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L'orgoglio di essere stata ieri alunna e oggi maestra nella scuola pubblica

Creato il 01 marzo 2011 da Vidi

L'orgoglio di essere stata ieri alunna  e oggi maestra nella scuola pubblica

Proprio mentre Berlusconi mostrava lo spettacolo squallido di un omuncolo in evidente declino che per strappare un facile applauso non esita a dileggiare tutti, dalle istituzioni all’intero corpo insegnante di quello Stato che egli dovrebbe rappresentare, io, semplice maestra della bistrattata scuola pubblica, assente per motivi di

L'orgoglio di essere stata ieri alunna  e oggi maestra nella scuola pubblica

 salute da scuola, ho ricevuto una letterina, chiusa di lato con gli spillini di una vecchia spillatrice senza più lo stantuffo, ma che i bambini fanno funzionare alla perfezione comunque,  sugellata da un morbido cuore rosa di carta camosciata e nella quale c'è scritto così:


L'orgoglio di essere stata ieri alunna  e oggi maestra nella scuola pubblica

Cara maestra Virginia,
come stai?
Aspettiamo con ansia che torni a scuola perché ci manchi tanto.
Ti auguriamo di tornare presto, ti vogliamo bene e speriamo che tu stia meglio. Tra quanti giorni tornerai?
Non riusciamo a stare a scuola senza di te, senza le tue urla, le tue battute e le tue spiegazioni.
E a te mancano le battute di D.....?
(ndr: fanno riferimento al bambino dell'anafora, del diario di viaggio e della battuta sull'apparecchio acustico)
Questo mazzo di fiori è per te.
Ciao! Guarisci presto

A seguire ci sono le firme di tutti e 16 i miei dolcissimi mostri di quest'anno: una

L'orgoglio di essere stata ieri alunna  e oggi maestra nella scuola pubblica
classe nuova per me, in cui insegno solo da settembre.
Ho saputo poi da chi mi ha portato il tutto anche qualche tenero e simpatico retroscena, tipo che, appena hanno capito che i colleghi sarebbero venuti a farmi visita nel pomeriggio, si sono  attivati in tutta fretta con la lettera e poi hanno messo insieme gli spiccioletti che ognuno aveva appresso (è periodo di figurine, tutti hanno resti in tasca) per mandarmi i fiori. Raccolti i soldi, hanno chiesto ad una collega la cortesia di comprarmi da parte loro delle rose: ' Un mazzo di rose rosse, grosso!'. La collega ha cercato di spiegare loro che, a parte il costo al di là delle loro possibilità, sarebbe comunque bastata una sola rosa, perché il valore è il gesto e non la quantità, ma loro hanno risposto: 'E no, maé, pare brutto una sola... noi mò nella lettera già abbiamo scritto che gliene mandiamo un mazzo... almeno tre!' E tre furono!
I miei cari, tenerissimi, dolcissimi 'mostri' che mi hanno commossa...

So bene che il tizio che posa indegnamente il suo culo flaccido sulla sedia della Presidenza del Consiglio dei Ministri d'Italia non leggerà questo blog, e forse se leggesse nemmeno capirebbe, ma per chi si chiede quali princìpi cerca di dare la scuola italiana agli alunni, questa lettera è la risposta.


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