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La confessione

Da Albino

Devo fare una confessione che e’ un po’ un segreto di Pulcinella: Sydney non mi e’ piaciuta fin dal primo momento. Mettendo da parte quanto mi mancasse Tokyo, devo confessare che fin da giugno mi sono un po’ pentito di essere venuto a vivere qui.

Non fraintendetemi: per un turista e’ una bellissima citta’ da visitare. La baia e’ fantastica, questo e’ innegabile. Ci sono bellissimi caffe’ fuori dal centro, tipo a Kirribilli, e le vie del divertimento tipo Oxford street sono favolose. Bondi beach e’ un monumento, seconda solo a Copa Cabana. Ma a parte la bellezza dello scenario, a me Sydney non e’ piaciuta per una serie di ragioni legate alla vita di tutti i giorni. Prima di tutto, il colore degli edifici, questo marroncino-nocciola orribile che regna ovunque, anche in centro. Un centro fatto di grattacieli di dubbio gusto, troppo scuri, divisi da strade strette e trafficate. Con tutta onesta’, a parte il Circular key e The rocks (foto sotto), il centro di Sydney sembra Gotham city.

La confessione

Sydney non mi e’ piaciuta per il sistema dei trasporti, che e’ inadeguato e spesso addirittura inesistente. Cinque milioni di abitanti e neppure una stronza linea di metro, ci pensate? Cinque milioni di abitanti che amano accodarsi in macchina, come le capre. Una citta’ divisa in due dalla baia, e l’unico modo di attraversarla e’ un ponte a pedaggio o un tunnel a pedaggio. Un sistema di treni e bus inefficiente, scarso, costosissimo, dove l’abbonamento e’ piu’ caro che comprarsi i biglietti singoli, dove un mezzo passa in media ogni 30 minuti. Una cosa vergognosa, inaccettabile da chi come me viene dall’esperienza di Tokyo. Una situazione che ti fa rivalutare i trasporti pubblici italiani. (Cazzo, un autobus ogni mezzora non lo vedevo manco ai tempi in cui usavo la linea Scorze’-Mogliano!)

Sydney non mi e’ piaciuta per la sua struttura assurda: un centro in cui ci sono banche e aziende e nient’altro – pochissimi locali, brutti, scarsi, costosissimi. Appena a sud della citta’, a distanza di camminata ci sono i quartieri dei casermoni popolari, quelli in cui hai paura di essere assalito in pieno giorno, zeppi di aborigeni ubriachi o di gentaglia che tira avanti a sovvenzioni statali e birra. Le zone belle invece sono spesso troppo costose per poter pensare di andarci a vivere. Sydney se prendi meno di 100mila dollari all’anno puoi scordartela. E a nord del ponte, invece, si vive nel verde ma e’ tutto troppo dispersivo. Io vivo al nord e sono a 5Km dal centro, e di notte mi sembra di essere in aperta campagna. Troppi alberi, troppo buio, troppa dipendendenza dall’auto.

E poi, naturalmente, le case. Bruttissime, orribili, vecchie, sporche, mal tenute. Ci sono tre tipi di abitazione a Sydney: quelle nuove, belle di fuori e belle dentro, che sono costosissime e di qualita’ solitamente infima. Quelle che dopo un paio d’anni gli infissi tendono gia’ ad arrugginire, e in dieci anni sembreranno brutte come le altre. Quelle medio-vecchie, degli anni ’80 e ’90, che sono orrende e sembrano fatte negli anni ’60 e ’70. E quelle piu’ vecchie, che sono o restaurate e troppo costose, o catapecchie invivibili.

Insomma, cari lettori. Da fine giugno quando sono venuto qui, Sydney mi ha detto poco o niente. Qualche sprazzo interessante compariva qua e la’, ma niente di paragonabile a citta’ come Melbourne, Tokyo, senza nominare il fascino delle citta’ europee. E mi sono chiesto: possibile che quello che e’ universalmente indicato come il centro, come il punto piu’ importante, come il cuore pulsante dell’Australia sia tutto qui?

Mi chiedevo, e chiedevo agli altri. E mi sentivo rispondere: aspetta l’estate. E ora che l’estate e’ arrivata… beh, ho finalmente capito. Ho capito perche’ la gente non vede questi difetti che a me sembravano grandissimi. Ho capito perche’ la gente paga cifre folli pur di vivere qui. Ho capito perche’ Sydney e’ il centro dell’Australia.

Sissignori: fnalmente posso dirlo. Vivere qui a Sydney e’ una cosa unica e bellissima, una fortuna atroce. E’ proprio una figata.

Ma vi spieghero’ il perche’… nella prossima puntata.

La confessione


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