di Francesco Sasso
I liber catuliano è formato da carmi di genere e metri diversi fra loro: i primi sessanta, di cui alcuni brevissimi, sono vari per metro e stile, in cui predominano argomenti legati all’esperienza personale del poeta (amori, nemici, polemica letteraria, amici); segue la parte centrale (dal 61 al 68), il gruppo dei poemi maggiori, in cui l’apparato mitologico e l’erudizione sono presenti in modo massiccio; chiudono la raccolta (cc. 69-116) gli epigrammi brevi in distici elegiaci nei quali ritornano gli argomenti legati all’esperienza personale del poeta. I carmi della prima e della terza sezione non si distinguono sostanzialmente per il contenuto, in quanto sono tutti di argomento personale. La raccolta è preceduta da una dedica a Cornelio Nipote.
Se pieni di dottrina sono i carmi dotti, di spontaneità dolorosa invece quelli autobiografici, di arguzia, di violenza, di malinconia e di vivacità quelli dedicati ai nemici e agli amici, tali da darci un perfetto quadro dell’animo di un uomo eccezionalmente geniale e sensibile. Infatti in Catullo, vita e letteratura sono strettamente legate.
Buona parte dei carmi, a parte quelli rivolti a Lesbia, sono indirizzati ad amici, e non è mai pura convenzione letteraria, ma reale e affettuoso colloquio con la persona dell’amico. Il sentimento dell’amicizia, come quello dell’amore per Lesbia, sono concepiti come vincolo di dedizione assoluta delle anime. Estrema importanza, in amore come in amicizia, ci dice Catullo, è il rispetto religioso della fides, della fedeltà della parola data. E quando questa è tradita, l’animo del poeta cede alla desolazione.
Accanto alla poesia dell’amicizia e dell’amore, troviamo anche quella degli affetti familiari. Di straordinaria intensità quelle dedicate alla morte del fratello.
Ma al centro della produzione catuliana, pur così ricca di motivi, sta la storia d’amore con Lesbia. I carmi d’amore delineano la vicenda amorosa attraverso una pluralità di motivi, quali l’esaltazione dell’amore, la gioia frenetica che sfiora il delirio, l’invito a vivere e ad amare, la disperazione e l’angoscia dinnanzi ai ripetuti tradimenti dell’amata, la descrizione di tutte le strategie per ricordare (vedi il caso del passer) o dimenticare Lesbia.
La vicenda d’amore raccontata da Catullo è universale: dopo l’innamoramento e le reciproche promesse, la donna si rivela diversa da quella sognata dal poeta. Le sue continue infedeltà distruggono l’immagine della donna, della compagna di tutta una vita. Svanito dunque il sogno di un amore eternamente felice, Catullo si tormenta, non riesce a risolvere l’intimo dissidio fra ragione e cuore, fra desiderio e collera; passando così da uno stato di esaltazione, causato dai ritorni di Lesbia, a uno stato di delirio e tormento. Fino alla terribile coscienza che l’amore per Lesbia è qualcosa di degradante per il poeta e, da qui, il desiderio di una catarsi spirituale. Siamo sulla soglia della morte del poeta.
Certamente più belli sono i carmi che sgorgano dall’animo del poeta, vibrante di un amore, di una tenerezza, di una dedizione e di una umanità così totale e profonda, che non si può non essere colpiti e trovarvi sempre qualcosa che ci tocca profondamente. E’ l’Universale espresso da Catullo: la gioia, il dolore dell’uomo. Catullo è riuscito, forse primo nella cultura occidentale, ad esprimere se stesso con una tale potenza espressiva e verità, da dar voce a quei sentimenti eterni di noi tutti.
f.s.
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