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L’Italia fuori dalla recessione, ma serve un cauto ottimismo

Creato il 26 luglio 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

ripresaUno scenario economico ancora difficle quello del nostro paese, ma in ripresa, è quanto emerge dal rapporto di previsione Afo 2015-17 dell'Abi, che prefigura un avvicinamento della nostra performance economica verso quella media dell'area euro.

A quanto pare si è avviato finalmente il lento processo di uscita dalla recessione, nel biennio 2016-17 infatti, un insieme di condizioni favorevoli quali ad esempio le esportazioni e la domanda interna dovrebbero portarci ad uno sviluppo stabile dell’1,6% annuo.

Anche la Confcommercio qualche settimana fa aveva confermato questo trend positivo stimando una crescita dell'1,25% del Pil e dello 0,95% dei consumi. Secondo il rapporto dell’Abi, i consumi dovrebbero beneficiare in particolare della risalita del reddito disponibile reale grazie ad una buona ripresa dell’occupazione e al consolidamento della fiducia delle famiglie e anche gli investimenti sembrano aver mostrato segni di risveglio.

Ma attenzione, fa sapere sempre Ufficio Studi Confcommercio, secondo gli attuali stati di crescita, occorreranno quindici anni perché si possa tornare al pil procapite del 2007, che dovrebbe essere raggiunto dunque nel 2027, mentre per quello pre-crisi bisognerà aspettare fino al 2030.

Da un sondaggio realizzato dal centro studi di Unimpresa tra le 122mila associate è emerso che quattro piccole e medie imprese su cinque ritengono che la ripresa dell'economia italiana sia fragile. Per l'81% delle micro, piccole e medie imprese del Paese anche il 2015 resterà un anno poco positivo. Tra i fattori che impediscono una ripresa effettiva ci sono ancora problemi con le banche per la concessione di credito, ancora ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione.

Secondo il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi "La ripresa è fragile, nonostante alcuni segnali positivi. Servirebbe una cura choc per la nostra economia" e aggiunge che “Le recenti misure approvate in campo economico, come quella sulle perdite fiscali delle banche, dovrebbero avere effetti postivi, ma non sono inserite in un piano ampio e complessivo di politica economica, che possa mettere l'economia italiana in un sentiero positivo e stabile di ripresa economica"

Alessia Gervasi


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