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La condivisione è la miglior scrittura

Creato il 24 maggio 2013 da Annovigiulia @AnnoviGiulia

di Giulia Annovi

The best writing transforms the writer as well as the reader.

Fiona Godlee

  Credits: Everett Henry (1893-1961) The Voyage of the Pequod

from the book Moby Dick by Herman Melville.

mapa-de-mobydickSe vi dico scrittura a voi cosa viene in mente? Sì, parto con una domanda. Non vorrei imporre la mia risposta:  preferirei aprire un dialogo e costruire un insieme di  punti di vista differenti. È questo l’aspetto che più mi ha affascinato della lezione di Luca De Fiore che ho avuto il piacere di conoscere alla SISSA.

Ci ha presentato la comunicazione come un dialogo e la conoscenza come un processo che non dipende solo dai nostri sforzi nell’apprendere, dalle nostre esperienze e dalle nostre riflessioni personali. La conoscenza si costruisce sulla condivisione, con il contributo di tutti. L’immagine che ha usato per descrivere la scrittura, un mezzo attraverso cui la cultura si diffonde, è quella del Capitano Achab di Moby Dick. Il capitano per raggiungere lo scopo di uccidere la balena bianca che gli ha mangiato una gamba, costruisce una mappa di tutti i tratti di mare percorsi non soltanto da lui. La mappa costruita solo in base ai suoi viaggi sarebbe stata limitata ed è per questo che la integra con le rotte battute da tutti gli altri marinai.

Questo modo di vedere la scrittura da un lato mi conforta. Sono uno scrittore timido, di quelli che usano i verbi deboli nella forma passiva o i giri di parole o i vocaboli ricercati. Il peggior scrittore che possiate incotrare sul vostro cammino. Spesso mi ripeto o mi sento dire che la mia scrittura è ben lontana dal “the best writing”, per citare Fiona Godlee con cui abbiamo concluso la nostra lezione. Sono dunque sollevata al pensiero che oggi, grazie al web, i miei contenuti saranno arricchiti da altri: la mia scrittura si trasformerà e mi trasformerà grazie al contributo di esperienze diverse dalla mia. A tal proposito mi viene in mente l’esempio delle testate di colleghi stranieri che hanno aperto giornali bilingue qui in Italia. La presentazione dei loro prodotti al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia mi ha fatto capire l’importanza di conoscere la loro cultura. Il desiderio che hanno di comprendere la nostra tradizione e la nostra società e di raccontare le loro, produce un sapere di gran lunga superiore.   Altro esempio è quello della conferenza introdotta da Luca De Biase, che ha sottolineato come i mezzi di comunicazione abbiano la forte potenzialità di diventare uno strumento di costruzione della cittadinanza. Un giornalismo basato sul contributo del cittadino serve non solo a costruire un’informazione più trasparente, dettagliata e plurivocale, ma anche ad aumentare  responsabilità e senso civico.
Una prima trasformazione generata dalla scrittura è dunque legata all’ampliarsi del proprio bagaglio culturale. Il miracolo di internet ha permesso uno scambio continuo tra scrittore e lettore. L’incessante divenire del web aggiunge, toglie, trasforma, cambia qualsiasi contenuto. Rispecchia la precarietà, ma anche la ricchezza della società moderna.

Dall’altra parte, se davvero scrivere è dialogo e aumento di conoscenza, allora la responsabilità di chi scrive diventa alta.  Lo scrittore timido che ha paura di esporsi, deve dire la sua. Non può più nascondersi, omettere, esprimere in modo freddo e superficiale ciò che pensa. Diventa indispensabile affrontare la propria paura, arrischiarsi e contribuire in modo incisivo. Questo è uno dei significati che attribuisco alla frase “la scrittura migliore ti trasforma”. A quale altra trasformazione potrei aspirare se non a quella di mettere da parte le paure per cominciare a condividere, contribuire, donare e osare?

Questa serie di verbi mi fanno venire in mente un altro verbo: amare. Così potrei riassumere l’atteggiamento e l’attenzione che dovrebbe avere lo scrittore nei confronti del lettore per trasformarlo veramente. E ciò significa intanto ricordarsi del lettore e pensare attentamente a che tipo di traccia si vuole lasciare. Questo è associato alla cura per la qualità dei contenuti, ma anche per la forma. Il messaggio deve essere comprensibile per tutti. Cosa sarebbe accaduto al capitano Achab se avesse dovuto leggere mappe tracciate con tanti linguaggi diversi? Avrebbe certamente rinunciato alla sua impresa. Così fa il lettore se non si trova di fronte a una scrittura confortevole.

Spero di essere stata trasformata da questo testo e che anche tu, lettore,abbia ricevuto un arricchimento da queste miei righe. Attendo i commenti: qualsiasi cosa tu abbia  da aggiungere o cambiare sarà utile certamente anche a me. Ecco la miglior forma di scrittura e lettura messe in pratica.


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