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La conchiglia di claire

Da Nina
A lei sono molto affezionata, è una di quelle Donne Guerriere che conosco da quando sono entrata nel mondo dei blog. Ho seguito il suo percorso, ho sofferto e sperato con lei e oggi averla qui in questa nuova veste è per me una gioia enorme. immensa. Sono certa che non ha bisogno di presentazioni perché la conoscete già, grazie al suo di blog. Vi lascio in sua compagnia e a te Claire auguro che da adesso in poi la strada sia finalmente in discesa.
LA CONCHIGLIA DI CLAIRE
LA CONCHIGLIA DI CLAIRE
La nostra, per molti anni, è stata la storia di una coppia “normale”. Due ragazzi che si conoscono all’Università, si innamorano e piano piano iniziano ad immaginare un futuro insieme. All’epoca, l’idea di formare una famiglia non era tra le nostre priorità. Dovevamo prima conseguire la laurea e trovare un lavoro. Eravamo ancora troppo concentrati su noi stessi. Già verso la fine dell’Università, per la verità, comunicai alla mia dolce metà il mio desiderio di avere un figlio. Ricordo ancora quella giornata estiva: il sole, il mare e l’idea della maternità che ancora non riusciva a trovare lo spazio che avrebbe meritato nella mia vita. Non so se fu per mancanza di coraggio o per egoismo ma decidemmo di aspettare. D’altronde, che fretta c’èra? Eravamo giovani e nulla lasciava presagire che nel momento in cui avessimo “deciso” di avere un bimbo avremmo avuto delle difficoltà. Quando iniziammo la “ricerca”, io e Sam vivevamo in due città lontane. Passò un anno e non ci sorprese più di tanto il fatto di non aver raggiunto l’obiettivo, perché ci vedevamo solo il fine settimana e i nostri tentativi non potevano essere particolarmente “mirati”. Comunque consultammo alcuni ginecologi. Uno, due, tre..più passava il tempo e più l’elenco si allungava. Tutti ci dicevano che dovevamo solo avere pazienza..Sam, l’uomo più positivo del mondo, era sicuro che non avessimo alcun problema. Io, invece, iniziai a preoccuparmi. Prenotai una visita da un famoso luminare e lui ci tranquillizzò. Lo spermiogramma di Sam era perfetto e io apparentemente non avevo alcun problema. Tuttavia, bisognava verificare la pervietà delle tube. Isterosalpingografia. Feci l’esame il mese prima del nostro matrimonio. E le tube risultarono pervie. Lo scrissi persino in un sms ad un’amica: “Le tube sono pervie”. E, intanto, erano passati 3 anni. Gli amici che all’inizio del nostro percorso neanche pensavano di avere figli, avevano già messo in cantiere il secondo. E la mia pancia era sempre vuota. Un mese dopo il matrimonio, consultammo due esperti di PMA e, dalle loro analisi, lo spermiogramma di Sam risultò poco brillante. Ci dissero che, con tutta probabilità, avremmo potuto concepire naturalmente. Intanto però, bisognava eseguire una serie di esami di approfondimento e mettersi in lista per una IUI. Non era il caso di aspettare troppo..perché anche la mia età, avrebbe potuto presto diventare un problema. Il giorno in cui andammo in ospedale per i test genetici mi sentii svenire. Lì per lì lo attribuii ad un abbassamento di pressione. Invece, a fine mese mi accorsi che il mio ciclo era in ritardo. Possibile? Per scrupolo feci un test di gravidanza. Neanche il tempo di fare pipì ed ecco comparire le due linee rosa. Positivo! Per Sam era la conferma che non avevamo alcun problema..per me essere riusciti ad ottenere quella gravidanza equivaleva ad aver vinto la lotteria. Niente più preoccupazioni, niente ansie. Solo un’attesa carica di promesse per il futuro. La gravidanza procedeva. Ogni tanto avevo dei dolori al basso ventre ma la mia ginecologa minimizzava. La pancia cresceva. La sera cantavo alla mia bimba una ninna nanna che la mia mamma mi cantava da bambina. Al secondo trimestre non avevo ancora messo piede in un negozio per neonati e nessuno sapeva della gravidanza. A Natale decidemmo che era arrivato il momento di comunicare la notizia alle nostre famiglie. Ricordo tanti regali per la bambina..tante di quelle cose che io non avevo ancora voluto comprare. Scartavo i pacchetti e non ero felice. Da qualche giorno non riuscivo a “sentire” la mia bambina come prima. Era come se il nostro canale di comunicazione si fosse interrotto. Tra Natale e Capodanno, durante un’ecografia di controllo, la ginecologa mi comunicò che non riusciva a rilevare il battito. Iniziò un periodo di grande rabbia e dolore. Detestavo il mio corpo, i vestiti che indossavo quando ero incinta, non riuscivo a toccare la mia pancia e a tratti mi sembrava di percepire ancora la mia bimba dentro di me. Mentalmente, in una realtà parallela la mia gravidanza continuava. Fu così fino alla Data prevista del parto. Dopo di allora, iniziai a riemergere dal buco nero in cui ero precipitata ma mi trovai a fare i conti con una nuova me stessa. Non mi sentivo più né la Claire di “prima” della gravidanza, né la Claire con la pancia. Ero un’altra persona. Per un anno mettemmo da parte l’idea di avere un figlio. Poi, faticosamente, decidemmo di intraprendere il percorso di procreazione medicalmente assistita.AGGIORNAMENTI GIUGNO 2014Cara Nina, scrissi la mia conchiglia in attesa di sapere com’era andato il nostro terzo tentativo di PMA. Sulla carta uno dei migliori, eppure le beta risultarono negative. Una bella mazzata. Siamo andati avanti con sacrificio, spendendo tante energie e risorse economiche; stravolgendo la nostra vita in funzione di quello che era il nostro obiettivo e che ad alcuni potrebbe sembrare un’ossessione. Ci sono voluti altri tre tentativi per poter vedere le mie beta positive. Sono passati quattro anni da quando abbiamo iniziato questo percorso. Anni in cui il nostro frigorifero è stato occupato per metà dalle scatole di farmaci; in cui abbiamo imparato a fare iniezioni e ci siamo fatti (nostro malgrado) una “cultura” in materia di patologia della riproduzione. Abbiamo rinunciato a tanto, compresi spesso anche i rapporti sociali, perché l’infertilità a la PMA fagocitano ogni aspetto della tua vita. Abbiamo dovuto imparare a trovare dentro noi stessi e all’interno della nostra coppia, risorse che non immaginavamo neanche di avere e in questo senso si può dire che questo percorso ci ha “restituito” sotto una forma diversa ciò che ci ha tolto. Oggi sono alla quattordicesima settimana di gravidanza..ancora incredula, felice ma al tempo stesso cauta. Cerco di godermi la nostra bimba (è una femminuccia), attimo per attimo. Spero di poterti dare presto degli aggiornamenti positivi. Grazie per tutto quello che fai.LA CONCHIGLIA DI CLAIRE

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