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La Bibbia firmata Chagall: “La partenza di Giacobbe per l’Egitto”

Da Leragazze

La Bibbia firmata Chagall: “La partenza di Giacobbe per l’Egitto”

L’illustrazione n. 24, “La partenza di Giacobbe per l’Egitto”, conferma ulteriormente l’amore di Chagall per i mix grafici tra Bibbia ebraica e Vangeli… ma il punto focale sarà un altro.

Il riferimento all’iconografia cristiana si trova in basso a destra, con la figura della donna incinta che viaggia a dorso d’asino. Evidente il richiamo alla scena pre-natalizia della Madonna che va a Betlemme per dare alla luce Gesù; ma con un interessante raddoppiamento, perché qui la situazione è quella della “Fuga in Egitto” per scampare alla persecuzione di Erode, ossia DOPO la nascita di Gesù. Del resto, le due immagini erano molto simili anche nella tradizione pittorica, cfr. Giotto ecc.

In pratica, Chagall concentra almeno tre cronologie: il viaggio di Giacobbe e “famiglia” (in senso lato) verso l’Egitto, il viaggio di Maria di Nazareth verso Betlemme, il viaggio di Maria verso l’Egitto. Il messaggio comune direi che è quello di un popolo in costante situazione di “esodo” e/o persecuzione. La donna incinta, nella poetica di Chagall, rappresenta quanto di dolce, e anche di fragile, c’è nell’esistenza umana.

Tuttavia a incuriosirmi è soprattutto un altro dettaglio, ossia il cammello. Un animale che compare in numerosissime incisioni bibliche di Chagall (qui spesso non riportate). In alcuni casi era lo stesso testo biblico a postularne la presenza, ma l’artista lo inserisce di propria iniziativa anche in tante altre scene.

L’idea che mi sono fatto è che il cammello, nelle prescrizioni alimentari del Levitico, conta tra gli animali “impuri”. Per buona misura, Chagall aggiunge spesso un ulteriore animale “impuro”, ossia il cane; anche qui, in basso al centro. La chiave di lettura potrebbe fornirla Primo Levi: solo l’“impurità” genera la vita; solo il miscuglio e il guazzabuglio rendono possibile l’insorgere e lo svilupparsi di qualsiasi cosa in questo nostro pazzo mondo. I gas “nobili”, viceversa, sono “inerti”.

Per Levi, questa era una chiave di lettura per la sua esistenza personale e per quella del mondo (cfr. il simbolo del centauro nell’omonimo racconto; e tanti altri racconti, dai primi agli ultimi della sua produzione). Pare che Chagall sia d’accordo con lui.

dhr



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