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L'ospedale chiude, i pazienti chiedono ai cittadini di autotassarsi

Creato il 21 gennaio 2015 da Afrodite
L'ospedale chiude e i pazienti per ricomprarselo lanciano la proposta di una campagna di crowdfunding.
Succede a Torino dove la Giunta regionale per tagliare i costi della sanità decide di mettere i sigilli all'Ospedale Valdese, un'eccellenza soprattutto per la cura dei tumori al seno.
Nasce un movimento, che punta a sensibilizzare l'opinione pubblica, denominato "Mettiamoci le tette" perché come prima iniziativa chiede a donne e uomini di fotografarsi a petto nudo raccogliendo in men che non si dica 500 scatti di solidarietà.
Intanto partono anche i ricorsi (tre, uno dei medici, un altro dei cittadini e il terzo promosso dalla Tavola Valdese), mentre una proposta viene depositata sul tavolo dell'assessore regionale alla Sanità: dei 4/5 milioni necessari alla riapertura dell'ospedale la Regione stanzierebbe il milione e mezzo già a bilancio, il resto lo metterebbero alcune cooperative sociali, la Tavola Valdese, istituti finanziari del Terzo Settore ma soprattutto i cittadini.
E proprio questi ultimi rappresentano la voce più singolare e innovativa: perché la raccolta fondi avverrebbe attraverso una piattaforma tecnologica secondo una modalità che in altri Paesi come gli Stati Uniti è ormai molto diffusa mentre in Italia sta muovendo ancora i primi passi.
Non sarebbe la prima volta che un bene a uso pubblico viene finanziato in questo modo: un esempio virtuoso è la campagna che ha permesso il restauro del portico di San Luca a Bologna (http://lospiteinquietante.blogspot.it/2014/01/cittadini-in-rete-per-salvare-il-cuore.html).
Ma per un ospedale si tratta di una novità assoluta.
E' quello che viene definito crowdfunding civico ed è molto di più di una semplice "colletta" come spiega la sociologa Ivana Pais sul blog del Corriere La nuvola del lavoro: "Il crowdfunding crea una comunità di interesse tra persone che poi probabilmente potranno mettere a disposizione altre risorse (tempo, competenze, etc.) per portarlo a realizzazione".
E infatti è quello che già stanno facendo le pazienti e i cittadini perché, afferma la giornalista Carla Diamanti anima del movimento "Mettiamoci le tette", "il percorso senologico del Valdese era di una qualità nettamente superiore a quella di qualsiasi altro ospedale".
Niente scaricabarile tra sanitari, niente rimpalli tra reparti o ospedali diversi, niente attese infinite per visite ed esami, niente insomma di tutto quello che spesso succede quando ci si trova nella difficile situazione che l'avere una grave malattia comporta.
"Per questo -  sostiene Carla Diamanti - pur di riavere quell'ospedale siamo disposti a ricomprarlo".
In attesa dei pronunciamenti sui ricorsi (quello del Tar Piemonte dovrebbe arrivare a breve) e di quello della Giunta regionale che deve esprimersi in relazione alla proposta avanzata dai cittadini, chi volesse sostenere questa importante e utile causa può contattare il movimento attraverso l'e-mail [email protected].
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