Leeuwenhoek
Leeuwenhoek nacque a Delft nel 1632. Rimasto orfano lasciò presto la scuola e divenne apprendista in una scuola di merciaio. In seguito aprì un suo negozio di stoffe e ricoprì la carica di portiere del municipio di Delft.
Tutto qui: un curricolo ben poco accademico per questo signore olandese che con la sua passione delle lenti d’ingrandimento permise all’umanità di varcare la soglia dell’invisibile!
Le lenti furono la vera ossessione della sua vita: frequentò i laboratori dei costruttori più famosi dell’epoca per carpirne i segreti e poi iniziò a costruirne di sue . Scoprì che gli ingrandimenti migliori si ottenevano con lenti sferiche di piccole dimensioni e riuscì a
costruirne di perfette, con diametro di inferiore a tre millimetri, fondendo fili di vetro. Costruì poi un apparecchio, che consentisse di maneggiare lenti così minuscole: il primo microscopio.Con questo strumento osservò di tutto, descrivendo quanto vedeva con disegni e relazioni minuziose, in assoluto isolamento, finché un giorno, non decise di condividere le sue osservazioni e invitò uno scienziato di Delft, Reigner der Graaf ( famoso per le sue interessanti scoperte sulle ovaie umane) a guardare attraverso le sue magiche lenti.
Molto colpito da ciò che vide, Reigner riferì alla Royal Society
di Londra di cui era membro e questo fu il primo contatto di Leeuwenhoek con la scienza ufficiale: da quel momento le relazioni e i disegni vennero regolarmente spediti in Inghilterra.
Come già detto, Leeuwenhoek era molto curioso e non si accontentava di osservare zampe d’insetti con il suo microscopio. Un giorno decise di osservare una goccia di acqua piovana raccolta con un pluviometro artigianale. Quello che vide fu l’inizio di una nuova storia, quella degli esseri dell’invisibile descritti dallo scienziato in questo modo piuttosto prosaico:
“Questi piccoli animali sono mille volte più piccoli dell’occhio di un pidocchio adulto.”
Leeuwenhoek cercò anche di capire da dove provenissero quegli animaletti e, per farlo, mise in atto una serie di osservazioni . Per il suo primo, esperimento aveva utilizzato acqua piovana rimasta un certo periodo nel pluviometro. Fece perciò osservazioni meticolose sull’acqua piovana fresca e non trovandovi nulla, escluse che gli invisibili intrusi arrivassero dal cielo. Lasciò poi l’acqua in un recipiente aperto, facendo analisi successive finché non rilevò la presenza degli animaletti arrivati nell’ acqua con polvere e filamenti.
Scoprì poi che gli animaletti erano ovunque e ne trovò a migliaia su un granello di pepe che aveva analizzato per capire se il piccante fosse dovuto a piccoli pungiglioni sulla superficie dei grani. Non trovò pungiglioni ma batteri .. animaletti a volontà. Riferì allora alla Royal Society.
Gli scienziati , quelli veri, non furono disposti ad accettare le conclusioni di Leeuwenhoek. Per la scienza ufficiale le creature più piccole di questo pianeta erano i vermi del formaggio e chiesero quindi a Leeuwenhoek di provare le sue osservazioni.
Come risposta Leeuwenhoek mandò loro l’analisi dettagliata del metodo che aveva seguito per ottenere quei risultati, senza però svelare il segreto delle sue lenti. La Royal Society incaricò di verificare i risultati Robert Hooke e Nekemia Grew.
Il 15 novembre 1677 Hooke con il suo miglior microscopo e un granello di pepe si presentò al congresso e le osservazioni, fatte in quella sede, confermarono quanto detto da Leeuwenhoek. che fu immediatamente nominato membro onorario della Royal Society. Ora che gli animaletti invisibili erano ufficiali, Leeuwenhoek li ricercò ovunque con le sue implacabili lenti e questo lo portò tra le altre cose, alla scoperta della circolazione del
sangue in una coda di pesce e visto che osservava tutto , ma proprio tutto, alla scoperta degli spermatozoi.Dalla lettura della sua biografia (Paul de Kruif-Cacciatori di microbi) sono certa che Leeuwenhoek sarebbe potuto diventare l’ idolo dei dentisti e ottimo testimonial della detartrasi e igiene orale. Sentite qui:
“Ho adesso cinquant’anni e i miei denti si sono mantenuti straordinariamente bene perché io soglio strofinarli ben bene con sale , poi con una penna d’oca ripulisco accuratamente i denti grossi ed infine li strofino con una pezzuola”
Nonostante le cure, però, si accorse che permanevano tra i denti, rimasugli di una sostanza bianca.
Che cosa fece? Ne prese una piccola quantità, la stemperò in acqua e la esaminò al microscopio scoprendo il variegato zoo in miniatura che popolava la sua bocca. Sempre a caccia di emozioni forti, esaminò poi i residui di un robusto contadino che affermava
orgogliosamente di non aver mai lavato i denti in vita sua, ricavando un insieme incredibile di “animaletti”di tutte la specie.Scoprì anche che, bevendo il caffè bollente da lui utilizzato come cura per tutti i mali, diminuiva drasticamente il numero di abitanti della sua bocca. Concluse quindi, dopo diversi esperimenti, che il calore distrugge gli “animalcula infusori” ( così li definì nel 1765 il Wrisberg, I batteri verranno solo molto più tardi definiti così ossia : bacterion bastoncino, infusori dritti e inflessibili quasi a forma di bastone)
Leeuwenhoek morì nel 1723. Stranamente non collegò mai la presenza di queste creature
microscopiche a malattie di alcun genere; si limitò ad osservarne le incredibili forme e a scoprili in habitat diversi, ma anche così, questo commerciante di stoffe e scienziato dilettante, diede un importante contributo a quella affascinante costruzione, che doveva essere la microbiologia.La scoperta dell’invisibile fu preziosa per cercare risposte ad un quesito, molto in voga a metà del ‘700:
possono gli esseri viventi prodursi per generazione spontanea, oppure ogni essere vivente deve avere un progenitore?
Incredibile, ma la maggioranza, anche illustri scienziati, propendeva per la generazione spontanea! Eppure, già a metà del ‘600, gli studi di Francesco Redi avrebbero dovuto dare un duro colpo a questa teoria. Egli infatti dichiarò, dopo aver compiuto una serie di esperimenti, che sigillando ermeticamente pezzi di carne o pesci morti,
Non ho mai veduto nascere un baco, ancorché siano trascorsi molti mesi dal giorno che in essi quei cadaveri furono serrati
Ma nel 1750 J. T. Needham, relazionò di un suo esperimento (Nouvelles observations microscopiques) , in cui raccontava come, dopo aver fatto del brodo di montone, l’avesse rinchiuso ancora bollente in una bottiglia sigillata con un turacciolo. Esaminato poi il brodo dopo qualche giorno, l’aveva trovato pieno di uno sciame di animaletti.
Concludeva quindi:
“Qui abbiamo un’esperienza che dimostra che la vita può essere spontaneamente prodotta dalla sostanza morta.”
Uno scienziato italiano Lazzaro Spallanzani ( cugino di Laura Bassi dalla quale prendeva lezioni di matematica) confutò le conclusioni di Needham, con una serie di esperimenti, Non fu però facilel perché Nedham aveva trovato appoggio da parte dell’illustrissimo e quotatissimo naturalista francese Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon ! Spallanzani comunque vinse la disputa, ma le idee balzane sono difficili da estirpare e spesso ritornano!Proseguendo in questa breve storia dei primi cacciatori di microbi, mi piace pensare che
padre della microbiologia sia Agostino Bassi, Italiano, nato esattamente 140 anni fa.Egli scoprì nel 1835 che la malattia del baco da seta chiamata anche mal del segno o del calcino o moscardino era dovuta ad un fungo trasmissibile da malato a sano, dimostrando per la prima volta che una determinata malattia era dovuta a un parassita ben identificato. Arrivò a questa scoperta prima di Koch e di Pasteur, ma quanti lo ricordano?
“ e come il continente scoperto da Colombo prese poi il nome da Amerigo Vespucci, così il mondo che Bassi ha fatto intravedere ai suoi simili è considerato proprietà di tanti meno che sua “ U. di Alchelburg
E fu così che nell’esplorazione di quella terra di confine fra biologia e chimica, irruppe Pasteur, chimico.
continua …