza guerra mondiale a pezzi"), nei talk è sempre un diluvio di soluzioni già pronte per i nostri problemi.
Prendete inonda, su LA7: prima puntata, ospiti l'esponente PD Chaouki, chiaramente di origini nordafricane, ma italiano come Salvini.
Si parlava di immigrazione, queste le perle 

Salvini a Chaouki: «Toglietegli l'alcol che c'è il Ramadan»

Feltri interruptus: «Mi rompo le balle a venire qui e non mi fate rispondere»
Feltri vs conduttrice: “Qui vengo gratis, mi rompo le balle e non mi fate parlare”.

Con la stessa profondità di pensiero potrebbero disquisire del debito italiano, del ritorno alla lira, dell'Isis, della crisi greca.

Effetto del livellamento verso il basso della politica italiana, che non è più l'espressione del meglio del paese, ma dell'italiano medio basso.
E, dunque, i talk a quell'italiano parlano (sempre con le dovute eccezioni).

Di trovare una soluzione vera ad un problema, di riuscire a dire chi ha torto o ragione, nemmeno a parlarne.

Escono tutti vincitori, dai talk. 

Gli immigrati e i profughi? Cacciamo i clandestini.

L'isis? Andiamo in guerra.
I barconi? Bombardiamoli.
La crisi greca? Colpa loro, vivono al di sopra dei propri mezzi. 
Effetto valanga? Ma scherziamo, noi abbiamo fatto le riforme.
Cercare di articolare un ragionamento, di spiegare come le cose siano più complesse (l'Isis non ha un esercito vero, è un marchio come Al Qaeda, per bloccare i profughi dovremmo fermare le guerre, che l'ingerenza tedesca nella trattativa con la Grecia non ha giustificazioni) è inutile ...

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