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La comunicazione con i giovani atleti negli sport di squadra: alcuni consigli

Da Certifiedmentalcoachitalia

Nel ruolo di insegnante, di guida e di modello, ogni istruttore è un punto di riferimento e di identificazione per i propri giovani atleti: per questo, quando si insegna sport, è indispensabile che si abbia coscienza dell’enorme influenza che ogni intervento potrà avere nell’educazione e nella crescita di ogni individuo.

Nel ruolo di insegnante, di guida e di modello, ogni istruttore è un punto di riferimento e di identificazione per i propri giovani atleti: per questo, quando si insegna sport, è indispensabile che si abbia coscienza dell’enorme influenza che ogni intervento potrà avere nell’educazione e nella crescita di ogni individuo.

Vivo lo sport da più di 40 anni, attraverso esperienze vissute in diverse società sportive: prima come giocatore (ruolo abbandonato ben presto) successivamente come allenatore ed istruttore giovanile.

Ho verificato che l’apprendimento (tecnico ed educativo) da parte dei ragazzi e dei bambini dipende assolutamente dalla efficacia dei metodi utilizzati dagli istruttori ed in particolare dalle loro competenze tecniche, etiche, metodologiche e comunicative.

Focalizzando l’attenzione su quest’ultimo aspetto, è proprio attraverso una comunicazione efficace che l’istruttore riesce a trasmettere quegli stimoli e quei principi che saranno le fondamenta tecniche ed educative di ogni singolo atleta.

Anche le esperienze che vivo quotidianamente come docente  nella scuola primaria e, con dinamiche assolutamente diverse, alla Facoltà di Scienze Motorie, avvalorano questa mia tesi e evidenziano la necessità di avere quelle capacità comunicative essenziali, affinché i ragazzi abbiano tutte le istruzioni e le indicazioni opportune per proseguire nel loro cammino di crescita.

Andando nel particolare, nel comunicare con i giovani atleti non possiamo prescindere da un intervento che li sappia  motivare e che contribuisca a cambiare comportamenti e/o atteggiamenti non corretti

LA MOTIVAZIONE di chi pratica una disciplina sportiva in età giovanile incide in maniera determinante al fine del raggiungimento degli obiettivi dichiarati.

Seguendo delle regole (sportive, di gruppo) occorre stimolare i ragazzi a lavorare e faticare divertendosi. Solo la passione per lo sport praticato ed il piacere di stare in un gruppo permettono di vivere lo sport come esperienza piacevole e formativa.

A margine di questa affermazione, il primo consiglio che mi sento di dare agli istruttori è quello di lavorare per creare un forte spirito di gruppo, mantenendo un trattamento quanto più omogeneo tra tutti gli atleti. Può essere importante creare momenti di socializzazione che siano di contorno alle necessarie attività agonistiche (allenamenti o gare). Un esempio potrebbe essere un’esperienza (torneo) fuori sede, con pernottamento. In questo caso la vita in comune risulta avere una valenza maggiore rispetto all’aspetto tecnico. L’indipendenza lontano dai genitori, il confronto quotidiano con i coetanei legano in maniera particolare.

Nel processo di apprendimento dei giovani, la comunicazione ha un ruolo fondamentale, e nel caso in cui ci si accorge che gli allievi non capiscono, l’istruttore, umilmente, deve prendere coscienza della propria incapacità di comunicare e tentare di modificare il più possibile il modo di relazionarsi. La comunicazione infatti è alla base di qualsiasi rapporto, è impossibile non comunicare, anche il silenzio ci comunica qualcosa: il consenso, la volontà di non comunicare etc.
Comunicare significa trasmettere delle informazioni e riceverle; far conoscere e conoscere; mettere in comune con gli altri ciò che è nostro; influenzare, agire sugli altri ed esserne influenzati.
La comunicazione avviene attraverso i nostri comportamenti quando interagiamo con le altre persone, quindi qualsiasi comportamento è comunicazione.

Un istruttore giovanile deve tendere ad essere autorevole e non autoritario definendo regole (di gruppo ed individuali) ben precise che da una parte lascino ampio spazio alle proprie competenze e dall’altra offrano  l’opportunità agli atleti di esprimere la propria originalità ed il proprio talento, migliorando in modo considerevole le  condizioni di lavoro, di collaborazione positiva e soprattutto l’autostima negli allievi.
Avendo ben chiaro l’obiettivo finale, l’istruttore dovrebbe richiedere all’atleta obiettivi intermedi; risulta infatti importante chiedere delle prestazioni leggermente superiori alle abilità acquisite per stimolare il miglioramento ma occorre anche fare attenzione a non fare richieste esagerate e sproporzionate con il rischio che gli allievi si possano sentire inadeguati.

SPORT CASTORINA

COME COMUNICARE IN MODO PIU’ EFFICACE

Alcuni concetti chiave che potrebbero facilitare la prestazione dovrebbero essere trasmessi all’atleta attraverso i diversi canali di comunicazione.

Occorre lavorare per migliorare in questo senso cercando di fare attenzione alle diverse dinamiche comunicative.

La regola è: non è importante QUANTO dico (ne resta poco) ma COME lo dico!!

Rispetto al contenuto del discorso, occorre stabilire quando parlare con il singolo o con il gruppo (esempio per riprendere qualcuno per qualche comportamento scorretto), quando parlare alla loro altezza (esempio ci si abbassa o si sta seduti con i più piccoli),  in semicerchio (per comunicazioni), in piedi ed i ragazzi seduti (per un atteggiamento più autoritario) oppure valutare se è il caso di fare correzioni individuali o generali

Vado ora a fornire alcuni spunti utili rispetto a quello che riguarda la comunicazione verbale (ciò che dico) , quella paraverbale (come dico le cose) e quella non verbale (uso del corpo).

COMUNICAZIONE VERBALE

– Quando voglio fornire i suggerimenti e/o correzioni  devono essere rivolti in positivo (fai questo e mai dire NON fare quello);

– prima delle gare occorre focalizzare solo alcuni punti (i più importanti) in quanto si pensa che gran parte del lavoro sia stato fatto durante gli allenamenti e soprattutto perché dopo pochi minuti il livello di attenzione scende

– dopo le gare occorre stare attenti a non sottolineare solo le cose che non sono andate : così si rischia di allenare solamente l’insuccesso. Sottolineare aspetti positivi aiuti l’atleta a ripeterli

COMUNICAZIONE PARAVERBALE

Il livello di tono di voce, volume e ritmo devono essere consoni a quello che si sta dicendo.

Ad esempio se si vuole tranquillizzare l’atleta occorre avere un tono che dimostri che anche l’istruttore in quel momento è tranquillo. Oppure se si vuole rafforzare un concetto potrebbe essere necessario alzare il tono della voce.

COMUNICAZIONE NON VERBALE

Occorre avere la consapevolezza che il corpo esprime la comunicazione più importante pertanto i comportamenti non possono essere in contrasto con quanto si dice.

Non esiste assolutamente nulla di peggio per un atleta, notare gli atteggiamenti di disapprovazione di un istruttore alla vista  di un errore commesso.

Inoltre il comportamento trasmette valori. Per insegnare il rispetto per gli avversari, la lealtà e la correttezza, l’istruttore deve essere il primo a seguire certi atteggiamenti.

A margine di questi concetti occorre sottolineare l’importanza nel rispetto che l’istruttore deve aver in ogni singolo atleta. E’ fondamentale pretendere prima da se stessi ciò che si intende pretendere da loro:

serietà ed entusiasmo sul campo, autocontrollo, motivazione a migliorarsi sempre, onestà pazienza imparzialità ed equilibrio.

 

CASTORINA SANDRO – 50 anni – Diplomato in Educazione Fisica (ISEF), è DOCENTE al Corso di pallacanestro di “Teoria Tecnica e Didattica degli Sport di squadra”, presso la FACOLTA’ di SCIENZE MOTORIE  dell’Università degli Studi di Urbino. Dal 2007 è DOCENTE di EDUCAZIONE MOTORIA presso la Scuola Primaria Paritaria “Immacolata Concezione” di Loreto.Da circa trenta anni ALLENATORE ed ISTRUTTORE di BASKET soprattutto a LIVELLO GIOVANILE,  ha vissuto importanti esperienze come responsabile dell’area tecnica di settori giovanili di società professionistiche ( Osimo e Montegranaro) e come direttore sportivo (Promozione in A1 a Montegranaro). Dal 2011 è FORMATORE per il Comitato Nazionale Allenatori della Federazione Italiana Pallacanestro

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Per ulteriori indicazioni, contattami alla mail:  [email protected]


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