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L’Italia dietro la porta di Arcore (di Stefano Balassone)

Creato il 14 maggio 2013 da Tafanus

Ricevo da Stefano Balassone, e pubblico volentieri:

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Protagonista della serata è stata la villona di Berlusconi Quella dell'altro ieri sera su Canale 5 (“La guerra dei vent’anni”) è stata una arringa difensiva ispirata a Il processo di Frine, nella interpretazione di Vittorio De Sica che fa assolvere la colpevolissima Gina Lollobrigida perché le tentazioni che essa provoca sono, per la giuria popolare e la stessa corte togata, parte della propria più autentica natura. Pertanto: colpevole lei, colpevoli tutti! E dunque, che vada libera!

A questo fine retorico, il pezzo forte della serata non era Ruby, con i racconti della sua genuina virtù (improbabili a giudicare dalle foto che contemporaneamente grandinavano in rete) e neppure Ilda Boccassini, con la sua pervicace puntigliosità colpevolista. E neppure Berlusconi, a cui piace l’amore contabilizzabile. No, la diva assoluta era la villona di Arcore, il luogo mistico, ma anche il luogo del delitto, esposta alle telecamere con il suo arredo da ospizio per anziani benestanti. Lì c’è stata la più forte riproposizione della identità fra Berlusconi e il “popolo vero”. Lui più ricco, certamente, ma non diverso, perché si circonda delle stesse tentazioni puttaniere e si adagia in divanoni da fiera del mobile, quelli che il popolo sovrano compra a rate e lui, più grandi ma identici, in contanti.

A questa ostensione della Casa, cioè della Sua Vera Anima (tant’è che non vuole, come tanti, pagarci l’IMU, perché non si pagano le tasse sull’anima) hanno assistito 1,5 milioni di spettatori medi (vuol dire che a vedersene qualche quota si sono avvicendate 7,5 milioni di persone singole), cifre non molto diverse da quelle ottenute da Re Artù (film) la settimana precedente alla stessa ora. Ma, a differenza che nella Camelot di re Artù, nella villa di Arcore è entrata una quota più cospicua di spettatori con la licenza elementare (dunque anziani e, in genere, non benestanti). E una mano in più ad accumulare l’audience, l’ha data, come è usuale per Mediaset, il Sud con le isole. Ma il plus determinante è venuto dalle donne su tutta la Penisola (che l’occasione di prendere idee per arredare casa propria non se la sono fatta sfuggire), nonché dal segmento degli “Anziani da Osteria”, così etichettati dai sociologi del marketing, che per l’occasione hanno trascurato l’usuale predilezione per Rete4 e Raiuno e sono corsi su Canale5 a dare man forte ad uno non meno anziano, ma ugualmente tenace nel cercarsi qualche distrazione davanti a un bicchiere, e ad altro che, beato Lui, si può permettere.

Stefano Balassone


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