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L'opera umanissima della trasmissione "Chi l'ha visto?"

Creato il 28 marzo 2014 da Ritacoltellese

Da: Corriere della Sera.it«Ecco come ho ritrovatomio figlio dopo 42 anni»Gianluca Marucchi a «Chi l’ha visto» cercava la propria madre. Ha trovato il padre e quattro fratelli

di Iacopo Gori

«Stamattina è morto Nerino, il mio cane: aveva 19 anni. Ho pianto. Stasera ho ritrovato mio figlio, Gianluca. Non avevo notizie di lui da 42 anni. Oggi è il 19 marzo, la festa del papà. Ma ti rendi conto? Una cosa fantastica, incredibile». La telefonata finisce così, senza altre parole.Giacinto Migliori - «nome difficile da portare, mi chiamano tutti Romolo» - ha 69 anni. Una vita movimentata. Fa il pittore, dipinge acquarelli con gli olivi argentati e i tetti delle case della campagna toscana, vive da oltre venti anni in un piccolo mondo meraviglioso che sembra finto chiamato Poppiano, sulle colline intorno a Firenze.
Giacinto (Romolo) con il figlio Gianluca in braccio
È orgoglioso delle sue origini, viene da Castro dei Volsci («Il paese di Nino Manfredi»). Ha una faccia pasoliniana, del secolo scorso. Un accento romanesco mai attutito. Una scarsa attitudine alle pubbliche relazioni perché le cose le dice sempre e in faccia a tutti ma a Firenze - nonostante il carattere - lo conoscono in tanti. Da più di venti anni vende i suoi acquarelli in via Calzaiuoli, tra piazza del Duomo e piazza della Signoria. Non a tutti, solo a chi vuole lui. Non è un problema di soldi ma di persone. Sceglie lui a chi vendere. Perché è fatto così, controcorrente da sempre. Un personaggio. Come quando legge Gesualdo Bufalino o Ettore Petrolini per gli amici o recita pezzi di Pasolini.Non parla molto volentieri della sua vita passata. Intensa quanto movimentata. Ma nel muro accanto al caminetto, vicino a dove dormiva Nerino, insieme alle foto degli amici più cari ha da sempre una foto ingiallita, tagliata da una parte: un ragazzo con in collo un bambino. «Quello è Gianluca, mio figlio, e quell’altro sono io». E dov’è ora Romolo? «E chi lo sa? Non ho notizie da 41 anni». Inutile chiedere a Romolo. Se vuole ti dice lui. «La madre chiamava la polizia quando io arrivavo a Torino. Io poi andai in Olanda. Seppi che fu dato in adozione. L’ho cercato con il cognome Migliori, il mio, o Freddi, quello della mamma. Niente». Storie di altri tempi. Inconcepibili nell’era dei social media e del dna.Gianluca in realtà cercava la madre. Sapeva di avere dei fratelli. Una madre e un padre. Era stato adottato da una famiglia di Torino, a sei anni. E ora voleva sapere la verità. Si è rivolto a «Chi l’ha visto». Mercoledì scorso ha raccontato la sua storia su RaiTre. Gianluca Marucchi è un uomo forte. «I bracci doppi» dice Franco Casaglieri «Un bello sguardo, da ragazzo per bene». Gianluca ha avuto una vita in salita. Da solo (e grazie a una famiglia che l’ha adottato) si è costruito pezzo per pezzo la sua vita, non in maniera facile. Ha fatto il fotomodello per grandi marche di moda. Poi il paracadutista nella Folgore. Poi ha messo su un’impresa di onoranze funebri, un’azienda che funziona bene. E una bella famiglia con due figli. Ha affrontato la vita a viso aperto, senza paure. Quella vita che non era stata molto tenera con lui. Ma aveva delle risposte fondamentali che gli mancavano. È andato a «Chi l’ha visto» a cercare la madre. Ha scoperto che era morta e che lui aveva quattro fratelli (avuti da sua madre con quattro uomini diversi) e un padre vivo.Gianluca Marucchi
È squillato il telefono di Romolo. Era Fanny, un’amica pittrice. «Non riattaccare. Guarda che su RaiTre c’è tuo figlio, accendi subito». Romolo ha cambiato canale e si è attaccato al telefono. Mercoledì prossimo, nella nuova puntata di «Chi l’ha visto», andrà in onda l’incontro tra Romolo (Giacinto) e Gianluca. Loro si sono visti domenica a Poppiano. Gianluca è voluto andare da solo a trovare suo padre. Emozione troppo forte. Si sono visti dopo che Romolo ovviamente aveva litigato con la produzione del programma che rallentava l’incontro per organizzare al meglio le riprese. «Quando mi ha visto mi ha detto “Non c’è bisogno di fare il dna, sono tuo figlio”». E te che gli hai risposto? «Oh, nun c’è bisogno de fà la colletta quando mmuoio..ce pensi te ar funerale». 

«Sì sono commossi sì, tu vedrai - dice Franco Casaglieri, uno degli amici storici di Romolo nonché compagno di giochi di Roberto Benigni, pratese doc, esperto di donne e filati - se tu vedi gli occhi lo capisci subito che sono babbo e figlio. E’ stata una cosa da schiantare da ridere. Una cosa bellissima, incredibile. Il miracolo di Nerino o uno scherzo di Carlo Monni?»
Giacinto Migliori (Romolo), il figlio Gianluca e Fanny, l’amica pittrice di Romolo (Foto Gianni Frati)

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