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La cellula ritrovata - Recensione - Xbox 360

Creato il 14 agosto 2013 da Intrattenimento

Sam Fisher è tornato in uno dei capitoli più completi della serie; ecco la nostra recensione

Una delle saghe più durevoli ma al contempo sofferte di Ubisoft, quella della cellula fantasma, ha visto nel precedente episodio Conviction una serie di cambiamenti estremamente dibattuti. Meno rigoroso rispetto agli albori, il gioco presentava venature maggiormente action e uccisioni spettacolari, ma i puristi non hanno apprezzato particolarmente le tante defezioni a carico del lato stealth, come l'impossibilità di occultare i cadaveri nemici. Ne è seguita una sorta di crisi creativa che ha portato a spostare i lavori negli studi di Ubisoft Toronto, capitanati dall'affascinante Jade Raymond, per riportare il franchise allo splendore di un tempo.

La cellula ritrovata
Dopo tre lunghi anni siamo finalmente arrivati al momento fatidico, Sam Fisher è tornato con un'avventura nuova di zecca che si ricollega agli eventi narrati nei capitoli precedenti, tra questi il rapporto con la figlia Sarah e il ritorno di colleghi storici della serie; anche se è possibile seguire le vicende senza conoscere questi riferimenti, risulta chiaro come la storia sia sostanzialmente una continuazione di Conviction, dal quale riprende i toni. Una nuova minaccia rischia di oscurare la serenità del paese, quella degli Ingegneri, una pericolosissima organizzazione terroristica dotata di tecnologie all'avanguardia. Dopo un sanguinoso assalto alla base militare di Guam il gruppo informa le autorità sulle proprie malsane intenzioni, una serie di attacchi terroristici scanditi su quella che viene definita la lista nera. Viene quindi allestito un nuovo gruppo antiterroristico denominato Fourth Echelon, in grado di muoversi a bordo del tecnologico aeroplano Paladin e che vede tra i suoi componenti il nostro buon Sam Fisher. Sfruttando proprio il pannello principale del Paladin, dobbiamo affrontare una lunga serie di missioni in luoghi disparati per indagare sulle operazioni effettuate dagli Ingegneri, in modo da scoprire la loro identità e porre fine all'incubo della loro minaccia. Tom Clancy's Splinter Cell: Blacklist - Trailer di lancio
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Tom Clancy's Splinter Cell: Blacklist - Trailer di lancio

Fammi vedere come giochi e ti dirò chi sei

Come già appurato nella nostra anteprima, il Paladin si riconferma una delle caratteristiche più innovative di Splinter Cell: Blacklist, tanto che il gioco non ha neanche un menu principale, ma è interamente gestito all'interno dell'aereo, una vera e propria area liberamente esplorabile e che dà accesso alle varie parti del gioco. In questa maniera i capitoli della campagna si mescolano con le missioni in co-op, il versus online e le sfide proposte dai server Ubisoft, il tutto senza soluzione di continuità. Il giocatore è quindi libero di scegliere come affrontare il gioco e beneficiare di ogni sua parte come un unico ecosistema. Ogni missione porta a incrementare la valuta interna che possiamo investire in gadget tecnologici sempre più sofisticati; il negozio interno è direttamente collegato alle impostazioni di briefing, lungo un'esperienza palesemente maturata in un'altra produzione Ubisoft, Ghost Recon: Future Soldier. Ma non solo, lo stesso Paladin può essere potenziato con i soldi guadagnati, offrendo una serie di vantaggi considerevoli nelle missioni che tornano particolarmente utili nei livelli più alti.

La cellula ritrovata
Una struttura molto stimolante e che rafforza le dichiarazioni rilasciate dalla Raymond in merito all'importanza delle modalità online. Nonostante questo aspetto, gli sviluppatori non hanno trascurato la campagna single player, tra le più lunghe, variegate e rigiocabili della serie, sulle dieci ore circa a seconda del livello di difficoltà e l'approccio utilizzato dal giocatore. L'altra novità è rappresentata dai tre profili di combattimento presi in esame dal sistema di valutazione: Ghost, Assault e Panther, dove il primo rappresenta il purista stealth, il secondo chi predilige lo scontro frontale e il terzo una via di mezzo. Il funzionamento di questo sistema è semplice quanto efficace: una volta conclusa la missione, sia online che non, il gioco assegna punteggi su ognuno dei tre profili e un adeguato compenso monetario. In questa maniera è possibile confrontare i propri risultati con quegli degli amici online, mentre sono presenti dei target di punteggio specifici che obbligano ad affrontare i livelli in modo da soddisfarne i requisiti.
La cellula ritrovata
L'idea è quella di stimolare la rigiocabilità degli scenari, una caratteristica già amplificata dalla presenza di strade e metodologie diverse per arrivare all'obiettivo. Nonostante un'esecuzione sostanzialmente già stabilita, gli scenari si aprono all'interpretazione personale e offrono vari spunti per interagire con l'intelligenza artificiale e i vari gadget messi a disposizione, liberamente selezionabili da una pratica ghiera richiamabile con la croce direzionale. L'ultima parola sulla linea da seguire spetta sempre al giocatore, a partire dalla scelta se uccidere o tramortire i nemici, mentre l'operazione di recupero delle caratteristiche del franchise contempla sia il ritrovato occultamento dei corpi che le esecuzioni multiple già viste in Conviction. La campagna esalta in ogni momento tali prerogative offrendo situazioni sempre diverse: in un livello palesemente ispirato alla saga di Hitman dobbiamo sfruttare un drone con controllo remoto attraverso un minigioco dedicato, mentre in una sezione ambientata a Philadelphia ci troviamo ad utilizzare la visuale in prima persona al posto della canonica terza. Questa singolare particolarità è un'introduzione a uno dei ritorni più sorprendenti della storia del franchise, la modalità competitiva Mercenari contro Spie della quale parleremo in seguito.

Un Sam in gabbia

Non tutto purtroppo funziona come dovrebbe in Blacklist, nonostante l'impegno e l'ambizione nel voler edificare il più bel Splinter Cell di sempre, permangono i difetti storici della serie che si traducono in un'intelligenza artificiale non sempre convincente. Le ronde di controllo sono implacabili nell'esaminare tracce, individuare Sam o i corpi abbandonati incautamente, ma si muovono con molta meno efficacia una volta avviate le dinamiche di allerta con esiti che diventano molto variabili quanto poco piacevoli nei momenti in cui il gioco cala i vincoli dello stealth.

La cellula ritrovata
Non è raro vedere nemici bloccarsi dietro le porte o risultare totalmente incapaci di stanare Sam, escluse le tipologie che si muovono su pattern preimpostati, come i soldati corazzati o le forze speciali, che risultano facilmente prevedibili. Non sono mancati nelle nostre sessioni siparietti più o meno esilaranti quando non previsti, anche se nella media dei migliori titoli di questa generazione, ma resta il fatto che simili spigolature tolgono un qualcosa all'esperienza. Il titolo apparentemente cerca un compromesso tra il rigore dei vecchi episodi e aperture più action, tuttavia l'indole dominante è quella dello stealth, con un sistema che finisce per premiare una condotta discreta e precise situazioni di gioco che costringono a non farsi scoprire, pena il game over immediato. Per assurdo sono proprio questi scenari (pochi, per fortuna) ad averci esaltato meno per la rigida struttura da trial & error, che costringe a ripetere più volte lo stesso passaggio nel tentativo di trovare il metodo giusto per superarli. Splinter Cell: Blacklist - Videoanteprima
La cellula ritrovata - Recensione - Xbox 360
Splinter Cell: Blacklist - Videoanteprima

Tutti online

Modalità retaggio dei vecchi capitoli e inspiegabilmente eliminata in Conviction, Mercenari contro Spie ritorna in forma sia classica che modernizzata, presentando ancora la caratteristica di multiplayer asimmetrico. Due squadre di quattro elementi si affrontano in mappe specifiche per la conquista di determinati obiettivi; le spie beneficiano delle attrezzature tecnologiche più avanzate, sono agili e godono sia della capacità di arrampicarsi che di una visione generale più chiara grazie alla visuale in terza persona, per contro sono svantaggiate nello scontro frontale, campo d'azione ideale dei mercenari, che compensano con l'elevato arsenale offensivo e la visuale in prima persona la scarsa incisività nei movimenti.

La cellula ritrovata
I nostalgici possono rivivere le emozioni delle vecchie modalità viste in Pandora Tomorrow e Chaos Theory, pianificando partite estremamente tattiche tra due squadre di due giocatori, ma il focus è rivolto verso la rivisitazione Blacklist che alza il numero di partecipanti a otto e mette in relazione le classi con l'attrezzatura già vista nella campagna principale. Ciò significa poter usufruire dell'elevata quantità di attrezzature e gadget messi a disposizione dal gioco per allestire partite dai ritmi completamente diversi.Le nostre prove hanno confermato la bontà dei server, con partite che si sono svolte senza particolari impedimenti, ma l'esperienza online non si esaurisce certo qui, gli sviluppatori hanno preparato quattordici missioni aggiuntive da affrontare sia da soli che in cooperativa, sfruttando tra i collaboratori proprio il fido braccio destro di Sam Fisher, Isaac Briggs.
La cellula ritrovata
Tali missioni vanno a legarsi a doppio filo con la campagna principale, spesso svelando specifici retroscena o approfondimenti. Anche in questo caso la varietà la fa da padrone dimostrando l'enorme lavoro effettuato da Ubisoft Toronto, dalla classica modalità incursione basata su checkpoint fino a quelle di resistenza, dove dobbiamo difendere una postazione da orde crescenti di nemici. Questa particolare modalità crea un altro legame con Future Soldier, e risulta un piacevole diversivo rispetto allo spirito rigoroso di Splinter Cell. Si ritagliano poi un posto di onore le missioni di Grim, che rimandano addirittura agli albori della saga con la loro impostazione rigorosamente stealth. In questi casi si torna ad apprezzare più che mai il piacere di muoversi in contesti più focalizzati dove viene stimolata l'analisi ambientale, i checkpoint vengono eliminati e si rivela fondamentale l'approccio ghost, sostanzialmente un regalo che i vecchi appassionati non mancheranno di amare.

Cellule rifatte

Tecnicamente Splinter Cell: Blacklist segue il carattere enciclopedico del progetto, cercando di allinearsi agli standard grafici odierni. Rispetto alla build che avevamo testato per l'anteprima, la versione retail presenta un pacchetto di texture in alta risoluzione, da installare separatamente su Xbox 360, che però non aumenta ulteriormente l'impatto visivo. Sam Fisher torna con le vecchie animazioni che lo contraddistinguono, riuscendo ad ammaliare con le sue eleganti uccisioni, tuttavia qualche particolare ci ha lasciato perplessi, come quello dell'utilizzo dell'Unreal Engine. Ubisoft è famosa per i motori proprietari, stupisce quindi che una produzione gestita dalla filiale di Toronto non ne faccia uso. Anche se non sapremo mai i motivi di una simile decisione, purtroppo siamo costretti a riconoscerne delle conseguenze non molto piacevoli, come una certa legnosità dei controlli e un'interazione non particolarmente elevata. Il dettaglio è poi molto variabile lungo le varie missioni: in linea generale non si scende mai sotto determinate soglie qualitative, ma avremmo gradito un Sam Fisher meno plasticoso come resa estetica. Anche i volti si difendono bene solo quando coperti da sessioni di motion capture, in particolar modo i protagonisti, dove è possibile anche riconoscere gli attori che li interpretano, meno nella realizzazione più generica dei nemici e comprimari. La qualità di immagine su console non è molto soddisfacente, fattore che induce a pensare che il titolo operi a una risoluzione sub HD, risentendo del collo di bottiglia di questa fine generazione, fattore aggravato da qualche sporadico rallentamento. Il comparto sonoro è ai minimi livelli, riducendosi a un mero accompagnamento ambientale, mentre risulta di ben altro spessore il doppiaggio in italiano, che vede il ritorno in grande spolvero di Luca Ward. Il risultato come prevedibile risulta di notevole impatto. Splinter Cell: Blacklist - Videointervista a Luca Ward

La cellula ritrovata - Recensione - Xbox 360
Splinter Cell: Blacklist - Videointervista a Luca Ward

Tom Clancy's Splinter Cell: Blacklist è un ritorno in grande stile per la serie, realizzato con notevole cura e saturo di contenuti, sia online che non, in grado di garantire innumerevoli ore di divertimento. Una struttura innovativa opera da collante tra modalità diverse quanto complementari: una campagna singolo giocatore varia e divertente, diverse modalità competitive e svariate missioni secondarie alle quali si aggiungono le sfide aggiunte quotidianamente nei server e i futuri, immancabili DLC. Un pacchetto davvero encomiabile, anche se leggermente ridimensionato da un'intelligenza artificiale non proprio esaltante, fattore che impedisce alla produzione Ubisoft di diventare un classico. A prescindere da questo si tratta di un prodotto caldamente consigliato, praticamente obbligatorio per gli appassionati di Sam Fisher.

Dario Rossi
Dario Rossi
@Darish72

Pro

  • Campagna lunga e varia
  • Tante modalità
  • Co-op decisamente riuscito
  • C'è Luca Ward

Contro

  • Intelligenza artificiale non perfetta
  • Qualche sbavatura estetica
  • Talvolta eccessivamente rigido

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