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La Collina del Quirinale e la Fontana di Trevi

Creato il 08 settembre 2011 da Witzbalinka

Esistono luoghi nel mondo di cui i viaggiatori non possono ignorare la storia, i miti e le leggende. Sono caduti vittime di questo incantesimo artisti, scrittori, filosofi, vagabondi, aristocratici e cineasti, che li hanno utilizzati come scenografia di qualche inquadratura di film di culto. Uno di questi luoghi di incontri imprescindibili tra arte e mito che nessun viaggiatore che si rispetti può permettersi di perdere è la Fontana de Trevi (così famosa che quasi mi vergogno a dire che si trova, come tutti sanno, a Roma).

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E se insistete, aggiungo che non bisogna dimenticare il contesto in cui tale fontana si trova, il Quirinale, una delle sette colline che circondavano la Roma antica, il cui nome ci rimanda al dio pagano Quirino, pseudonimo con cui si rendeva omaggio a Romolo, uno dei dui gemelli (l’altro era Remo) allattati da una lupa e cofondatore della città eterna, intorno al VII secolo a.C. Della collina restano a malapena alcuni rilevi, a causa dello spianamento del terreno realizzato a partire dal XVI secolo per poter costruire i vari palazzi ed edifici pubblici che popolano queste strade. Il Palazzo Colonna, sede della collezione d’arte omonima, il Palazzo del Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica Italiana, il Palazzo Odescalchi con facciata del Bernini, insieme a chiese e piazze monumentali che fanno compagnia alla famosa e cinematografica fonte.

I quasi ventisei metri per venti di larghezza (le mancano alcuni centirmetri) della grande Fontana de Trevi lasciano annichilito ogni visitatore. La storia di questa costruzione va di pari passo con quella turbolenta di Roma. La fontana che vediamo ne La Dolce Vita deve il suo nome alle parole italiane Tre Vi, letteralmente “tre strade”, visto che si trova proprio all’incrocio di tre strade ed esiste, non come oggi la conosciamo, dai tempi dell’Impero Romano. Esattamente qui terminava uno degli acquedotti che somministrava acqua all’antica Roma.

Abbandonata durante il Medio Evo, e usata quasi come fogna durante quella terribile epoca, iniziò ad essere risanata dal XIV secolo, contemporaneamente alla scoperta delle antiche rovine. L’acquedotto venne riparato e la fontana si trasformò in una semplice pilastro, da cui però sgorgava acqua pulita. Il primo tentativo di abbellimento risale al XVII secolo, quando venne incaricato Bernini, ma fu un totale fallimento. La Fontana che oggi risplende davanti ai nostri occhi è il frutto di un intervento iniziato in pieno XVIII secolo da Nicola Salvi, che morì prima di vedere terminata l’opera, che fu affidata a G. Paninni. Negli anni Novanta venne debitamente restaurata e dotata di un sistema di depurazione d’acqua.

Sebbene circolino varie versioni su come e quante monete si debbano lanciare nella fontana, la cosa migliore è tirarne tre di spalle, in modo che la fortuna sia eterna come la città di Roma. Di giorno e sotto l’illuminazione notturna la Fontana de Trevi risulta maestuosa, magnifica, barocca, voluttuosa, e ci invita a vivere senza il tormento di tribolazioni, dedicandoci al pieno godimento dei sensi.

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Candela Vizcaíno

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