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La Cgil e un Sud da rifare

Da Brunougolini
La Cgil e un Sud da rifare
La terrificante vicenda dell’Ilva di Taranto, può servire almeno ad aprire uno squarcio su una questione nazionale rimossa. Può essere utile la lettura di un libro che porta uno strano titolo: «Una finestra al quarto piano» (Ediesse).. Trattasi della finestra posta al quarto piano della sede della Cgil di corso d’Italia a Roma. Qui opera, come coordinatore del dipartimento “coesione sociale e Mezzogiorno” l’autore Franco Garufi che, con la collaborazione di Andrea Montagni e Frida Nacinovich, ha dato alle stampe un testo atto a capire queste nostre terre nel loro passato e nel possibile futuro. Lui, Garufi, da quella finestra immagina le terre che si allungano tra il Tirreno e l’Adriatico. È quasi un romanzo, mentre scorrono le sequenze di Bronte, Melissa, Avola, il “piano” di Di Vittorio, i moti di Reggio Calabria, la contrattazione programmata di Trentin la concertazione di Prodi. Fino ai “forconi” di oggi, quando la crisi recessiva che attanaglia il nostro Paese corre a due velocità come spiega Susanna Camusso nella prefazione.
È la storia di una terra complessa, ricca di energie vitali, passata da tentativi di industrializzazione (ricordate l’Italsider di Bagnoli?) alle trasformazioni di oggi col rischio che si saldino, spiega Garufi, due estremi: i corporativismi e la disperazione di chi non ha niente. Con un sindacato troppo preso dalla difesa di una cittadella assediata, con le camere del lavoro più ricche di servizi ma non di rappresentanza e capacità contrattuale. Mentre la sinistra politica sembra considerata in preda all’afasia. È urgente correre ai ripari perchè, avverte Garufi, “il punto di rottura è prossimo”.
Il libro conclude con l’esposizione di tredici idee per un futuro diverso. Anche se, spiega l’autore, il “vero handicap è il vuoto di funzionamento della democrazia”. Sono da segnalare nelle 170 pagine del testo le numerose note polemiche nei confronti di quanto si espone, a firma NdaAM ovvero Andrea Montagna, uno dei collaboratori. Una singolarità.che testimonia del pluralismo in casa Cgil.
L’obiettivo comune rimane però quello di ridare al Mezzogiorno un ruolo di volano per il Sud. Impresa titanica ma decisiva. Come è stata a suo tempo la citata scommessa, giocata e vinta dai tedeschi con la loro unificazione. Qualche spiraglio lo si può scorgere, come osserva nella postfazione la giovane segretaria confederale Sorrentino, nei progetti del ministro Fabrizio Barca. Ma ci sarà bisogno di una seria mobilitazione nazionale.Almeno in questo possiamo copiare i tedeschi unificanti (e ricordare loro il sostegno a suo tempo ricevuto).

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