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L’uomo con i pugni di ferro

Creato il 21 febbraio 2013 da Ildormiglione @ildormiglione

Man With The Iron FistRZA, leader indiscusso del gruppo hip hop Wu tang Clan, non è del tutto estraneo al mondo del cinema avendo di fatto curato le colonne sonore di alcuni film di Tarantino (“Kill Bill vol.1 e 2” e “Django Unchained“), di un film di Jim Jarmush (“Ghost dog“) e di alcuni blockbuster come “Repo Men” e “Blade Trinity“, ma poi un bel giorno ha deciso di scrivere una sceneggiatura e farci un film con lui nei panni di regista e protagonista. Il risultato? Scopriamolo assieme. “L’uomo con i pugni di ferro” è un film che all’inizio vede la scritta “Presentato da Quentin Tarantino“, ed è un messaggio da prendere con le pinze: il cineasta più amato dalla critica ha presentato film come “Hostel” dell’amico Eli Roth (che cura la sceneggiatura insieme a RZA di “L’uomo con i pugni ferro“), “Hero“, “Hell Ride” o anche “My name is modesty“, che non sono tutti propriamente dei capolavori. Detto ciò, tornando al film, si narrano le vicende di alcune bande di guerrieri cinesi, sullo stile dei Kung-fu movie e del Wuxiapian (i film cinesi che vedono tra i protagonisti spadaccini volanti, guerrieri invincibili ecc… per intenderci qualcosa del tipo “La tigre e il dragone“, “La foresta dei pugnali volanti” o “Sette spade“). Il cast è di quelli eccezionali e vede star internazionali come Russell Crowe e Lucy Liu, e star orientali come Gordon Liu (“Kill Bill vol.1 e 2“), Rick Yune (“Fast and Furious“) e Jamie Chung (“Sucker Punch“). Ma dopo questa carrellata di buone premesse ed una presentazione degna di film cult, si iniziano sin da subito ad evidenziare alcuni momenti estremamente sopra le righe, e a qualcuno piaceranno, dove si mescolano generi diversi, e questo non sempre è un pregio se, ad esempio, lo splatter si mescola al wuxiapian risultando persino disturbante rispetto all’estetica raffinata ed elegante del genere cinese. Anche la storia, che di certo non fa dell’originalità il proprio punto di forza, sembra perdersi in incongruenze e ingenuità che si mescolano con esagerazioni varie ed eventuali come l’uomo di ottone, interpretato dal wrestler Batista, ossia un uomo enorme capace di trasformare il proprio corpo in ottone diventando indistruttibile; oppure il pugnale/pistola che usa Russell Crowe che è forzatamente kitsch ed esasperato; o le braccia di ferro, che danno il titolo al film, che lo stesso RZA indosserà quando gli taglieranno le braccia. Insomma, una serie di esaltazioni confuse e vorticose, che si perdono nella regia acerba di RZA, che compie il passo più lungo della gamba decidendo anche di essere il protagonista e, diciamolo francamente, non è un granché di attore. Altre note fortemente negative sono la mancanza, quasi totale, di profondità dei personaggi, che invece ne richiederebbero a vagonate per la loro natura, e soprattutto la privazione senza senso di intimità e accorgimenti per alcune situazioni, come determinate morti importanti, che necessiterebbero di ben altra trattazione. Le idee e la passione non mancano, ma ciò che manca è un po’ di criterio e di scelte che non siano scellerate, e nonostante la spettacolarità dei combattimenti che di certo consentirà di passare una piacevole ora e mezza, con qualche buono spunto e qualche citazione (la più lampante è la scena degli specchi simile a “I tre dell’operazione drago“), il film si consuma man mano che RZA decide di inserirci qualche altra evitabilissima americanata che va a gonfiare un ridondante bottino di eccessi stilistici. Altra scelta poco condivisibile, forse la più avventata, è quella di relegare ad un film del genere una colonna sonora prettamente hip hop, che stona parecchio con l’ambientazione orientale e con il genere scelto, risultando in alcuni momenti persino irritante. Fa venir voglia di abbassare totalmente il volume e godersi solo le scene di combattimento. Perchè i combattimenti sono l’unica grande cosa che salva il film (a parte il combattimento finale che dovrebbe essere il più esaltante ed invece risulta il più insipido), e a RZA si può anche perdonare la sua prima volta da regista perchè tutto sommato si può apprezzare la voglia e la passione per il cinema. In poche parole, sarà poco carino da dirsi, ma questo film sembra a volte un’autocelebrazione di RZA che è sceneggiatore, regista, protagonista, e probabilmente curatore della colonna sonora, ma sicuramente è il maggior artefice di questo fragoroso flop.

Voto 5-/10



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