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L’orto del vicino è sempre più verde.

Da Alessia-Mammacongelo @mamacongelo

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Ha piovuto per tutto aprile. Ora è maggio, il sole spunta timidamente da dietro le nuvole e viene voglia di uscire. Da qualche giorno hanno anche riaperto i “Jardin communautaire” (giardini-orti comunitari), lotti di terreno sparsi per la città, suddivisi in appezzamenti coltivati e curati pazientemente dai singoli proprietari.

L’apertura stagionale, dopo la pausa invernale, si è svolta in un grigio giorno di fine aprile, scandito da una debole pioggia. Ma i provetti “ortolani” non si sono lasciati intimidire dal clima. All’orario stabilito di apertura dei cancelli erano tutti disciplinatamente in coda, dietro il giardiniere capo manutentore; se avesse avuto un flauto in mano avrei potuto tranquillamente scambiarlo per il pifferaio magico, con tutti i topolini al seguito. Mi ha stupito vedere una cinquantina di persone tranquillamente in coda sotto la pioggia ad aspettare educatamente l’apertura dei cancelli… in Italia non sarebbe mai successo. A noi italiani lo scazzo ci sale se ci troviamo davanti 3 persone in fila alle poste; non amiamo le code, neanche fossimo in fila per una svendita da L. Vuitton. In quel caso assisteremmo ad uno scontro di Wrestling al massimo.

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Mi piace osservare dalle finestre di casa l’andirivieni quotidiano di persone (di tutte le età, nani al seguito compresi) che zappano, vangano, seminano ed innaffiano i loro futuri “supermercati” personali. A fine giornata riposano sui tavoli da picnic godendo degli ultimi raggi di sole, sugli tessi tavoli, a fine estate, consumeranno il frutto del loro raccolto e dei loro sforzi.

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Al mio arrivo qui a Montreal  l’anno scorso (a fine agosto) era proprio periodo di raccolta. Una coppia di giovani vicini, per darci il benvenuto, mi portò un cesto di verdura proveniente dal loro orto ed una torta di mele alquanto burrosa. Per ringraziarli del gesto li invitai per un aperitivo e gustammo le loro verdure grigliate, trasformate in torte o servite sottoforma di bruschette, al tramonto sul terrazzo. Mentre scrivo lei è giù che lavora la terra, meglio che vada a darle una mano, a fine estate non arriveranno solo i frutti dell’orto, ma anche il suo bambino.

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Non so perché un ettaro di terra coltivata in mezzo a dei grattacieli attiri così tanto la mia attenzione; sarà il contrasto, il colpo d’occhio, sarà per la pace e calma che infonde pur essendo nel bel mezzo di una vivace metropoli… Ma sono tante le cose del Canada che mi affascinano e che vado a scoprire giorno dopo giorno. Questo è il bello di vivere da expat.

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