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La Bibbia: Mosè

Creato il 29 agosto 2013 da Lory663
La Bibbia: Mosè
La Bibbia: Mosè >>...Gli Egiziani, vedendo che gli Ebrei si moltiplicavano tanto rapidamente e diventavano sempre più ricchi e potenti, cominciarono a temerli. Perciò presero a maltrattarli imponendo loro forti tasse e costringendoli a lavorare come schiavi nelle cave di pietra, nelle costruzioni delle piramidi ed a sopportare le più dure fatiche dei campi sotto la sorveglianza di soldati, che non concedevano loro alcun riposo. Ma poichè, nonostante ogni persecuzione, il numero degli Ebrei continuava ad aumentare, il Faraone emanò un editto che diceva:"Tutti i figli maschi nati da donne ebree saranno fatti morire". Pianti e preghiere si alzarono allora dal cuore di ogni Ebreo a Dio il quale ne fu commosso e preparò un salvatore al suo popolo. Infatti, una donna della tribù di Levi ebbe un figlio di straordinaria bellezza che riuscì a tenere nascosto per tre mesi: ma poi, nel dubbio che il Faraone scoprisse il fanciullo, lo mise in un cesto di vimini e lo depose fra i canneti della rive del fiume, nel punto dove la figlia del Faraone soleva fare il bagno. La principessa, alla vista del bellissimo fanciullo, s'intenerì: "Questo è certamente un piccolo ebreo destinato a morire" esclamò. Allora la sorella del bimbo, che si era nascosta nelle vicinanze, si offerse di cercare una donna che allevasse il neonato e lo rendesse, poi, grandicello, alla principessa. Così il fanciullo crebbe con la madre e all'età di tre anni, fu portato alla principessa che lo adottò chiamandolo Mosè, che vuol dire "salvato dalle acque". Essa, poi, lo fece educare alla corte del Faraone come un principe di sangue reale.
La Bibbia: Mosè Ma un giorno Mosè (aveva allora quarant'anni), vedendo un Egiziano battere crudelmente un Ebreo, si lasciò trasportare dall'ira e, avventatosi contro l'oppressore, lo uccise. Quindi fuggì, temendo la collera del Faraone, il quale, infatti, saputa la cosa, ordinò che Mosè fosse ricercato e condannato a morte.
Mosè si era messo al sicuro rifugiandosi presso un pastore dell'Arabia; qui, egli rimase per parecchi anni e, forse, si era già dimenticato del suo popolo, quando un giorno, pascolando il gregge nei pressi del monte Oreb, vide un roveto che bruciava senza consumarsi. Incuriosito, fece per avvicinarsi ma una voce lo fermò:" Non avvicinarti, Mosè, perchè la terra che calpesti è sacra. Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. I gemiti del mio popolo schiavo in Egitto mi hanno commosso. E' venuto il tempo in cui io lo libererò e gli darò una terra grande e feconda: la terra di Canaan. Tu guiderai il mio popolo e sarai il suo Capo. Vai dunque dal Faraone e digli che liberi gli Ebrei".
"E chi sono io, o Signore, per poter fare tanto? E come mi crederanno i miei fratelli?" rispose Mosè, atterrito da una così difficile missione. Ma Dio lo rassicurò e a prova della sua assistenza gli ordinò di gettare a terra la sua verga, e questa si mutò in serpente. Quindi Mosè si mise in viaggio verso l'Egitto. Per via incontrò il fratello Aronne e con lui, dopo aver ripetuto le parole di Dio al popolo, si recò dal Faraone al quale disse:" Il Dio d'Israele ti ordina per bocca nostra di lasciar libero il popolo ebreo affinchè possa raggiungere la terra che gli è destinata, al di là del deserto".
"Chi è mai questo Dio di cui mi parlate per cui io debba ubbidire ai suoi ordini? Io non lo conosco e non libererò il vostro popolo!" rispose il Faraone indignato ed atterrito al pensiero di perdere gli Ebrei che eseguivano i lavori più pesanti in tutto l'Egitto. Ed in tale rifiuto si ostinò tutte le volte che Mosè ed Aronne, per ordine di Dio, tornarono a lui. Allora Dio mandò terribili castighi a tutto il popolo egiziano: le acque del Nilo furono cambiate in sangue; il paese fu invaso da grosse rane; nuvole di mosche e di ancor più fastidiosissime zanzare molestarono uomini e animali; il bestiame morì quasi tutto per una terribile epidemia; una nube di cenere, posandosi sulle persone, le riempì di piaghe; una spaventosa tempesta di grandine mista a fuoco uccise tutti gli uomini e gli animali che trovò in aperta campagna; miriadi di cavallette divorarono poi quanto era rimasto del raccolto; l'oscurità della notte durò tre giorni interi. Infine, insistendo il Faraone nel suo insano proprosito, tutti i primogeniti degli Egiziani morirono in una sola notte. Da questi flagelli, che furono detti " le piaghe d'Egitto", rimasero esenti solo gli Ebrei, le loro case, i loro campi ed i loro greggi. Nella stessa notte in cui morirono i primogeniti degli Egiziani, tutti gli Ebrei, per ordine di Mosè, arrostirono un agnello e lo mangiarono con pane azzimo (cioè senza lievito) e lattughe selvatiche, stando in piedi attorno alla tavola, vestiti con gli abiti da viaggio e col bastone in mano. Così gli Ebrei si prepararono alla partenza ed in seguito ricordarono quest'ultima cena in terra d'Egitto con la solennità della Pasqua, ripetendo ogni anno la stessa cena nella stessa maniera.
.... Verso la terra promessa
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