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L'ombra del vento, frasi [Carlos Ruiz Zafón]

Creato il 04 marzo 2015 da Frufru @frufru_90

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L'ombra del vento, frasi [Carlos Ruiz Zafón]
Ci sono cose che si possono vedere solo al buio.
«Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.»
Mi balenò in mente il pensiero che dietro ogni copertina si celasse un universo da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della propria mediocrità.
Un giorno sentii dire a un cliente della libreria che poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccargli il cuore. L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale - non importa quanti altri libri leggeremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo - prima o poi faremo ritorno. 
«Per me la lettura era sempre stata un obbligo, una specie di obolo da versare a maestri e tutori. Ignoravo il piacere che può dare la parola scritta, il piacere di penetrare nei segreti dell'anima, di abbandonarsi all'immaginazione, alla bellezza e al mistero dell'invenzione letteraria. Tutte queste scoperte le devo a quel romanzo.»
Nei miei sogni di adolescente, lei e io saremmo sempre stati due amanti che fuggivano in sella a un libro, pronti a dileguarsi in un mondo immaginario fatto di illusioni di seconda mano.
La passione infantile è un'amante infedele e capricciosa, e ben presto nel mio cuore ci fu posto solo per le costruzioni e le barchette a molla. 
Se solo avessi riflettuto, avrei capito che quella dedizione assoluta era un'inesauribile fonte di pena; ma forse era proprio perché soffrivo tanto che la adoravo sempre di più, schiavo dell'eterna stupidaggine di stare dietro a chi ci fa del male.
«La televisione, mio caro Daniel, è l'Anticristo. Mi creda, nel giro di tre o quattro generazioni la gente non sarà più nemmeno in grado di scoreggiare da sola e l'essere umano regredirà all'età della pietra, alla barbarie medievale, a uno stadio che la lumaca aveva già superato all'epoca del pleistocene. Il mondo non verrà distrutto da una bomba atomica, come dicono i giornali, ma da una risata, da un eccesso di banalità che trasformerà la realtà in una barzelletta di pessimo gusto.»
Mi turbò la facilità con cui si smette di detestare un nemico quando depone le armi.
«La lettura è un'attività per la gente che non ha niente da fare. Come le donne. Chi lavora per campare non perde tempo a leggere storielle. Nella vita bisogna sgobbare. Dico bene?»
«La gente è proprio cattiva.» Don Anacleto fissava il pavimento. «Non cattiva» replicò Fermín. «Idiota. È ben diverso. La malvagità presuppone un certo spessore morale, forza di volontà e intelligenza. L'idiota invece non si sofferma a ragionare, obbedisce all'istinto, come un animale nella stalla, convinto di agire in nome del bene e di avere sempre ragione. Si sente orgoglioso in quanto può rompere le palle, con licenza parlando, a tutti coloro che considera diversi, per il colore della pelle, perché hanno altre opinioni, perché parlano un'altra lingua, perché non sono nati nel suo paese o, come nel caso di don Federico, perché non approva il loro modo di divertirsi. Nel mondo c'è bisogno di più gente cattiva e di meno rimbambiti.»
«Julián viveva per se stesso e per i suoi libri, nelle storie dei suoi romanzi, come un recluso di lusso.» «Sembra quasi che lo invidi.»
Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.
«Corteggiare una donna è come ballare il tango: tutta scena. Ma l'uomo è lei e quindi le tocca prendere l'iniziativa.» La faccenda buttava male. «L'iniziativa? Io?» «Cosa pretende? È il prezzo che dobbiamo pagare per il privilegio di pisciare in piedi.»
«Davvero non hai letto nessuno di questi libri?» gli chiese. «I libri sono noiosi.» «I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro» rispose Julián.
Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi.
«Va bene, ma se solo solleva qualcosa più pesante di una matita, mi sentirà.» «Ai suoi ordini. Ha la mia parola che oggi non solleverò neanche un dubbio.»
 Amare le donne non significa credere a tutto quello che dicono.
«Quando si lavora non si ha il tempo di guardare la vita negli occhi.»
«Non è difficile guadagnare soldi» disse. «Ma guadagnare dedicandosi a qualcosa di utile.»
«Si ama davvero una sola volta nella vita, Julián, anche se non ce ne rendiamo conto.»
Il folle è consapevole di esserlo? O i pazzi sono coloro che vogliono convincerlo della sua follia per salvaguardare la loro esistenza insensata?

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