L’Unione Africana ha chiesto l’imposizione di sanzioni nei confronti dei responsabili dei combattimenti e delle violenze contro civili che si stanno verificando nello Stato petrolifero di Unity, dove in una sola settimana sarebbero dovute fuggire dai loro villaggi circa 100.000 persone.
“È fondamentale – si legge in una nota – lavorare per l’applicazione efficace delle sanzioni contro tutti coloro che minano la pace, violando il diritto umanitario internazionale e ostacolando i peacekeeper, in linea con la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu il 3 marzo 2015”.
Nello Unity le forze fedeli al presidente Salva Kiir stanno muovendo verso sud nel tentativo di costringere alla ritirata i ribelli guidati da Riek Machar prima dell’inizio della stagione delle piogge. Questa settimana la missione delle Nazioni Unite “Unmiss” ha denunciato devastazioni e violenze a danno dei civili nella località di Koch, non distante dalla cittadina di Leer e dal Nilo Bianco.
Promossa dagli Stati Uniti, la risoluzione del Consiglio di sicurezza prevede la possibilità di imporre sanzioni mirate, dal blocco dei beni all’estero ai divieto di viaggio, su singoli individui responsabili di minare la pace, commettere crimini di guerra o ostacolare l’aiuto di aiuti umanitari. Nello Unity i combattimenti si sono intensificati nonostante la firma nei mesi scorsi di accordi di principio per un cessate-il-fuoco e la costituzione di un governo di unità nazionale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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