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L’odioso processo d’identificazione

Creato il 07 febbraio 2011 da Italianiaparigi
L’odioso processo d’identificazione

Berlusconi assapora avidamente il Belpaese

Il portinaio (o meglio il “gardien” per dirla alla francese) del palazzo in cui si trova il mio ufficio é una persona molto saggia.
Originario del sud della Francia, questo arzillo sessantenne si é ritrovato a Parigi per via di tutta una serie di eventi e casi della vita ma ha mantenuto la parlantina e la vitalità tipica dei “meridionali”.
Mi fermo con piacere a discutere con lui quando vado a ritirare la posta e le sue opinioni e la sua maniera di esporle denotano una profondità culturale non indifferente.
Nei 10-15 minuti che trascorro quotidianamente nella sua stanzetta discutiamo di tutto: politica, sport, religione, attualità francese e italiana.
La sua opinione conta molto per me perché ho imparato a conoscerlo e so che si tratta di un uomo dotato di molta esperienza che crede in quello che dice.
Spesso mentre gli espongo una mia particolare riflessione o punto di vista, lui si ferma a fissare un punto nel vuoto per poi riemergere da quella sua pausa contemplativa con piccole perle di saggezza.
Il suo atteggiamento meditativo mi ricorda quello dei gatti che talvolta fissano un punto indefinito nello spazio dando l’impressione di vedere qualcosa che noi non vediamo…c’é chi sostiene che vedano spiriti o fantasmi!
In ogni caso non penso che il mio amico portinaio veda i fantasmi o che sia capace di comunicare con gli spiriti ma penso che le parole che pronuncia dopo qui brevi intervalli riflessivi hanno un maggiore peso.
Stamattina l’incontro con il concierge (altro termine francese per definire il portinaio) ha assunto un tono dolce-amaro poiché il loquace e arguto signore francese, appena riemerso da una breve trance introspettiva, mi ha chiesto “Est-ce que vous êtes tous comme Berlusconi en Italie?” (siete tutti come Berlusconi in Italia?).
Ho risposto che la maggior parte degli italiani é gente onesta e con buoni valori e che Berlusconi con il suo comportamento sta rovinando la reputazione degli italiani.

Tuttavia la sua domanda ingenua ma dalle chiare tinte provocatorie mi ha abbastanza destabilizzato e mi ha portato ad una lunga riflessione.
Sono arrivato alla conclusione di affermare che l’odioso processo d’identificazione “italiano = Berlusconi” si è oramai inesorabilmente compiuto e che agli occhi del mondo l’italiano medio si comporta come il nostro benemerito primo ministro.
In Italia, forse, non si ha ancora la percezione dei danni che questo personaggio sta causando all’immagine del nostro paese: molti italiani s’indignano e gridano allo scandalo chiedendo le dimissioni di Berlusconi che ha infangato con il suo atteggiamento il nome dell’Italia; tuttavia molti altri vivono le recenti vicende che hanno come protagonista l’uomo politico più rappresentativo del Belpaese come una mera vicenda di gossip.
Se da un lato buona parte degli italiani è schifata e delusa dal Rubygate che ha messo a nudo un viscido universo fatto di festini, bunga bunga e altre perversioni senili, dall’altro molti altri italiani sostengono che non bisogna violare la privacy del premier e che quest’ultimo a casa sua può fare quello che vuole.

Penso, invece, che lo sdegno degli italiani all’estero nei confronti di Berlusconi sia più compatto ed unanime.
Quando il mio portinaio mi ha chiesto se noi italiani fossimo tutti come Berlusconi, ho visto i miei sacrifici e la mia dignità d’italiano all’estero infrangersi nel sorriso stereotipato del premier.
Penso che per chi ha lasciato l’Italia e fatica duramente all’estero, essere paragonato a Berlusconi sia la peggiore offesa possibile….
La maggior parte degli italiani all’estero ha lasciato l’Italia di malavoglia: si tratta di italiani che hanno abbandonato lo Stivale (che pur amavano tanto) perché in quel sistema avvelenato da troppi anni di egemonia berlusconiana non c’era posto per loro.

Un tempo gli emigrati italiani in Francia venivamo dispregiativamente definiti “macaroni” (le doppie sono un optional per i francesi) con chiaro riferimento al cibo principale della loro alimentazione; le nuove generazioni di migranti italiani sembrano essere destinate all’epiteto “berlusconi” (con l’accento sulla i finale naturalmente) con chiaro riferimento agli intrallazzi, alla corruzione e alle feste sregolate.
Questo processo di assimilazione e d’identificazione di cui é vittima ogni italiano all’estero è uno smacco troppo pesante per chi paga già il prezzo di essere lontano dal suo Paese.
Le infelici sortite del premier durante i principali incontri internazionali, dal G8 alle riunioni europarlamentari a Bruxelles, sono state amplificate a livello internazionale gettando un velo di vergogna sull’Italia.
Se un tempo l’italiano veniva immaginato dagli stranieri come un latin-lover spensierato con la chitarra in mano, adesso il cliché dell’italiano é quello di un vecchio in età avanzata che ama circondarsi di giovani donne e che crede di poter comprare tutto grazie ai suoi soldi.

Quando Berlusconi uscirà dalla scena politica (succederà mai?!?), gli italiani dovranno fare i conti non soltanto con i danni materiali legati al suo malgoverno (dall’Aquila a Pompei) ma soprattutto con gli ingenti danni recati all’immagine del nostro paese.
Bisognerà trovare il modo di spiegare al mondo intero che l’Italia non é fatta soltanto di personaggi come Emilio Fede, Bruno Vespa, Augusto Minzolini, Lele Mora, Maurizio Belpietro e Berlusconi.
Bisognerà inventarsi un sistema per ridare dignità alle donne italiane e affermare con forza che oltre Ruby, Nadia Macrì, Iris Berardi, la Daddario, la Minetti e le gemelle de Vivo esiste una maggioranza femminile che non si lascia comprare.
Considerando che il prossimo primo ministro italiano difficilmente avrà lo stesso potere mediatico di quello attuale, l’impresa di risollevare l’immagine dell’Italia si presenta abbastanza ardua.
Lo scandalo legato alle notti di Arcore ha enfatizzato ulteriormente una situazione divenuta oramai insostenibile in cui il primo ministro italiano, nascondendosi dietro lodi e immunità di ogni sorta e sventolando spavaldamente un macroscopico conflitto d’interesse, sfida la dignità del popolo italiano.

L’odioso processo d’identificazione



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