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L’UFO di San Lupo perde il pelo ma non il vizio

Creato il 01 febbraio 2012 da Divilinux @divilinux

L’UFO di San Lupo perde il pelo ma non il vizio

Finalmente ci siamo. Dopo pochi giorni – e non 6 mesi – di analisi, pareri e scambio di opinioni tra il sottoscritto, appassionato di informatica e perito aeronautico, Paolo Bertotti, fototecnico e collaboratore CISU, ed Insider, occhio vigile e innata razionalità, siamo arrivati alla conclusione che probabilmente molti lettori di blog e forum stavano aspettando con trepidazione.
Qualche ignoto collaboratore, che ringrazio infinitamente, è riuscito ad entrare in possesso della fotografia originale che racconta molto di più rispetto al francobollo pubblicato dalle varie testate giornalistiche. Vediamo quindi insieme cosa sia in realtà l’oggetto misterioso immortalato dalla Nikon d90 in quel caldo pomeriggio di Luglio 2011.

  • Analisi fotografica
  • Mentre si chiacchiera a proposito di gas di scarico, navicelle spaziali somiglianti all’Enterprise di Star Trek e velocità di curvatura spazio-tempo, noi ci siamo concentrati sulle informazioni dei dati exif e su “strane” sbavature presenti nella foto originale.
    Innanzitutto bisogna calcolare la quota dell’aereo sullo sfondo per dimostrare che l’oggetto volante non identificato non si trova “lassù nel cielo” ma relativamente vicino all’osservatore, nonostante la prospettiva ingannevole. La stessa formula naturalmente va applicata anche all’UFO ma secondo il mio parere non serve per i motivi che vi spiegherò più avanti.

    Considerando le dimensioni medie di un velivolo commerciale, distinguibile nella foto dagli impennaggi di coda, che vanno dai 37mt (lunghezza) di un A320 fino ai 70mt di un B747, prendiamo per buona una lunghezza di circa 45mt. Ecco la nostra formula:

    Quota di volo = seno di a*df*da*r/(pxa*d) dove:

    a = angolo di elevazione; df = distanza focale in millimetri; da = dimensione aereo in metri; pxa = pixel aereo nella foto; d = base ccd in millimetri; r= risoluzione immagine in pixel (base).

    I nostri dati:

    Angolo = 90° (seno di 90° = 1)
    Distanza focale: 32mm
    Dimensione aereo in metri = 45mt
    Pixel aereo nella foto = 8.6px (nb. si riferisce a questa foto)
    Base ccd in millimetri (CMOS nel nostro caso, preso da Wikipedia) = 36
    Risoluzione immagine pixel = 1731

    1*32*45*1731 / 309,6 = 8051mt

    Per l’oggetto fate pure i calcoli voi. Considerate che non è tuttavia possibile risalire alla natura dell’oggetto, ma potete basarvi su di una lunghezza che varia da pochi cm (una mosca) a decine di cm (un volatile). Nonostante l’ampia approssimazione vedrete che l’altezza sarà nettamente inferiore a quella dell’aereo sullo sfondo.
    La distanza si percepisce dal fattore sfocatura. È tutto a fuoco tranne, appunto, l’oggetto volante in primo piano. Noi sappiamo che quando questo accade significa solo ed esclusivamente BLURFO, cioè qualcosa che passa molto vicino all’obiettivo la cui sfocatura è inversamente proporzionale alla distanza (più è lontano meno è sfocato, proprio come l’aereo) specie con una ampia apertura di diaframma come nelle fotografie panoramiche.
    La stranezza riguarda la sfocatura così accentuata, perchè il tempo di esposizione è molto breve (1/400″) mentre per ottenere un effetto BLURFO siamo nell’ordine di 1/50″. L’oggetto quindi, originariamente, avrebbe dovuto essere molto più a fuoco.

    E qui entrano in gioco altri fattori. L’oggetto è stato forse volutamente degradato per camuffare la sua vera natura? Risposta secca: Si. Paolo è riuscito a scoprire che l’immagine è stata processata con un programma di fotoritocco attraverso il quale è stato successivamente applicato il filtro “polvere e grana”. A conferma di ciò abbiamo due indizi forniti da alcuni programmi tra cui l’error level analysis, purtroppo offline al momento della stesura di questo articolo (ma potete provare il permalink qui), e jpegjudge, un software opensource che misura la qualità di una immagine jpeg secondo una scala che va da 0 a 1000. Il risultato:

    dyve@dyve-R610:~/Scrivania$ jpegjudge dsc0046rc.jpg
    dsc0046rc.jpg: 391

    Oltre a queste conclusioni c’è anche da considerare che la macchina fotografica Nikon d90 è afflitta da un noto problema di artefatti dovuto all’impiego dell’otturatore rotante in una particolare modalità di ripresa:

    As with other DSLRs, the D90′s CMOS sensor captures video frames using a rolling shutter, which may cause skewing artifacts during rapid camera or subject motion.

  • Considerazioni finali
  • Paolo Bertotti ha scritto un articolo molto esplicativo che mette in luce questa caduta di stile dell’ufologia italiana evidenziando come la correlazione tra l’UFO (o IFO) di San Lupo e, ad esempio, quella di Serino sia tristemente errata, dal momento che nel secondo caso non si trattava di BLURFO ma di riflesso di una lampada sul vetro (proveniente dall’interno del ristorante).
    Perchè minacciare querele invece che dimostrare che quell’oggetto sia in realtà una navicella spaziale guidata dal capitano Kirk? Non dovrebbe essere difficile se il Sig. Angelo Carannante afferma di possedere le prove?


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