Ho notato una cosa curiosa osservando cani e gatti: anche se hanno grande confidenza con chi gli porge il cibo, danno sempre un'annusatina, come una specie di deformazione professionale. Certo che i cani, però, sono leggermente avvantaggiati rispetto agli umani: per esempio, hanno circa 20 volte più recettori olfattivi di quanti ne abbiamo noi. Ma anche con i roditori ci troviamo male: questi animali, infatti, hanno circa 1.300 geni dei recettori olfattivi, contro i 350 degli umani [Shepherd 2004].Nonostante questa serie di prove a nostro sfavore non dobbiamo abbatterci perchè un lavoro di qualche anno fa [Laska et al. 2000] mostra che a volte ce la caviamo meglio di altri animali definiti macrosmatici. Si guardi questa tabella tratta da Laska et al. 2000:
E' un confronto tra pipistrelli della frutta, conigli, cani, ratti, umani e scoiattoli scimmia. I magnifici quattro usati per le annusanti narici sono:
Acetato di n-amile, è un estere dal caratteristico odore di banana o mela, e deriva dall'acido acetico e dall' 1-pentanolo.1-pentanolo, tirato in ballo sopra, è un alcol, noto genericamente come alcol amilico. E' una sostanza dall'odore sgradevole.1,8-cineolo è uno dei nomi con cui è conosciuto l'eucaliptolo, un etere ciclico e un monoterpenoide che si estrae dalle foglie di Eucalipto. Ha un odore simile a quello della canfora.n-eptanale è un'aldeide dall'odore di frutti, usata in cosmetica.Nel grafico viene illustrata la soglia di rilevazione dell'odore sotto forma di concentrazione in fase di vapore, e gli umani non sono messi così male. La stessa cosa capita anche con gli acidi carbossilici, da C3 a C7:Gli acidi carbossilici sono questi:Insomma, se la scienza basandosi sulla comparazione delle aree olfattive nel cervello o calcolando l'area di epitelio olfattivo ha sottostimato la reale capacità olfattiva dell'uomo e degli altri primati, pure gli uomini ci hanno messo del loro relegando questo senso in secondo piano rispetto agli altri, più di quanto la selezione stessa abbia fatto, allontanandoci il naso dal suolo, accorciandoci il muso e facendoci privilegiare la vista su tutti gli altri sensi.
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Shepherd GM (2004) The Human Sense of Smell: Are We Better Than We Think? PLoS Biol 2(5): e146. doi:10.1371/journal.pbio.0020146
Laska M, Seibt A, Weber A (2000) “Microsmatic” primates revisited: Olfactory sensitivity in the squirrel monkey. Chem Senses 25: 47–53.
L. Rosemblum, Lo straordinario potere dei nostri sensi, Bollati Boringhieri 2011
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