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L’osteoporosi nell’interpretazione dell’iridologia

Creato il 11 gennaio 2016 da Informasalus @informasalus

iridologia
Una buona analisi iridologica può essere di fondamentale importanza per individuare le cause dell’osteoporosi e offrire dei consigli e delle terapie personalizzate

La funzione biologica dell’osso è quella di sopportare forti sollecitazioni in trazione o in carico, quali l’azione di muscoli e il peso del corpo. Per questo deve essere dotato di una resistenza tale da non rompersi o deformarsi sotto l’azione di tali forze. Per ottenere queste caratteristiche il “Grande Progettista” ha pensato di avvalersi di sali di calcio per rinforzare una struttura proteica-connettivale che da sola non era sufficientemente coriacea per tale compito.
Il tessuto osseo è pertanto formato da proteine, sali di calcio, con presenza di altri minerali in dose minore (fluoro, fosforo, silicio) e cellule particolari deputate alla formazione e al riassorbimento del tessuto osseo. Si tratta quindi di un sistema biologico dinamico, non statico come un pilastro di cemento, in continuo divenire, come tutti i tessuti del nostro organismo. Per questo aspetto metabolico ha un continuo bisogno di calcio e sostanze precorritrici delle proteine. Viene pertanto irrorato da un sistema artero-venoso che ne assicura il nutrimento e la depurazione.
Il calcio, elemento essenziale del tessuto osseo, viene assorbito a livello intestinale in presenza di vitamina D, che ne facilita poi anche il depositarsi sulla matrice proteica ossea. La vitamina D si forma a livello cutaneo per azione dei raggi solari su un derivato del colesterolo. Altri aspetti da considerare sono l’attività di fegato e reni che trasformano la vitamina D in un composto con azione biologica 1000 volte più potente, e l’azione degli estrogeni. Nel metabolismo osseo interviene anche la funzione dell’ormone paratiroideo che ha il compito di trasferire calcio dal tessuto osseo al sangue quando il valore della calcemia scende sotto un determinato livello.
L’osteoporosi è una condizione parapatologica fino a un certo grado e invece francamente patologica oltre un certo valore di densità ossea. È caratterizzata da dolori ossei, soprattutto nella stazione eretta, e dà tendenza a fratture per minimi traumi, al punto che, a causa della ridotta densità del tessuto osseo, la persona può addirittura soffrire di fratture spontanee. Viste le premesse si evince come l’osteoporosi possa riconoscere diverse cause che ora andiamo a valutare attraverso l’esame iridologico.

Iridologia costituzionale

Consideriamo gli aspetti iridologici che forniscono particolari informazioni in caso di osteoporosi:
costituzione linfatica. L’iride è azzurra ed è tipica delle persone con pelle chiara e capelli biondi. Questi soggetti non sopportano bene l’irradiazione solare andando facilmente incontro a eritemi, pertanto potrebbero sviluppare una osteoporosi per scarsa produzione di vitamina D, che abbiamo visto essere sintetizzata dalla pelle;
costituzione ematogena: l’iride è marrone. In questo caso il problema costituzionale è da ricercarsi nel metabolismo epatico, all’interno delle cellule del fegato, dove avviene il primo passaggio dell’attivazione della vitamina D;

disposizione vegetativo spastica: con i suoi anelli di contrazione e raggi solari questo tipo di iride ci informa della difficoltà del soggetto di rifornirsi a sufficienza di oligoelementi e minerali. In questi casi può essere utile una integrazione non solo di calcio, ma anche di silicio e fluoro;
disposizione connettivale debole: abbiamo visto che il tessuto proteico connettivale è la base su cui si depositano i sali di calcio, in questi soggetti occorre sostenere con particolar riguardo la parte proteica, connettivale, più che quella minerale;
disposizione tubercolinica (a fibre ondulate): in questi soggetti è bene indagare sullo stile di vita, in quanto, avendo un metabolismo di tipo ossigenoide, abbisognano di maggiori quantità di ossigeno rispetto agli altri. L’osteoporosi potrebbe ritrovare una causa quindi in uno scarso apporto di ossigeno a livello di tessuto osseo;
diatesi acida: lo sbiancamento intorno al bordo della corona, tipico di queste iridi, indica una difficoltà di smaltimento dei radicali acidi, con conseguente possibile alterazione del pH periferico. Anche questo variare, seppur minimo, della concentrazione di ioni idrogeno potrebbe interferire con una corretta deposizione di sali di calcio a livello osseo;

diatesi lipidica: qui ci troviamo di fronte a un soggetto che molto probabilmente presenta difficoltà di circolazione arteriosa per accumulo di grassi sulla parete interna delle arterie. Ne consegue una ridotta irrorazione dei tessuti a valle con diminuzione della capacità metabolica;
diatesi allergica: qui entrano in gioco soprattutto le intolleranze alimentari. Capitolo nuovo e pertanto non ancora sicuramente inquadrato. Di certo sappiamo che le intolleranze alimentari portano a uno stato di tossicosi endogena con interferenza nei vari metabolismi tessutali. Non è certo che le intolleranze determinino osteoporosi, però in presenza di capillari sclerali peri-iridei sottili, rettilinei e centripeti, segni caratteristici di questa diatesi, conviene indagare in tal senso.
L’Iridologia fornisce ulteriori informazioni utili, per una terapia personalizzata, con lo studio dei cromatismi superficiali. La presenza del colore marrone, sia come macchia che come pigmento, anche sclerale, riporta la nostra attenzione alla funzionalità del fegato, che abbiamo visto artefice della prima fase di attivazione della vitamina D. Se associato al marrone troviamo il pigmento giallo paglierino, indice di difficoltà di funzionamento del rene, sarà più che logico pensare a una carenza di funzione della vitamina D.
La presenza poi di pigmenti o lacune in sede di proiezione delle ovaie e/o dell’ipotalamo-ipofisi, sposta invece la nostra attenzione sul problema ormonale e ci induce a prendere in considerazione l’uso di ormoni, nel nostro caso fitoderivati.
Per alcuni autori anche la presenza dell’anello calcico, soprattutto della lunula calcica, facile da osservarsi in regione temporale e nasale, può essere indice di alterato metabolismo del calcio, anche se l’informazione è abbastanza generica.
Un settore invece da studiare con particolare attenzione, è quello della pelle, al margine esterno dell’iride. Trovare in questa zona alterazioni strutturali o intasamenti cromatici (indicatori di ipofunzionalità della pelle) ci porta a pensare a una scarsa produzione di vitamina D endogena, con la conseguente indicazione all’uso di preparati contenenti questa sostanza, meglio se di origine naturale, quale ad esempio l’olio di fegato di merluzzo (in capsule).
Per concludere, possiamo affermare che una buona analisi iridologica può essere di fondamentale importanza per individuare le cause dell’osteoporosi e offrire dei consigli e delle terapie personalizzate.

Tratto da “Curarsi con la Naturopatia vol.2” di Catia Trevisani


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