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L'opera al nero

Creato il 01 ottobre 2010 da Robydick
L'opera al nero1988, André Delvaux.
Film tratto dall'omonimo romanzo di Marguerite Yourcenar. E' la storia di un monaco-medico di Bruges di nome Zenone, uomo di grande cuore e, purtroppo per lui visto che siamo nel XVI sec., anche di grande intelletto sia filosofico che scientifico, e come andavano le cose a personaggi simili
con l'inquisizione che imperversava in pieno periodo di riforma e controriforma lo sappiamo fin troppo bene.
Brillante negli studi, dopo molti anni trascorsi in giro per l'Europa alla ricerca di luoghi dove approfondire conoscenze ed anche a scappare da chi lo ricercava a causa di scritti definiti eretici, Zenone torna a Bruges ormai uomo di mezza età sotto falso nome e prende ad operare come medico in un ospizio per poveri. Questo compito più operativo lo porterà ad una evoluzione interiore detta (riporto da wiki): "opus nigrum" ("opera nera"), ovvero la fase alchemica di spoliazione delle forme, della dissociazione degli elementi e di purificazione della materia: egli stesso è la propria opera, e deve attraversare la fase della 'nigredo' per purificare la propria sostanza dalle filosofie e teologie imperfette del suo secolo ed accedere così ad una diversa cognizione del mondo e di se stesso".
Come detto, sappiamo quale fine facevano uomini come Zenone. In realtà il finale sarà un pochino a sorpresa, e lo ometto insieme ai dettagli della sua vita, o descrittivi del periodo, li lascio godere nel film. Zenone è un personaggio d'invenzione, palesemente ispirato a personaggi reali come Paracelso, Erasmo da Rotterdam, Tommaso Campanella, Giordano Bruno.
Solo aspetto di trama che voglio sottolineare è proprio questa "opera nera". Mi incuriosisce intanto la definizione, segno che davvero ai tempi la distinzione tra scienza e magia fosse sottile nel linguaggio, il quale è sempre sintomo ed effetto della cultura imperante. Poi nel film Zenone, interpretato da un sempre magistrale Gian Maria Volontè, ha proprio a partire da un certo momento un approccio ed un'attenzione particolari ogni volta che tocca qualcosa, in particolare i corpi dei pazienti.
Il grande pregio del film, in linea generale fatto bene, consiste in questa grande cura delle gestualità in particolare di Zenone ma non solo. La situazione di grande precarietà della vita del protagonista, non economica ma vitale perché continuamente minacciato dalla possibilità di essere smascherato, è sottolineata da un'atmosfera sospesa ed al tempo stesso tesa. La morte e la sofferenza delle persone, di origine violenta con pretesti religiosi che scopriremo anche politici, è continuamente presente.
Più che meritevole di una visione.

L'opera al nero

ospito un primo piano Volonté con grande piacere, non più giovanissimo


svaghi notturni dei giovani frati, poi ricattati per accusare ingiustamente Zenone di pratiche omosessuali

L'opera al nero

un impiccato all'orizzonte è panorama abituale a cui nemmeno prestare attenzione


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