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L’Italia sa prendere solo schiaffi. Ripudia la guerra, e le busca anche dai paesi del terzo mondo

Creato il 01 marzo 2012 da Iljester

L’Italia sa prendere solo schiaffi. Ripudia la guerra, e le busca anche dai paesi del terzo mondo

L’art. 11 della nostra costituzione recita: «L’Italia ripudia la guerra… come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Più che giusto. Ma cosa significa esattamente ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? Il significato potrebbe essere ambivalente: a) l’Italia non vuole risolvere le controversie internazionali con le armi, costi quel che costi; b) l’Italia vuole semplicemente dire che — là dove è possibile — è meglio risolverle pacificamente. Altrimenti…

Ebbene, grazie ai sinistri, alla loro stucchevole filosofia pacifinta, e alla loro tendenza a calarsi le braghe dinanzi a chi fa la voce grossa (ma davvero grossa), pare ormai dominante il primo significato. La conseguenza logica è un’Italia che, nei rapporti internazionali, si trova sempre punto e a capo: con la voce stridula di Pollicino davanti al gigante, o meglio davanti a colui che fa finta di essere un gigante perché ha meno problemi di noi a fare l’arrogante, quando ci sono di mezzo i suoi interessi nazionali. Che poi questo paese si chiami USA, Francia, Germania, Brasile o persino India, poco male. L’importante è che l’Italia ripudi la guerra, e con essa anche la tutela dei suoi interessi, perché non esistono strumenti effettivamente coercitivi a livello internazionale per imporre un certo comportamento agli Stati.

Guardiamo alla tragedia dei nostri Marò. In questi giorni pare essere passata in secondo piano, ma è chiaro che la situazione si sta facendo piuttosto drammatica per loro. Il rischio è che si vada a finire con la condanna (a morte?) in un contesto giuridico poco trasparente che non tutela affatto i diritti fondamentali delle persone, e peggio viola in pieno il diritto internazionale che stabilisce la giurisdizione italiana sulle navi che battono bandiera italiana in acque internazionali. Una violazione smaccata che avrebbe meritato ben altra reazione del nostro governo.

E invece… Invece la politica estera italiana e la sua capacità di persuasione fanno ridere i polli. Non siamo riusciti a riprenderci Battisti dal Brasile per scaraventarlo in qualche cella buia e fredda, come meriterebbe ormai da anni. E ora — peggio — non siamo riusciti a riprenderci i due nostri militari, che hanno fatto solo il loro dovere: proteggere gli interessi italiani nel mondo. Mi chiedo: che razza di nazione siamo? A che serve la nostra politica estera se poi ha la stessa efficacia di una bastonata con una piuma d’oca sul dorso di un elefante?

La risposta è sempre la solita. Al di là di tutto, al di là di quello che possiamo dire e fare, siamo un paese moscio. Non lo abbiamo duro, e dunque qualsiasi altro paese (anche il più arretrato e povero) si sente autorizzato a metterci i piedi in testa, perché tanto l’Italia ripudia la guerra e tanto l’Italia bada solo ai suoi lauti contratti economici. Chi se ne fotte dei due marò? Chi se ne fotte di un criminale come Battisti, se poi la contropartita è la salvaguardia di qualche contratto milionario?

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Ecco! Come italiani siamo solo capaci di venderci a chiunque sappia stabilire il giusto prezzo (che in verità è anche piuttosto basso) o sia tanto sfrontato da minacciarci, seppur velatamente, con la sua arrogante pretesa di avere ragione a prescindere dalle norme e dagli usi internazionali. E quell’articolo 11 Cost. è il nostro tallone d’Achille. Attraverso esso non abbiamo mai realmente dato alla nostra difesa la giusta importanza che merita, e attraverso esso non abbiamo mai potuto — complice un sistema di governo tra i peggiori del mondo (se non proprio il peggiore) — tutelare davvero i nostri interessi nel mondo. Aggiungiamoci il fatto che in Italia dal dopoguerra a oggi è stato demolito sistematicamente l’orgoglio patrio, troppo spesso (e strategicamente) confuso con l’orgoglio fascista (come se difendere la propria identità culturale e gli interessi della propria nazione sia espressione dell’ideologia fascista!), e il gioco è fatto: come italiani e come nazione italiana non valiamo un fico secco. Siamo solo delle comparse in uno spettacolo gestito, diretto e scritto da altri.

di Martino © 2012 Il Jester 


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