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La bufala dell’Apollo 20, un evergreen!

Creato il 10 luglio 2014 da Psicosi2012 @martini_mat

Perdona, monna Terra, se io ti rispondo un poco più liberamente che forse non converrebbe a una tua suddita o fantesca, come io sono. Ma in vero che tu mi riesci peggio che vanerella a pensare che tutte le cose di qualunque parte del mondo sieno conformi alle tue; come se la natura non avesse avuto altra intenzione che di copiarti puntualmente da per tutto. Io dico di essere abitata, e tu da questo conchiudi che gli abitatori miei debbono essere uomini. Ti avverto che non sono; e tu consentendo che sieno altre creature, non dubiti che non abbiano le stesse qualità e gli stessi casi de’ tuoi popoli; e mi alleghi i cannocchiali di non so che fisico. Ma se cotesti cannocchiali non veggono meglio in altre cose, io crederò che abbiano la buona vista de’ tuoi fanciulli; che scuoprono in me gli occhi, la bocca, il naso, che io non so dove me gli abbia.

Giacomo Leopardi, estratto da “Dialogo della Terra e della Luna”, Operette Morali.

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Sono davvero impazzito? Cosa c’entra Leopardi con le bufale che ogni giorno si rincorrono sul web? In questo pezzo che ho estratto è la Luna che sta parlando alla Terra ed in particolare la accusa di pensare che tutto ciò che esiste in Natura sia conforme a quello che avviene sul nostro pianeta. In particolare, solo poche battute prima, la Luna raccontava alla Terra di essere abitata ma di abitanti che non sono uomini, che non possono essere immaginati da chi è chiuso nel suo pensiero e che la bellezza della creazione è anche nella diversità delle realtà e degli ambienti creati.

Perché ho voluto iniziare questo articolo con questa citazione? Data la sua vicinanza che la rende perfettamente visibile agli occhi, la Luna è uno dei corpi del Sistema Solare che da sempre ha stimolato la fantasia degli esseri umani. Fantasie che spaziano su temi diversi ma che, come è ovvio, sono sempre concentrate soprattutto sul fatto che il nostro satellite possa essere abitato da esseri intelligenti. Questo, ovviamente, complice anche il fatto che siamo riusciti a raggiungere e camminare sulla sua superficie, ha da sempre creato moltissime speculazioni su segreti celati dai potenti ai poveri mortali.

Apro e chiudo una breve parentesi. Dal momento che ho appena scritto “siamo riusciti a camminare sulla sua superficie”, vi ricordo che in questo articolo:

Ecco perche’ Curiosity non trova gli alieni!

abbiamo già parlato dell’assurdità delle affermazioni sui viaggi lunari e sulla certezza che l’uomo è stato sulla Luna. Questo giusto per essere precisi ed evitare polemiche a cui abbiamo già dato una risposta.

Detto questo, proprio negli ultimi giorni, alcuni siti complottisti hanno rispolverato uno dei temi che possiamo definire un evergreen della teoria del complotto che è quello della Missione Apollo 20.

Apollo 20? Forse c’è un errore. Tutti sanno che i programmi Apollo sono arrivati fino a 17. Perché si parla di 20?

In realtà, le missioni Apollo 18, 19 e 20 sono state inizialmente messe in programma, ma poi cancellate per assenza di fondi. Il motivo di questa scelta è presto detto: la conquista della Luna rappresentava certamente una sfida tecnologica e scientifica molto importante per diversi settori della ricerca, ma il tutto fu accelerato da motivi politici contestualizzabili al periodo storico a cui ci riferiamo. La conquista dello spazio era uno dei campi di battaglia non armata su cui si fronteggiavano i due grandi blocchi della guerra fredda: Stati Uniti da un lato e Unione Sovietica dall’altro. Quando l’Apollo 11 si posò sulla superficie e i suoi occupanti poterono fare la prima passeggiata fu un momento storico che decretò anche il vincitore della corsa allo spazio e, in altra chiave di lettura, il predominio di una filosofia rispetto all’altra. Le missioni successive, a parte Apollo 13 a causa delle problematiche note a tutti, videro scemare molto velocemente l’interesse dell’opinione pubblica anche perché, come spesso mi sento dire, di “sassi” ne avevamo raccolti a sufficienza. Questa breve parentesi storica spiega bene il perché le ultime tre missioni vennero cancellate e le risorse e le tecnologie impiegate per altri programmi di maggiore interesse.

Nonostante questo, negli anni diverse storie si sono rincorse sulle ultime tre missioni ed in particolare su Apollo 20 che non solo sarebbe partito grazie ad una collaborazione congiunta USA-URSS ma lo avrebbe fatto con un chiaro scopo: recuperare una nave aliena fotografata dalle missioni precedenti.

Certo, detto in questo modo, nessuno, almeno spero, avrebbe creduto a queste fantasie da quattro soldi. Perché allora la storia dell’Apollo 20 è divenuta così famosa negli anni al punto da essere ritirata fuori a cadenza regolare?

Come sempre avviene, in storie di questo tipo la rete ha il suo ruolo da protagonista. Nel 2007, un utente caricò su Youtube un video in cui mostrava alcuni fotogrammi raccolti dalla missione Apollo 15, concentrandosi in particolare su una zona in cui si osserva una struttura abbastanza regolare di forma allungata. Secondo l’utente, la costruzione sarebbe un’astronave abbandonata sulla Luna e proprio grazie a questa identificazione, ed in completo segreto, le due agenzie spaziali più avanzate al mondo decisero di unirsi in una missione congiunta per andare ad esplorare e recuperare il reperto. Per completezza di cronaca, vi riporto l’immagine incriminata:

AS15-P-9625

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ma, soprattutto, uno zoom della regione in cui si troverebbe l’astronave aliena:

La bufala dell’Apollo 20, un evergreen!

Zoom dell’immagine precedente con il “dettaglio” della nave aliena

Chi era questo utente? Il misterioso personaggio si identificò come William Rutledge, a suo dire uno degli uomini dell’equipaggio dell’Apollo 20 che ora vivrebbe in Ruanda. Oltre alla misteriosa struttura, nel video caricato si vede anche l’interno della nave, perfettamente conservata, e, indovinate un po’, alieni dormienti. In particolare, uno di questi corpi umanoidi, di sesso femminile, è noto alle cronache come “Monna Lisa”. Eccovi una parte del video in questione in cui si vede l’interno dell’astronave e appunto l’alieno femmina che dorme:

Priam di continuare, lasciatemi fare qualche considerazione personale su cui potete o no essere d’accordo. In questo blog ci siamo occupati davvero di molte bufale e molte di queste erano assolutamente più credibili di questa sull’Apollo 20. Le argomentazioni a sostegno di questo complotto sono davvero molto deboli e assolutamente poco credibili. Perché allora è divenuta così famosa? In primis, perché si tratta di una delle prime costruite e pubblicizzate via rete ma, soprattutto, perché diverse volte è stata citata anche da fonti, almeno secondo il pensiero di molti, autorevoli. Alcuni esempi: giornali nazionali come il Corriere della Sera e la trasmissione Mistero. Come sempre ripetiamo, credibili o meno dal punto di vista scientifico, canali di informazione come TV e giornali hanno un enorme potere sulle persone che spesso prendono per buono quello che gli viene raccontato fidandosi del canale con cui questo viene propinato.

Ragionando insieme, è possibile che ci siano state missioni Apollo tenute nascoste all’opinione pubblica? Per lanciare le missioni, venivano usati razzi Saturn V. Per chi non li conoscesse si tratta di “giocattoli” alti quasi 100 metri. Secondo voi, come avrebbero fatto a tenere nascosta una costruzione del genere? Tra l’altro, sempre secondo il presunto membro dell’equipaggio, il lancio sarebbe avvenuto a Vandemberg in California, questo per tenere nascoste tutte le fasi preparatorie utilizzando una base diversa rispetto al solito. Questo particolare, che può sembrare un’inezia ci conferma invece l’assurdità delle affermazioni e, soprattutto, che questo utente ne sa veramente poco di lanci nello spazio.

Perché dico questo? Per poter lanciare qualcosa nello spazio, prima di tutto si “spara” sfruttando il verso di rotazione della Terra. Questo, per un concetto di moti relativi, ci fa guadagnare sulla spinta e dunque risparmiare sul dispendio di energia per il lancio. Inoltre, normalmente, i lanci vengono fatti sulla costa orientale degli Stati Uniti mai su quella occidentale. Il perché di questo è di facile comprensione: se ci dovesse essere qualsiasi problema nelle prime fasi della salita, tenendo a mente il discorso sulla rotazione terrestre, il lanciatore finirebbe in mezzo all’oceano e non certo sulla terra ferma con il rischio di provocare una strage. Detto questo, il signore che ha caricato il video è tutt’altro che un astronauta.

Altre considerazioni semplici. La foto da cui siamo partiti che mostra dove si troverebbe il relitto dell’astronave è un documento pubblico scaricabile da chiunque, così come ha fatto l’autore del video originale. Sempre secondo voi, se Stati Uniti e URSS avessero identificato qualcosa di anomalo nelle foto e avessero voluto mantener il segreto più assoluto, avrebbero lasciato la foto in bella mostra visibile a tutti?

Inoltre, anche se il lancio fosse riuscito in pieno silenzio e senza essere scoperti, nessuno si sarebbe accorto di una Saturn V che vola verso l’esterno uscendo dalla nostra atmosfera? Così come avvenne nelle precedenti missioni Apollo, il lancio venne seguito anche da molti astrofili amatoriali che potevano vedere molto bene la scia del razzo che usciva dall’atmosfera. In questo caso, giusto per essere chiari, parliamo di centinaia di persone assolutamente estranee ai fatti e che sarebbero impossibili da controllare. Detto in altri termini, se avessero visto qualcosa si sarebbe saputo all’istante!

Dunque, la storia dell’Apollo 20 è, e resta, una bufala bella e buona. Purtroppo, resto sempre amareggiato nel constatare come storie di questo tipo possano riaffiorare a distanza di anni ma mai con particolari interessanti o almeno aggiornati. La cosa più preoccupante, come detto, è che ci sono tanti mezzi di comunicazione che da anni hanno lasciato la strada dell’informazione per un mero discorso commerciale e di manipolazione delle idee. Così come sappiamo bene: il complottismo vende e vende bene, troppo spesso molto di più della verità.

 

Psicosi 2012. Le risposte della scienza”, un libro di divulgazione della scienza accessibile a tutti e scritto per tutti. Matteo Martini, Armando Curcio Editore.



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