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L'UE: gli immigrati? Sono cavoli vostri

Creato il 24 febbraio 2011 da Waltergianno

 

L'UE: gli immigrati? Sono cavoli vostri


La Sicilia sta in Italia. L’Italia sta in Europa. Così non solo ci racconta la carta geografica, ma anche il trattato di Maastricht, firmato il primo novembre 1993, che ha istituito l’Unione Europea. Tra i 27 Paesi membri, infatti, ci siamo anche noi.

Eppure, allorché bisogna affrontare il tema dell’emergenza umanitaria degli emigranti dai territori in fiamme del Maghreb, ci accorgiamo di essere ‘soli’.

La dimostrazione è la replica implicita di Bruxelles alle parole diUmberto Bossi, leader del Carroccio: “Se arrivano gli immigrati dal Nordafrica, li mandiamo in Francia e Germania“.

Parole condivisibili, perché ciò che sta avvenendo non è (o meglio, non dovrebbe) essere un problema italiano, bensì europeo (per non dire internazionale).

Il ministro degli Esteri Franco Frattini, tra l’altro, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha ‘spaventato’ i lettori, affermando, in estrema sintesi, che quando cadrà il “sistema Libia”, ci sarà un esodo di ben 300.000 persone.

L’UE, però, non ne vuole sapere di ‘smistamento‘. Bruxelles ha sì promesso ‘solidarietà’, e disponibilità a fornire materiale umano e mezzi finanziari, ma ha anche la convinzione che un Paese di 60 milioni di abitanti non può avere problemi a fronteggiare qualche migliaio di migranti.

Da notare il grassetto, voluto. Che saranno mai migliaia di persone da accogliere, curare, identificare, trasportare, ecc. L’Italia è un Paese grande, allungato. Lo spazio c’è.

E poi, stando sempre all’Unione Europea (così è, anche se non ci pare), la legislazione è chiara: la gestione degli immigrati, intesa come rimpatrio degli illegali e valutazione delle domande d’asilo, spetta al Paese in cui essi approdano.

Non importa, quindi, se siamo nel bel mezzo di una crisi politica internazionale, le cui ripercussioni potrebbero cambiare gli equilibri nel Nord Africa e nella penisola arabica, quindi anche nel Mediterraneo.

Importa che la ‘legislazione europea’ dice che sono cavoli nostri.

L’Italia, insomma, ha la ‘sfiga’ di trovarsi al posto sbagliato, nel momento sbagliato.

Figuriamoci la Sicilia.

Pubblicato anche su BlogSicilia


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