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L’offseason degli Heat: si respira aria di playoff

Creato il 17 luglio 2015 da Basketcaffe @basketcaffe
Dwyane Wade - © 2015 twitter.com/miamiheat

Dwyane Wade – © 2015 twitter.com/miamiheat

I’m coming home“. Questa frase rimbomba ancora dalle parti di South Beach, nonostante sia già passato un anno. La ricostruzione del dopo LeBron non è mai semplice (chiedere ai Cavs che hanno dovuto aspettare il suo ritorno per risorgere), ma Pat Riley da esperto uomo di basket non ha perso tempo cercando di costruire da subito una squadra che possa tornare ai vertici (almeno ad EST). Se l’anno scorso ha fatto il massimo tentando di attutire lo scossone portato da King James, quest’anno ha programmato perfettamente tutta l’estate, compiendo un capolavoro al Draft e muovendosi al meglio nel mercato free agent. Analizziamo i punti chiave dell’ offseason e ciò che potrebbe riservare il futuro.

JUSTISE WINSLOW

Il primo tassello di Riley è stato al Draft di New York, nel quale con un po di fortuna è riuscito a portarsi a casa Justise Winslow. I motivi per cui il ragazzo sia sceso fino alla decima chiamata non sono del tutto chiari, veniva dato intorno alla 5a/6a scelta, con squadre come Detroit e Charlotte a cui avrebbe fatto molto comodo. Il risultato è che Miami si sfrega le mani e si gode il giovane uscito da Duke, già ad oggi considerato probabile steal of the draft. Guardia tiratrice, ma con un corpo già formato che gli permette di giocare senza problemi anche come ala piccola, fa dell’atletismo e della forza fisica il suo punto forte. In attacco sa rendersi pericoloso in svariati modi, eccellente nella difesa sulla palla. Nel suo anno da rookie partirà probabilmente dalla panchina alternandosi con Wade e, all’occorrenza, con Deng. Ottimo innesto che porterà freschezza e pericolosità offensiva nella second unit.

WADE&CO

Gli obiettivi di inizio free agency per gli Heat erano chiari: tenere a tutti i costi Dwayne Wade e Goran Dragic. Inoltre un’eventuale addio di “Flash” avrebbe messo in dubbio anche il futuro di Luol Deng. L’inglese aveva ancora un anno di contratto, ma la possibilità ad inizio mercato di svincolarsi. Pericolo dunque scampato, con la dirigenza in grado di rifirmare entrambi i free agent, a cifre però alquanto discutibili. Partendo da Dragic, arrivato a metà stagione dai Phoenix Suns, lo sloveno ha deciso di uscire dal suo ultimo anno di contratto ( 7 milioni e mezzo di dollari) per andare alla ricerca di un accordo più remunerativo. Il risultato è un prolungamento di 5 anni con gli Heat a 90 milioni di dollari complessivi.

Capitolo Wade: in questo caso il prolungamento era d’obbligo, perderlo avrebbe voluto dire ripercussioni sui giocatori, ma sopratutto sui tifosi, che dopo l’addio di LBJ difficilmente avrebbero accettato quello della propria bandiera. Come Dragic anche Wade è uscito dal suo ultimo anno che gli avrebbe fatto guadagnare circa 16 milioni per uno stipendio ancora più alto. I dubbi, che alla dirigenza saranno sicuramente saltati in testa, riguardavano un contratto così dispendioso per un veterano (33 anni) con delle ginocchia ormai in pessimo stato. Alle ragioni di testa sono prevalse però quelle di cuore, ecco quindi un anno di contratto a 20 milioni di dollari, aspettando l’anno prossimo il nuovo innalzamento del salary cap e un’estate 2016 tutta da vivere.

OFFICIAL: The Miami HEAT announced that they have re-signed Goran Dragic. More: http://t.co/GLbI8eIg87 pic.twitter.com/HBnCFZUI6Y

— Miami HEAT (@MiamiHEAT) July 9, 2015

MERCATO FREE AGENT

Sistemate le questioni interne, la dirigenza di Miami ha potuto guardare alla free agency con calma, valutando tutte le opportunità. Le possibilità di firmare una stella erano minime a causa del poco spazio salariale, l’unico a colloquio con Riley è stato LaMarcus Aldridge, quando però gli Spurs erano in vantaggio su tutti per accaparrarselo. Ecco allora che viene mantenuto il nucleo, inserendo a roster due elementi che potranno rivelarsi utili: Gerald Green e Amar’e Stoudemire. Per entrambi contratto annuale, 1.3 milioni per il primo e 1.5 per “STAT“. Cifre minime per due giocatori che daranno un buon contributo dalla panchina.

PROSPETTIVE

Con il ritorno a pieno regime di Chris Bosh si prospetta un quintetto base formato da Dragic, Wade, Deng, Bosh, Whiteside. Come detto prima il nucleo non cambia, la differenza la dovrà fare la panchina, sostanzialmente ciò che è mancato lo scorso anno. Il reparto lunghi vedrà il rientro di Josh McRoberts dall’infortunio e Chris Andersen come backup nel ruolo di centro, con Udonis Haslem e Stoudemire che tenteranno di guadagnarsi minuti preziosi. Il nuovo arrivato Green farà rifiatare Deng, mentre nel reparto piccoli Mario Chalmers e il promettentissimo Winslow saranno i principali punti di riferimento “from the bench“.

L’obiettivo ovviamente è quello di tornare ai playoff. Nella stagione appena trascorsa (37-45), con un quintetto praticamente identico ma senza una panchina all’altezza, gli Heat sono stati in grado di arrivare a due sole vittorie dall’ottavo posto. Nella debole Eastern Conference Miami potrà dire sicuramente la sua, giocandosela con chiunque. Solo Cleveland, Atlanta e Chicago sono superiori, ad oggi. Sbilanciandoci su un pronostico azzardiamo una lotta per il quarto posto con i giovani e futuribili Bucks. Per quanto riguarda poi gli eventuali playoff è chiaro che molto dipenderà dal piazzamento in classifica, con un ipotetico quarto posto le semifinali di conference non sono un’utopia, difficile andare oltre.

L’ottima offseason ha quindi rinforzato la squadra e portato una ventata di ottimismo per la stagione che verrà. I tifosi tornano a sorridere e a godersi il sole di South Beach in attesa dell’Opening Night. “I’m coming home“, forse inizia a rimbombare un po meno.

 

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