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L’orca killer di De Laurentiis e la pericolosa scimmietta di Romero in alta definizione

Creato il 22 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
L'orca assassinaplay video

Essendo datato 1977, rientra, ovviamente, tra le pellicole che nella seconda metà dei mitici Settanta cinematografici vennero sfornate per cavalcare l’enorme successo riscosso due anni prima da Lo squalo di Steven Spielberg; tanto più che l’aggressione ad un pescecane da parte dell’orca protagonista lascia quasi pensare ad un simbolico attacco al mostro marino creato dall’artefice di E.T. – L’extraterrestre, come a voler dimostrare che il qui presente mammifero acquatico sia molto più feroce e spaventoso.
Del resto, diretto – sotto la produzione esecutiva di Dino De Laurentiis – dal Michael Anderson che venne candidato al premio Oscar per Il giro del mondo in 80 giorni, datato 1956, L’orca assassina porta in scena un cetaceo sbrana-uomini che non ci va affatto leggero, spinto dal proprio desiderio di vendicare la compagna uccisa – con tanto di figlioletto in grembo – da Nolan alias RichardIl gladiatoreHarris, capitano irlandese intento, in realtà, a catturarlo.
Capitano irlandese che, paradossalmente, perse la moglie incinta in un incidente d’auto causato da un ubriaco e che avverte la furia del suo nuovo nemico appartenente alla famiglia dei delfinidi dal momento in cui non solo affonda tutte le barche del porto, ma arriva a mostrarsi capace di distruggere le cisterne di carburante vicine al molo, provocando un colossale incendio.
Prima ancora di cominciare a staccare gambe e provocare morti, nel corso di oltre un’ora e mezza di visione che, musicata da Ennio Morricone e comprendente nel cast Bo Derek, Charlotte Rampling e Robert Carradine, pur rientrando a pieno titolo nel filone eco-vengeance (riguardante i film sugli animali assassini) si rivela, in realtà, quasi un derivato spruzzato di horror del mito di Moby Dick, in quanto del tutto incentrato sulla costruzione progressiva dello scontro tra il pescatore e quella che sarebbe dovuta essere la sua preda; fino all’avvincente duello conclusivo su un iceberg.

Monkey shines

Con il solo trailer quale contenuto extra, lo riscopre in alta definizione Pulp Video, che, spostandosi dal mare alla terra ferma, rende disponibile su supporto blu-ray anche Monkey shines – Esperimento nel terrore, concepito nel 1988 da un George A. Romero una volta tanto lontano dai cari vecchi zombi.
Infatti, al centro della vicenda raccontata troviamo Jason Beghe nei panni dello studente universitario Allan Mann, finito in stato tetraplegico su una sedia a rotelle e cui Geoffrey Fisher, amico dottore interpretato da John Pankow, regala Ella, scimmietta cappuccino ammaestrata e alla quale inietta un siero ricavato dal tessuto cerebrale umano.
Un’esile idea di partenza che è sufficiente all’autore di Creepshow per mettere in piedi la sua consueta critica sociale su celluloide, in quanto, man mano che il “povero” disabile e il primate instaurano un sempre più morboso legame, appare evidente l’intento di contrapporre la violenza animalesca a quella ragionata dell’essere umano.
Non a caso, tra phone gettati nella vasca da bagno e fuoco appiccato per mettere in atto una spietata punizione, il loro rapporto non tarda a trasformarsi in una autentica forma di gelosia omicida destinata a condurli ad un affronto all’ultimo sangue.
Affronto tesissimo e lungo che rappresenta la fase più riuscita del lungometraggio, tra i cui attori figura un semi-esordiente Stanley Tucci e che viene in questo caso corredato di finale alternativo, galleria fotografica, trailer, presentazione televisiva, commento audio del regista, brevissimo dietro le quinte, quattro minuti di scene tagliate, dodici di sguardo alla realizzazione degli effetti speciali e nove di interviste a Romero, al produttore Charles Evans e ad alcuni componenti del cast (Kate McNeil e i già citati Beghe e Pankow).
Non vi rimane che scegliere a quale dei due titoli fare ricorso per liberare la bestia che è in voi!

Francesco Lomuscio

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