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L'opera di Luigi Nono

Creato il 15 marzo 2015 da Athos56
L'opera di Luigi Nono
Il giovane Valerio Giongoinizia a collaborare con MAT2020.Ho catturato l’articolo a seguire dal suo blog, improntato alla cultura e agli elementi storici, ed è un po’… tosto, ma di sicuro interesse.Conoscendo i suoi gusti sottoporrò alla sua attenzione altre musiche, certo che saprà trovare la giusta chiave di lettura.
Luigi Nono nasce a Venezia, città nella quale morirà nel maggio del '90, il 29 gennaio del 1924. Nipote dell'omonimo pittore veneziano ottocentesco Luigi Nono (1850-1918), che egli mai conobbe, fu uno dei massimi esponenti italiani in Italia e all'estero di quella che ad oggi viene definita "Musica contemporanea" e "Seriale". Nel corso della sua vita ha trattato i problemi sociali, politici e di espressione che l'arte del suo tempo in quel momento affrontava, unendo spesso alla sua musica opere letterarie e poetiche di vari autori illustri.Una volta diplomatosi al liceo, su spinta del padre, nel 1942 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza a Padova, che terminerà con successo cinque anni più tardi. Negli stessi anni frequenta esternamente a Venezia il conservatorio, superando il compimento inferiore (1947) e medio (1949) di composizione, senza però conseguire il diploma.Ispirato da quello che nei primi anni di formazione musicale fu il suo mentore, ovvero il più esperto compositore Gian Franco Malipero, nel 1945 compone "La discesa di Cristo agli Inferi", brano basato sui modelli di musica sacra, andato perduto.Grazie a Malipero, conosce Bruno Maderna; compositore in erba anch'egli, di quattro anni più vecchio. Con il quale nasce un rapporto speciale di amicizia e di rispetto che persisterà fino alla morte dello stesso, avvenuta il 13 novembre 1973.I due studiano a fondo la musica "trecentesca" e "cinquecentesca", oltre ad approfondire gli autori fiamminghi e la polifonia rinascimentale. Da questi studi, Nono forgiò la sua idea di arte; secondo la quale la musica in particolare e l'espressione artistica in generale, devono andare pari passo agli avvenimenti e alle esigenze politiche del periodo che li rappresentano.Sempre assieme all'amico, partecipa ad un corso di direzione artistica tenutosi a Venezia e presieduto da Hermann Scherchen, famoso violinista e direttore d'orchestra che diviene il maestro dei due giovani, allorché partono da Venezia per seguire i suoi concerti che generalmente si tengono fra Italia, Svizzera e Germania.Il debutto di Nono sulla scena nazionale ed internazionale avviene nel 1950 con il brano per orchestra "Variazioni canoniche sulla serie dell'op. 41 di Arnold Schoenberg", sotto la direzione di Scherchen, l'opera ha un'accoglienza disomogenea ma svela l'attività del compositore sulle problematiche dell'avanguardia musicale.Questo è il periodo nel quale si avvicina di più allo studio della musica sperimentale, e gli anni successivi sono di notevole produzione artistica. Nel 1951, infatti, propone "Polifonica-Monodia-Ritmica". Seguono; "l'Epitaffio per Federico Garcìa Lorca", "España en el corazón", sulle parole del poeta Neruda (entrambi 1952), "La victoire de Guernìca" (1954), "Incontri" (1955) e "Diario Polacco" (1959).Negli anni che seguono, procedono i lavori ed aumenta la sua esigenza a far conoscere le problematiche della vita tramite la musica. Le opere che nei decenni hanno lasciato maggiormente il segno sono; "Il canto sospeso" del (1956), basato sulle lettere dei condannati a morte durante la Resistenza. "La fabbrica illuminata" (1964), opera per soprano nella quale denuncia le pessime condizioni di lavoro per gli operai di quel periodo. "A foresta é jovem e cheja de vida", del (1966), che tratta i disagi del "terzo mondo", e "Y entonces comprendiò" del (1970) sui testi di Ernesto Guevara.Gli anni '80 vedono un parziale ritorno alle origini, ovvero con l'idea di assecondare alla sua musica i testi o le parole di vari scrittori del passato. Trai più "utilizzati" vi sono autori di stampo prettamente mistico-filosofico come; Eschilo, Pindaro, Sofocle, Euripide Goethe, Erodoto e Giordano Bruno.Luigi Noto muore infine a Venezia, nella sua abitazione natia, l'8 maggio 1990 all'età di 66 anni.


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