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L’ultimo ordine

Creato il 09 marzo 2011 da Tnepd
L’ultimo ordine Tra i pochi precetti su cui si può oggettivamente fondare il carisma del buon capo c'è quello dell’ “ultimo ordine di routine della giornata”. Si tratta di una pratica troppo spesso sottovalutata nonostante sia capace di produrre straordinari benefici nell’interazione tra datore di lavoro e dipendente salariato.
L'annoso problema del supporto motivazionale al dipendente a salario fisso è stato più volte risolto, o parzialmente risolto, tramite l'utilizzo del sistema approvvigionale a risultato o con l'applicazione di un sistema misto. L'incentivo economico primario funziona quasi sempre ma peccheremmo se sottovalutassimo l'apporto motivazionale prodotto dal carisma del buon capo ed il conseguente risparmio economico derivante dalla minor necessità di incentivi monetari al dipendente a salario fisso. La pratica dell'ultimo ordine può all’uopo essere considerata uno strumento prossimo all’indispensabilità nella gestione della condotta di un capo efficace. Essa consiste nel conferire un ordine di routine che il dipendente salariato debba compiere come ultima operazione della giornata prima di andarsene dal luogo di lavoro. La natura di tale ordine di routine non è affatto casuale. Esso deve prevedere un utilizzo o una verifica da parte del capo successiva all'orario di lavoro del dipendente e precedente a quello successivo. Facciamo alcuni esempi.
L'ultimo ordine di routine della giornata da parte del padrone di casa alla sua domestica potrebbe essere: “E prima di andartene, ogni giorno, prepara un vassoio di frutta fresca e lascialo in frigorifero.” Quando poi il padrone di casa consumerà la frutta e con chi... ciò non è affar della domestica che il giorno successivo troverà il vassoio vuoto e si preoccuperà di riempirlo per la sera successiva. L'ultimo ordine di routine della giornata del capoufficio all’impiegato potrebbe essere: “E prima di andartene, ogni sera, lascia la relazione della giornata sulla mia scrivania.” Nulla importa se poi il capo la leggerà o meno, sarà sufficiente spostarla dal centro della scrivania al cuscino del divano o sullo schedario per convincere l’impiegato che la relazione è stata studiata a fondo in serata.
Gli esempi di ottimi ultimi ordini della giornata sono molteplici e cambiano contorni a seconda delle mansioni del dipendente a salario fisso. Ciò che più conta è che la natura dell'ordine preveda un utilizzo o una verifica da parte del capo nel lasso di tempo in cui il dipendente non lavora. Tale utilizzo o verifica deve essere palesata il giorno successivo agli occhi del dipendente, come descritto anche negli esempi.
I benefici di tale pratica sono infiniti. Ne citiamo qualcuno. Anzitutto il lavoratore dipendente, in genere scarsamente motivato dal salario fisso, penserà che il suo capo legga, verifichi, utilizzi ciò che lui ha predisposto come ultima operazione della giornata, come ultimo ordine di routine appunto. Più o meno consapevolmente e più o meno ripetutamente, il lavoratore dipendente tornerà a pensare all'oggetto dell'ordine. Nel corso del tempo libero penserà all'ambiente di lavoro, al suo capo in particolare, sapendo che il suo ultimo dovere è soggetto ad osservazione, ad utilizzo, a giudizio ma non sapendo quando e con che esito. A seconda del carisma generale del buon capo, lo stato del dipendente nel suo tempo libero potrà essere perciò: tranquillo, talvolta pensieroso, saltuariamente preoccupato, occasionalmente irascibile, ansioso, molto ansioso, stressato, traumaticamente stressato. Se il capo gode di adeguato carisma, qualsivoglia sia la condizione del lavoratore, tale pratica produce comunque un legame tra dipendente con salario fisso ad ambiente di lavoro nel corso del tempo libero.
La domestica del primo esempio potrebbe essere tranquilla perché, trovando il vassoio vuoto ogni mattina deduce che il padrone di casa ha mangiato la frutta e ne è rimasto soddisfatto. Quando il padrone vorrà comunicare la propria insoddisfazione, gli sarà sufficiente lasciare parte della frutta sul vassoio per provocare la conseguente preoccupazione nella domestica. L’impiegato del secondo esempio, vedendo spostata la relazione lasciata al centro della scrivania la sera precedente, penserà che essa sia stata letta dal capo in serata. Se il capo non presenterà obiezioni l'impiegato sarà più tranquillo, se invece il capo non ne fosse soddisfatto, sarebbe la miglior occasione di mettere il dipendente in posizione di inferiorità fin dal suo arrivo, di prima mattina, con una semplice occhiata.
L’ultimo ordine Alcuni capi tendono a simulare insoddisfazione costantemente per elevare lo stato di stress dei dipendenti. In ultima analisi, lo stato di stress dei dipendenti, sulla scala tranquillo-traumatico, tende ad allinearsi fino ad essere il medesimo del capo che però gode della facoltà di abbassare il proprio allo stato di tranquillo agendo inversamente su quello dei propri dipendenti. In ogni caso... l'obiettivo dominante della pratica dell'ultimo ordine di routine è di condizionare il dipendente, in differenti gradazioni di ansietà, a pensare al lavoro, al suo capo, al suo dovere anche nel corso del tempo non lavorativo. Nell’adeguato lasso di tempo tra esecuzione dell’ordine e conferma della sua adeguatezza il dipendente si sentirà sotto giudizio, sotto osservazione, anche quando potrebbe essere libero di pensare ad altro.
Un altro effetto positivo della pratica dell'ultimo ordine consiste nella derivante convinzione dei subalterni che il capo lavori più di loro. Il carisma del buon capo trarrà enorme beneficio da tale pratica, anche se l'ordine fosse del tutto inutile e la verifica non avvenisse.
Si pone l’eccezione di capi che gestiscano un numero considerevole di subalterni. Un facoltoso padrone di casa può aver a che fare con una manciata di domestici e non può certo mangiare cinque vassoi di frutta ogni sera. L'ordine alla cuoca potrebbe riguardare la frutta e per la donna delle pulizie l'ordine potrebbe essere, per esempio, di lasciare un fiore sul cuscino del letto che la mattina successiva sarà stato evidentemente rimosso. Un capoufficio può aver a che fare con decine di dipendenti e non sarebbe realistico che leggesse decine di relazioni ogni sera. Per esempio, alla segretaria potrebbe dar l'ordine di telefonare al bar dell'angolo ed ordinare un panino ed una tazza di caffé bollente che sarà consegnata dopo la partenza della segretaria stessa (n.b. Il buon capo lascia sempre il posto di lavoro per ultimo e da solo).    La pratica dell'ultimo ordine viene spesso confusa con quella dannosa dell'ordine posticipato. Essa consiste nel pretendere di occupare parte del tempo libero del dipendente impartendo un ordine da svolgersi nel corso dell'orario non lavorativo. Tale pratica è estremamente dannosa; soltanto buoni capi dall'elevato carisma possono permettersela occasionalmente senza provocare effetti demotivazionali nel dipendente a salario fisso. Assolutamente benigna e di maggior effetto risulta invece essere la pratica dell'ultimo ordine, se ben applicata. Essa è modulabile, flessibile, gratuita.

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