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“L’OCCHIO CINEFILO”: recensione film “anime nere” di francesco Munzi dal 18 settmbre 2014 al cinema;

Creato il 15 settembre 2014 da Dan76

“l’occhio cinefilo”: recensione di “ANIME NERE” di Francesco Munzi

Dal 18 settembre 2014 al cinema;

Terzo lungometraggio per l regista e sceneggiatore Francesco Munzi dopo “SAIMIR” e “IL RESTO DELLA NOTTE”.  “ANIME NERE” è tratto dal romanzo omonimo del 2008 di Gioacchino Criaco ed è appena stato presentato alla 71° edizione del festival del cinema di Venezia ottenendo una buona accoglienza di critica; è la storia di leo(Giuseppe Fumo) un ventenne nato e cresciuto in un paesino dell’Aspromonte in Calabria in una famiglia malavitosa; Leo ha tre modelli di riferimento che gli girano intorno: il padre Luciano (Fabrizio Ferracane) che fa e vorrebbe fare solo il contadino e allontanarsi dalla ‘ndrangheta; suo fratello Luigi (Marco Leonardi) malavitoso vero che esercita su leo una grande fascinazione; e l’altro fratello Rocco (Peppino Mazzotta) che si è trasferito a Milano con la moglie Valeria (Barbora Bobulova) e che fa l’imprenditore con i soldi sporchi però della ‘ndrangheta. Il padre Luciano fa di tutto per insegnare a Leo un modello di vita, uno stile di vita diverso da quello di cui è circondato, ma Leo rimane lo stesso coinvolto nel conflitto tra clan rivali  fino a dover poi prendere una decisione definitiva e  drammatica. Un film che ha una forte connotazione di “realismo” come è di successo in questo momento; parlato in calabrese che ne accentua la veridicità e la pesantezza dell’argomento vive di una atmosfera cupa, oscura, nera ed è una terribile discesa all’inferno di tutti i protagonisti abbandonati al destino che hanno scelto ed in primis Leo combattuto tra il bene e il male è un personaggio attualissimo come se ne vedono nei telegiornali a cui si assiste. La regia di Munzi non concede nulla allo “Show”, all’esibizionismo dell’ambiente malavitoso ma è assolutamente rigorosa nella sua crudele descrizione del male, del marcio delle “ANIME NERE” del titolo; un film “FREDDO”, “SOSPESO” in un tempo non tempo do

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ve tutto va come deve andare; un film agghiacciante nella esposizione delle “ANIME NERE” senza riscatto né speranze. Il pathos arriva nel finale con l’epilogo sanguinario. Il film è gradevole nel suo stile asciutto e drammaturgia immediata di cui è pieno; un buon lavoro del regista e di tutto il cast capaci di ricreare un affondo potente nella narrazione dai dialoghi serrati e crudi. Forse un po’ troppo  rigoroso nella regia ancora un po’ vacante di uno stile  proprio che possa concedere un po’ più di ampiezza d’azione. E’ comunque un film bello che non manca di emozioni. Da consigliare il libro omonimo edito da RUBBETTINO EDITORE.

DANIELA MEROLA



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