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L’odore della pioggia d’estate.

Da Marcello Marinisi @marcemarinisi
L’odore della pioggia d’estate.

Una leggera brezza che porta con sé l'odore della pioggia e nella mente si risvegliano vecchi ricordi di fine estate. Lunghi momenti trascorsi sul balcone di una casa sulla spiaggia a guardare il tumulto del Tirreno, il ruggito delle onde che assaltano il bagnasciuga, il suono della risacca che sembra divorare la battigia, risucchiando i ciottoli fagocitati dalle onde. Cavalloni dalla bianca criniera che si infrangono al galoppo sfrenato contro gli scogli, sotto un cielo livido che tuona e si colora di folgori che brillano di riflessi violacei, mentre l'aria si riempie di umidità e la pioggia comincia a scrosciare tamburellando, picchiando freneticamente contro le persiane, con sempre maggiore insistenza, come un viandante che disperatamente nella notte cerca riparo.

Nei temporali estivi c'è qualcosa di sublime che rapisce il mio cuore, mi lascia attonito a osservare. Rimango rapito dalla maestosa potenza della natura che in un attimo stravolge e ridisegna se stessa, lasciando di sé il ricordo, in un ciclo perpetuo che muta tutto per non fare cambiare niente, o quasi.

Ogni temporale estivo lascia dietro sé qualcosa di diverso, cambia i luoghi e le persone. Niente resta più lo stesso quando la pioggia passa e se ne va. Bisogna tenersi forte e assaporare il momento, respirando l'odore dell'acqua, che è sempre lo stesso e sempre diverso.

L'odore della pioggia da queste parti è inconfondibile. L'aria si carica di quel profumo, e che sta per piovere lo capisci ancora prima che l'acqua si palesi in tutta la sua possanza.

Ho sentito quell'odore altrove, in giro per il mondo, ho potuto assaporare quel profumo che arriva un attimo prima che si scateni la tempesta. Ogni luogo ha il suo odore, ognuno speciale a modo suo; ma quello che si respira dalla mie parti è diverso. Quello che si respira dalle mie parti sa di casa. Sa di vita.

Ho sviluppato una certa passione per osservare la pioggia cadere: guardare le singole gocce - piccole come semi di sesamo o grandi come nocciole - che si infrangono sugli oggetti e una dopo l'altra scavano, logorano, erodono e lasciano il loro segno indelebile nel tempo. Eppure sembrano scivolare via leggere.

I temporali estivi sono qualcosa di speciale. Qualcosa che non mi stancherò mai di ammirare. Qualcosa che non mi stancherò mai di annusare.


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