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L’ITALIA è UN PAESE DI PRESCRITTI. ALL’ANNO MIGLIAIA DI PROCESSI VANNO AL MACERO GIà ADESSO, E CON L’ARRIVO DELLA PRESCRIZIONE , CHE VUOLE BERLUSCONI, SAREBBE ANCORA PEGGIO.

Creato il 12 luglio 2011 da Madyur

L’Italia è un paese di prescritti: alcuni innocenti , alcuni colpevoli. Persone accusate di reati anche gravissimi , talvolta condannate in primo grado e persino in appello. Ma il tempo previsto per giudicarle è scaduto prima che si arrivasse al verdetto definitivo : il processo buttato via. Una pacchia per i criminali , un supplizio per gli onesti.

tribunali

Negli ultimi dieci anni sono stati cancellati per questo motivo due milioni di procedimenti penali: solo nel 2009 sono stati quasi 150 mila , mentre nel 2010 la stima è di 170 mila con un numero alto di indagati che resteranno con la fedina penale immacolata e l’ombra di quei reati che non verrà spazzata via mai.

Sono prescritti il vostro premier e qualche parlamentare. Ma anche il medico che vi opera , perché l’accusa di aver ucciso un paziente durante un intervento è una di quelle che scadono prima. O può esserlo il direttore dello stesso ospedale che ha preso tangenti per comprare materiali scadenti. Ogni giorno vanno in cenere 400 processi, ogni mese 12500 finiscono nel nulla.

Prima che il processo breve diventi esecutivo , avviene la prescrizione già in quest’anno giudiziario. E anche senza la legge avverrà sempre di più: nel 2011 si pensa di sforare i 200 mila prescrizioni. L’accumulo aumenta ogni settimana , la montagna di fascicoli non smaltiti cresce e ingolfa tutta la giustizia : sono nel penale sono già 3 milioni e 200 mila , in cui lo scorso anno se sono aggiunti 34 mila. Se i giudici prendono in mano le arretrate , non ce la fanno a stare dietro ai nuovi processi.

I tempi delle giustizie crescono sempre di più , diventando surreali. In Cassazione si è passati dai 239 giorni del 2006 ai 266 del 2008, in tribunale da 261 giorni giorni a 288, in procura da 458 a 475 giorni. Anni e anni prima del verdetto : a volte passano 9 mesi prima che il fascicolo passi dal tribunale alla Corte d’appello. A Roma e nel Lazio quasi tutti i casi di abusivismo edilizio si spegneranno senza condanna , rafforzando nel cittadino l’idea dell’impunità. In Sicilia saranno graziati i colletti bianchi che hanno aiutato i mafiosi a nascondere i tesori. Inoltre i corrotti della pubblica amministrazione riusciranno a farla franca.

Per salvare il salvabile in Tribunale si cerca di fare di tutto. Si mettono bollini rossi ai processi in pericolo di prescrizione , quelli blu sui casi gravi ma non letali , verdi sui casi meno preoccupanti. Per questo nei Tribunali si ricorre ad una giustizia creativa contro il deserto di risorse. Vengono arruolati cassaintegrati e stagisti universitari, ma si ricorre persino al volontariato con pensionati e studenti liceali.

Oggi i reati muoiono soprattutto in corte d’appello. I procedimenti arrivano ormai in prognosi riservata e dopo qualche udienza decadono. Perché il tempo medio di un giudizio d’appello è diventato esorbitante: 710 giorni. Se uno dei giudici cambia, tutto il processo ricomincia da capo. Uno tsunami che annega ogni speranza di produttività : a Milano nel 2010 l’accumulo è cresciuto del 45% , con il risultato di aumentare le prescrizioni , seppellendo 831 processi in un anno. La causa è semplice : l’appello doveva essere un’eccezione , non la regola.

Quando nel 1989 venne lanciata la grande Riforma che porta il nome di Gian Domenico Pisapia , si prevedeva che in primo grado al massimo un ventesimo dei casi si trasformasse in dibattimento. Tutto il resto si sarebbe deciso nei riti alternativi : abbreviato o patteggiamento, con sconti di pena per gli imputati e tempi minimi. Invece processi veri e appelli si sono moltiplicati. A Torino il tiro alternativo riguarda la metà dei casi giudicati in collegio , a MIlano si scende ad un quarto, al Sud molto meno. La speranza della prescrizione spinge gli imputati a osare qualche ricorso.

Si stima che ci siano due milioni di cause legate a problemi legati al condominio , che vengono punite in sede penale al ,massimo con una multa di 50 euro, ma che scivolano fino alla cassazione. Il Pm che stava indagando , a Roma, sulla Finemeccanica ha dovuto perdere ore per una denuncia contro un amministratore di condominio che non ha impedito ai piccioni di non defecare su una terrazza: l’ha archiviata , scrivendo una sentenza motivata , ma la sua decisione è stata appellata e si è dovuto dedicare all’udienza davanti al giudice.

Uno studio Commissionato da Eurispes dalla Camera Penale di Roma nel 2007 evidenzia il lassismo nella gestione delle udienze : durano in media da 12 a 32 minuti; il 70% si chiude con un rinvio a 140 giorni dopo. Si apre, si fa qualche eccezione procedurale e se ne riparlerà tra cinque mesi.

Su chi abbia ucciso la Giustizia nessuno ha dubbi : la legge Cirielli. Una di quelle leggi ad personam del Premier che viene abusata dai colletti bianchi. La Cirielli infatti amputa la prescrizione per molti reati tipici di professionisti , olitici o pubblici amministratori: la corruzione svanisce dopo sei anni mentre prime era a 10. L’effetto è stato immediato : subito da mille condanne l’anno si è passato a solo 130. Stessa dissoluzione per l’abuso d’ufficio , il reato di sindaci , ministri e pubblici dipendenti che violano le procedure , magari per favorire amici e parenti: da 1305 verdetti si è crollati a 45. Esempio: Se si dimostrasse che Scajola avesse avuto la casa al Colosseo mediante corruzione nel 2002 ( che lui nega è non gli è stata contestata) il caso sarebbe già fuori massimo.

Il secondo problema della giustizia sono i tagli al personale non togato: cancellieri, segretari, funzionari, commessi. Non ci sono concorsi dal 1995, quelli in servizio hanno più di cinquant’anni e non possono fare straordinari. Questo vuol dire che se un giudice vorrebbe fare più udienze , non può farlo a causa degli extra non pagati al cancelliere.

Infine il terzo problema: l’aumento delle denunce penali. Forse perché la giustizia civile funziona peggio, forse perché ci sono troppi avvocati, forse perché abbiamo sempre più criminali. E forse si creano più reati , che poi vengono aboliti durante il corso. Esempio l’immigrazione clandestina : apertura di fascicoli poi smaltiti a causa della bocciatura europea. Ma ha fatto sprecare tempo ai vari uomini della giustizia.

L’ITALIA è UN PAESE DI PRESCRITTI. ALL’ANNO MIGLIAIA DI PROCESSI VANNO AL MACERO GIà ADESSO, E CON L’ARRIVO DELLA PRESCRIZIONE , CHE VUOLE BERLUSCONI, SAREBBE ANCORA PEGGIO.

La lentezza della giustizia meraviglia nell’Italia Nord-occidentale. Ci sono montagne di fascicoli accumulati che attendono solo il passaggio alla prescrizione. Nei tribunali sembra di essere ancora il Medioevo. Manca tutto e spesso si ricorre a sponsor : si chiede fondi e computer a enti, banche e associazioni. E con sorpresa molti magistrati preferiscono la Sicilia al Friuli Venezia-Giulia. A Venezia un terzo delle stanze sono vuote i fascicoli si accatastano : in tutto il Veneto si contano 83 mila pratiche abbandonate in una discarica dove marciscono 3 mila processi all’anno.

La soluzione c’è. Un comitato d’indagine della Commissione parlamentare Giustizia , da due anni, ascolta i protagonisti della “giustizia”. Bernardo Petralia, consigliere del Csm, fece un calcolo : mancano 215 Pm e 160 mila fascicoli senza un padrone. In Italia i posti scoperti sono 1115 pari all’11%, ma i concorsi non riescono a selezionare candidati all’altezza. Il sistema universitario italiano riesce a produrre non più di 250 magistrati bravi l’anno. Inoltre c’è la questione delle sedi minori: uno spreco. Se ne potrebbero chiudere 80, da Montepulciano a Pinerolo , e riutilizzare gli organici per migliorare la produttività di quelli maggiori. E si invocano regole per sfruttare al massimo l’informatica : a partire dalle notifiche via mail. Le sperimentazioni hanno dato esiti miracolosi , con tempi ridotti del 75%. Infine , abbattere il numero di nuove cause , depenalizzando reati o filtrando quelli orami ridicoli , come lite per cani o musica di alto volume : si sta cercando di farlo con la prassi della conciliazione, appena entrata in vigore , ma servono interventi più ampi.

Il processo breve introdurrà tempi ancora più stretti , che in queste condizioni sarà solo il colpo di grazia a un paziente agonizzante. In pochi anni saranno seppelliti metà dei processi in corso: un’amnistia mascherata. Un esempio è le mazzette intascate durante il processo dell’Irpinia terremotata : il processo è finito al macero , 30 anni dopo il sisma. Nessun colpevole , nessun innocente : tutti prescritti.


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