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La benedizione del colpevole

Da Cinabro
Vostro onore, lei è troppo ambiguo per rendersi conto che io sono colpevole.
Può una mente perversa sentirsi così lontano dal delitto da poterne dedicare una colpa? Non credo.
La natura della benedizione è forte quanto la purezza di chi la invoca, lei è capace di tanto?
Non credo.
Quindi l’unica cosa di cui verrò punito è inventare scoiattoli multicolore, case fatte a pezzi dai colori, finali egoisticamente felici.
Ma sappiamo bene che la colpa si distingue dal boia, solo nel senno di poi, per questo io la benedico, non per la mia purezza, non creda, io al massimo sono solo cosciente, ed è già molto più che vivere.
La benedico affinchè possa esserle insopportabile essere felice per un attimo, per il resto della sua vita tenterà di ritrovare quella sensazione, ma sarà troppo legato al suo essere così “giudice” per poterli ritrovare.
Signor giudice, addio

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