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L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -24-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
frontali mortali.mortali spiriti.Spiriti liberi
L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -24-Qui dove sono Ora non ho mai avuto occasione di incontrare i miei famigliari. Sempre che ne abbia qualcuno. Sempre che io sia dove possa essere raggiunto. Non posso certo esserne sicuro. Se sono prima della morte e non posso muovermi, perché loro non vengono da me? E se invece mi trovo dopo la morte, perché non vedo quelli che Qui mi hanno preceduto? Sì, è vero, anzi, è quasi certo. Non mi sono mai formato una famiglia, questa è la realtà. Una volta conobbi una ragazza: Iskra. Piombava veloce, scintillante, da un punto qualsiasi dietro al sipario di nebbia o dal cielo, per quanto potevo capirne. Mi cadde addosso come una meteora, mi urtò col suo corpo leggero sparato a cannone (quanto tempo mi rimase addosso il di lei profumo di salnitro, d'acerba polvere da sparo!) e fummo così costretti a guardarci negli occhi, a scambiarci respiro e calore, ad innamorarci. O meglio: lei si innamorò di me e ciò me la fece stimare. Furono giorni felici - troppo - ma lei non era altro, in realtà, che un attentato al mio malumore, ecco. Il mio malumore è sacro e nessuno può tentare d'alleviarlo. Nessuno ne ha il diritto. Lei iniziò ad amarmi di meno, ed io a compatirla. A disistimarla. Non voglio condividere con nessuno il mio malumore. Me lo voglio godere da solo. Solo così come sono Ora. Sempre che io sia. A meno che io non sia, cieco. O che abbia gli occhi chiusi. O che mi ritrovi delle cavità orbitali vuote. Sì, io sono. Altrimenti non potrei avere le cavità orbitali vuote. O meglio: non avere gli occhi. Essere è una condizione essenziale sia per avere che per non avere, nel mio caso. Non è che a uno che non è, puoi dirgli che gli manca qualcosa, che non ce l'ha. A quelli che si chiedono se sia meglio essere o avere è meglio dire che se non sei non puoi neppure avere, ecco. E' nato prima l'uovo o la gallina? Beh, che c'entra? Non lo so, ma bisogna pur dirlo: chi è quel furbacchione che si sforza di creare un uovo quando può avere una gallina già pronta? O che dio ha plasmato dalla creta dell'Eden i feti di Adamo ed Eva? Sì, insomma, alla fine, era solo per dire che se non fossi non potrei non avere gli occhi. Diciamo che non li possiedo, dunque. Questo spiegherebbe molte cose. Non spiega però il motivo per cui però io abbia isto persone avvicinarmi, o parti del (mio) corpo allontanarsi. Ma forse sono solo immagini da veglia deteriorata, cose che si vedono poco prima di addormentarsi, così come io vedevo quell'oggetto. Sì, dev'essere così, sto per addormentarmi e quel che gira del mio inconscio non è sufficiente a distinguere il materiale reale, attuale, da quello che proviene dall'antica anima a cui appartengo e dal quale il mio ninconscio non trova la forza per distaccarsi. Mi provengono forse da lì immagini di vite passate. Per quanto ne so, magari, anche di vite future. Mah.Sempre che io non sia fuori di senno, o fuori di senno, cieco e sordo. Diciamo solo fuori di senno, ma un tipo di fuordisennia che nega al proprio portatore il vedere, il sentire. Sapete, per impazzire ci vuole veramente poco: un bel giorno vi svegliate, vi state per allacciare le stringhe delle scarpe, e Zac! va perso il tempo lo spazio l'Universo. State per uscire dalla stanza da bagno, avete appena finito di fare le vostre cose Zac! fate dietro-front immersi in una nuova umida nebbia cerebrale, tornate a sedervi sulla tazza e bestemmiate: cacchio, non mi viene niente; oppure sul pianerottolo, fermi, pietrificati: queste scale le state scendendo o salendo, o vi hanno messo lì nel sonno dei buontemponi? Zac, zac! Si scolla, in un attimo, e per sempre la coscienza. E' primavera o autunno? Zac! Sta tramontando o sorgendo, o è lì, anche lui pietrificato su di un pianerottolo, o l'ha inchiodato nel sonno Apollo? Zac! Che differenza fa? - un secondo è sufficiente, non si rincolla più niente addio collegamenti dove siete chi siete chiedetelo a quella vostra coscienza che fugge lontana nella nebbia ormai lontana irraggiungibile. Zac. No, per fortuna, io non sono ancora uscito di senno. Questo, almeno, è certo: non potrei certo ragionarci sopra con sì tanta eloquenza et sapientia. Sono ancora un bel cervello collegato ad una sana coscienza. Ho saputo difendermi dalla pazzia, io.

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