Tutti i genitori vogliono fare il possibile per salvaguardare al meglio la salute dei propri figli. Per questo, sempre più mamme e papà optano per la conservazione del cordone ombelicale in una biobanca specializzata. Questo gesto infatti rappresenta per loro una sorta di “polizza di assicurazione” per poter fronteggiare in futuro eventuali gravi malattie del bambino. Recentemente è stata ribadita dai medici la totale compatibilità tra la conservazione del cordone ombelicale e il taglio ritardato del cordone.
Dopo il parto e dopo il taglio del cordone, il sangue che rimane nel cordone ombelicale può infatti essere raccolto e, dopo avere effettuato le opportune analisi sul campione, conservato. Dal sangue vengono prelevate le cellule staminali, che – rese immediatamente disponibili dalla biobanca in caso di necessità – possono essere utilizzate per il trattamento di alcune malattie. Accanto a questa pratica esiste anche quella del taglio ritardato del cordone, nella quale il medico attende tra i 30 e i 60 secondi dopo la nascita del bambino prima di tagliare appunto il cordone. Secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), questa brevissima attesa incrementa il volume del sangue e aiuta a prevenire l’anemia del bambino.
Se anche i genitori decidono di attuare il clampaggio ritardato, questa scelta non interferisce in nessun modo sulla possibilità di conservare il sangue del cordone ombelicale. Mentre un numero sempre crescente di genitori in attesa ha ricevuto informazioni corrette sulla possibilità di effettuare il taglio ritardato del cordone ombelicale del nascituro, esiste ancora una disinformazione diffusa in merito al fatto che non occorre scegliere tra esso e la conservazione del sangue cordonale. Entrambe queste operazioni, infatti, possono essere molto importanti per i genitori e per il loro bambino e non sono incompatibili tra di loro.
Fonte: Yahoo
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