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La candelora e le previsioni del tempo

Creato il 02 febbraio 2015 da Berenice @beneagnese
La candelora e le previsioni del tempo'Cannellòra, cannellòra, se ce piòve o se ce nengue dell'inverno sèmo fòra/ se ce dà lu sulicillu sémo a mézzu invernicillu'. (Candelora, candelora, se piove o nevica siamo fuori dall'inverno, se c'è il sole siamo nel mezzo dell'inverno)

La festa della Candelora, che la chiesa cattolica celebra il due febbraio ricordando la Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme e la Purificazione di Maria a quaranta giorni dal parto, nel mondo contadino ha sempre rappresentato un caposaldo per le previsioni meteorologiche.

Dal tempo atmosferico della Candelora gli agricoltori traevano i segnali per le settimane successive, condensando in appositi proverbi le loro osservazioni.

Nella mia famiglia umbra il detto che viene recitato prevede che il brutto tempo del due febbraio sia segno di un inverno ormai concluso; la presenza del sole, invece, prevede ancora giorni di freddo e avversità.

In altri luoghi, però, il proverbio sembra proprio affermare il contrario. Come segnala Bruna Stefanini, autrice del bel blog http://pocolontano.myblog.it/, in alcuni posti delle Marche si dice così:

'Candelòra, candelòra, dell'inverno sémo fòra, se ce nengue e se ce piove ce ne fa quarantanove', sostenendo che la neve e la pioggia del due febbraio presagiscono la continuazione del brutto tempo per altri quarantanove giorni.

Chi avrà ragione? Ognuno avrà fatto le sue considerazioni e, se neppure oggi con i mezzi tecnologici a disposizione si riesce a essere precisi sull'andamento delle stagioni, bisognerà rassegnarsi al fatto ' che il tempo è lo sua e Cristo manna lo friddu secondo li panni'

Distribuzione e impiego delle candeline della Candelora

Le candeline che nelle chiese vengono distribuite il giorno di Candelora simboleggiano la luce di Gesù portata nel mondo e si sono sovrapposte alle fiaccole del rito pagano dei Lupercalia, celebrati nell'antica Roma come segno di purificazione. I luperci erano i membri della comunanza fondata da Romolo in onore della lupa che lo aveva nutrito; essi durante i Lupercalia percorrevano il colle Palatino frustando chiunque incontravano sul loro cammino, in particolare le donne che con l'espiazione traevano stimolo alla fecondità. Anche il rito celtico chiamato celebrava a inizio febbraio il ritorno della luce coincidente con la fase discendente dell'inverno.

Il giorno dopo la Candelora, il 3 febbraio festa di San Biagio, il sacerdote incrocia due candeline benedette e le poggia sulla gola dei fedeli per preservarli dalle malattie della gola; il giorno di santa Croce, il tre di maggio, nelle campagne qualcuno conficca ancora delle croci di canna recanti sulla sommità la palma d'ulivo, un giglio e un pezzo di candelina per proteggere campi e raccolti minacciati dalla grandine e dagli insetti.

In casa la candelina trovava posto sopra il letto insieme alla palma e all'immagine sacra della Vergine col Bambino.

La candela veniva anche usata a protezione dei temporali: si poneva fuori dall'uscio o sul davanzale della finestra, insieme ai ferri del focolare, per scongiurare la caduta di fulmini e saette

Infine, in modo apparentemente poco rispettoso ma terapeutico, le candeline talvolta venivano usate per sbloccare le costipazioni intestinali dei bambini .


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