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La clandestinità non è reato

Creato il 28 aprile 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La clandestinità non è reato

Brutto colpo alla politica del Governo da parte della Corte di Giustizia dell’Unione Europea: il reato di clandestinità è in contrasto con la direttiva europea sui rimpatri dei clandestini.

Secondo i giudici di Lussemburgo, la reclusione prevista dalla legislazione italiana può compromettere al realizzazione di una politica efficace di allontanamento e rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali.  Gli Stati membri non possono introdurre una pena detentiva di fronte all’insuccesso dell’allontanamento coattivo solo perché un cittadini, dopo che gli è stato imposto di tornare a casa, rimane in maniera irregolare sul territorio.

Sostanzialmente, è vietato introdurre provvedimenti più duri rispetto alla direttiva europea. Direttiva che però in Italia non è stata ancora trasposta nell’ordinamento giuridico. 

La Corte prescrive che il legislatore dovrà disapplicare ogni disposizione nazionale contraria alla direttiva e tenere conto del principio dell’applicazione retroattiva della pena più mite, che fa parete delel tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri.

Lo Stato può procedere al fermo soltanto qualora l’allontanamento rischi di essere compromesso dal comportamento dell’interessato. Il trattenimento deve avere durata quanto più breve possibile, essere riesaminato a intervalli ragionevoli, deve cessare appena risulti che non esiste più una prospettiva ragionevole di allontanamento e la sua durata non può oltrepassare i 18 mesi. Inoltre, ricorda la Corte di Giustizia, gli interessati devono essere collocati in un centro apposito e, in ogni caso, separati dai detenuti di diritto comune.

Il ricorso alla Corte Europea era stato inoltrato dopo che l’algerino Hassen El Dridi era stato condannato a un anno di reclusione dal Tribunale di Trento. Sul clandestino gravava un decreto di espulsione non rispettato e vista la mancanza di documenti di identificazione, l’indisponibilità di un mezzo di trasporto e l’impossibilità di ospitarlo in un centro di permanenza temporanea, i giudici hanno deciso di sbatterlo in prigione.

Il reato di clandestinità era stato introdotto nel discusso pacchetto sicurezza del 2009. La Corte Costituzionale aveva già silurato l’aggravante della clandestinità ritenendola discriminatoria e contraria all’articolo 3, ora arriva anche questa bocciatura che suona tanto di rimprovero all’Italia per la sua politica sull’immigrazione.

Laura Boldrini portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati:

La sentenza è coerente e in armonia con quanto già espresso dai giudici italiani. La Corte costituzionale e la Cassazione avevano già rilevato come punire con la detenzione il mancato allontanamento del migrante fosse una misura sproporzionata e inutile.

Olivero Forti, responsabile nazionale immigrazione della Caritas:

Ora ci attendiamo risposte adeguate da parte del governo italiano, e cioè che venga recepita la direttiva dell’Unione europea sui rimpatri e quindi che venga rispettata la sentenza europea

Il presidente del Pontificio consiglio per i migranti, monsignor Antonio Maria Vegliò:

Questa attenzione alla persona è alla base della sollecitudine pastorale della Chiesa e della sua dottrina sociale.

Laura Boldrini portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati:

La sentenza è coerente e in armonia con quanto già espresso dai giudici italiani. La Corte costituzionale e la Cassazione avevano già rilevato come punire con la detenzione il mancato allontanamento del migrante fosse una misura sproporzionata e inutile.

Non si sono fatte attendere le reazioni degli schieramenti, ognuno secondo il proprio credo.

Roberto Maroni:

Quella di Corte di giustizia europea è una decisione che mi lascia insoddisfatto perché primo ci sono altri Paesi europei che prevedono il reato di clandestinità e non sono stati censurati e, in seconda battuta, l’eliminazione del reato accoppiata a una direttiva europea sui rimpatri rischia di fatto di rendere impossibili le espulsioni. L’Italia è in Europa, occorre che le istituzioni europee si rendano conto che i problemi che ha l’Italia non solo solo suoi ma sono problemi che ha il resto dell’Europa. Se si rende più difficile l’espulsione dei clandestini non è un problema solo dell’Italia ma è un problema di tutta l’Europa

Sandro Gozi, responsabile delle Politiche europee del PD:

Un altro schiaffo al ministro Maroni. Sin dall’inizio, da quando cioè Maroni presentò il reato nel pacchetto sicurezza, avevamo denunciato l’evidente violazione delle norme europee e sono due anni che chiediamo al governo di recepire la direttiva Ue sui rimpatri.

Antonio di Pietro:

È ormai provato che siamo difronte a una dittatura strisciante in cui vengono presi provvedimenti contro la Carta dei diritti dell’uomo, si dichiara guerra senza passare per il Parlamento e si occupano le istituzioni per fini personali.

Pier Ferdinando Casini:

Aspettiamo solo che Berlusconi ci venga a dire che i giudici europei sono comunisti. Questo governo fa provvedimenti demagogici che puntualmente vengono smentiti.

Benedetto Della Vedova capogruppo di FLI alla Camera:

La bocciatura da parte della Corte di Giustizia di Lussemburgo del reato di clandestinità non è una sentenza buonista. Ad essere stata bocciata è una norma demagogica e inefficiente, che aggrava l’arretrato giudiziario e il sovraffollamento carcerario, senza migliorare e al contrario intralciando le procedure di espulsione e rimpatrio degli immigrati irregolari.

Mario Borghezio colorito eurodeputato leghista:

Tutto il mondo civile persegue e sanziona penalmente l’immigrazione clandestina e relativi racket mafiosi. Ma, sul punto, la Corte di giustizia sanziona esclusivamente la norma italiana che prevede il reato di clandestinità, con una motivazione che non sta né in cielo né in terra. Forse perché in Europa l’Italia non conta un ca..o. E, allora, cosa ci stiamo a fare in questa Ue?

Luca Zaia governatore leghista del Veneto:

Sentenza destabilizzante, che cancella, in fatto e in diritto, il concetto di confine, una scellerata visione giuridica e culturale dalle ricadute gravissime. Innanzitutto ricordo le centinaia di miglia di persone che si stanno muovendo ai nostri confini. Ma, ancora, ricordo che politicamente si cancella una legge votata da un Parlamento sovrano di uno stato fondatore dell’Ue. Culturalmente si vuole minare l’identità di una nazione e, dunque, della nostra stessa esistenza come popolo.

Maurizio Gasparri:

Sbaglia l’Europa e non l’Italia e di fronte ai problemi che l’attualità ci propone, più che le leggi italiane in materia di immigrazione dovrebbero essere riviste le direttive europee. L’Italia deve mantenere una linea chiara. Certe sentenze sono un incoraggiamento per i clandestini e l’Italia dovrà far sentire chiara e forte la sua voce a tutti i livelli europei e internazionali.

Gianni Alemanno:

Non cancella il reato di clandestinità, ma la pena di reclusione, per questo è ancora più urgente un decreto legge del governo che metta in ordine i meccanismi legati all’immigrazione extracomunitaria e neocomunitaria. Abbiamo necessità di avere uno strumento forte per regolare i flussi per accogliere coloro che vengono a lavorare e a convivere nella nostra città e poter espellere chi commette reati.

Rosy Bindi:

Sull’immigrazione le figuracce del governo italiano non finiscono mai. La Corte di Giustizia europea mette a nudo le violazioni dei diritti umani, l’approssimazione e i ritardi di norme approvate solo per fare propaganda, dimostrando un’efficacia che alla prova dei fatti pari a zero. Del resto, cosa aspettarsi da un governo prigioniero delle parole d’ordine della Lega e incapace di affrontare con serietà e giustizia il fenomeno globale e inedito dell’immigrazione.

Anna Finocchiaro presidente dei senatori del Pd:

La conferma di quanto fossero a suo tempo fondate le obiezioni da parte dell’opposizione alla normativa del governo imposta dalla Lega. Un pronunciamento che “deve far riflettere chi, anche in queste ore, affronta un tema così importante per il nostro futuro come l’integrazione in termini esclusivamente elettorali e demagoghi.

Il capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli:

Una débacle in piena regola, ancora una volta l’Europa, in presenza di scelte demagogiche, è costretta a intervenire per ribadire i principi di solidarietà e di difesa dei diritti delle persone. Il governo adesso dica cosa intende fare degli oltre tremila cittadini extracomunitari detenuti illegalmente e che hanno ingolfato la macchina della Giustizia.

 


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