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“La casa dei giochi”

Creato il 07 agosto 2010 da Cinemaleo

1987: House of Games di David Mamet

“La casa dei giochi”
 
“La casa dei giochi”

Prima regia di uno degli autori più acclamati della scena teatrale americana.

 

In campo cinematografico David Mamet si era fatto già apprezzare come abile sceneggiatore (si pensi a Il postino suona sempre due volte, Il verdetto,Gli intoccabili), come regista ha sempre realizzato opere di estremo interesse, da La formula a Il colpo a Hollywood Vermont.

In La casa dei giochi (a cui la 44a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia attribuì numerosi premi) ritroviamo le principali caratteristiche del suo modo di fare cinema: una storia ben ideata che riserva continue sorprese, una sceneggiatura solida che punta non tanto sull’azione quanto sui dialoghi mai banali o superficiali,  personaggi psicologicamente strutturati e sfaccettati con acume e intelligenza, una conduzione degli attori da plauso.

“Un thriller psicologico a tensione crescente” (Il Giornale) che non delude gli amanti del genere, ma non solo. Il film è qualcosa in più. E’soprattutto un ritratto, lucido spietato amaro… ma anche ironico, di esseri umani più o meno repressi e dei loro bisogni inconsci, bisogni che una volta portati alla luce sono difficilmente controllabili. Tutto ruota intorno alla figura della protagonista, una psicanalista di successo, tutta regole e doveri, molto sicura di sé… ma solo in apparenza. Una figura problematica, repressa e insoddisfatta, interpretata mirabilmente dalla stessa moglie del regista, Lindsay Crouse, attrice dalla grande personalità che il cinema, a differenza della televisione, imperdonabilmente ha poco sfruttato (la Crouse attualmente è una delle protagoniste di una delle serie di maggiore successo, Law & Order: Special Victims Unit).

Il film è “un perfetto  meccanismo a scatole cinesi, dove ogni sorpresa ne contiene sempre un’altra” (Leonardo Paroli), un film sulla manipolazione, sull’inganno, sulla finzione nella finzione in cui continuamente ci chiediamo se quanto vediamo sia vero o sia frutto di mistificazione. Un’opera originale e coinvolgente che ha il merito di porre allo spettatore più di un inquietante interrogativo (quanto siamo disposti a rischiare per sfuggire a una vita che reputiamo monotona e grigia? il nostro senso morale è genuino o è una semplice conseguenza di condizionamenti e consuetudini pigramente subiti? l’onestà ci attira più della furbizia? è possibile nascondere ciò che pensiamo e vogliamo veramente?…).

p.s.

Coprotagonista del film è un Joe Mantegna in stato di grazia. 

scheda  

premi e riconoscimenti 

“La casa dei giochi”

 


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