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La Corte di Cassazione apre alle adozioni da parte dei single

Da Iljester

La Corte di Cassazione apre alle adozioni da parte dei singleIn verità, più che una vera e propria sentenza con la quale viene aperto uno spiraglio giuridico alle adozioni di bimbi da parte dei single, è un suggerimento sull’opportunità – secondo la Corte – di apportare modifiche normative che prevedano questa possibilità. Allo stato infatti, nemmeno il giudice può correggere il dato normativo e introdurre un istituto – quello dell’adozione da parte di persone non sposate – che solo la legge può prevedere. È però chiaro che oggi, a determinate condizioni, questa possibilità già sussiste, ma non è certamente una procedimento per così dire normale, quanto piuttosto eccezionale.
Ma andiamo a vedere che hanno detto gli Ermellini. Nella sentenza 3572 hanno asserito che i tempi sono maturi perché il legislatore possa «provvedere nel concorso di particolari circostanze, ad un ampliamento dell’ambito di ammissibilità dell’adozione di minore da parte di una singola persona anche con gli effetti dell’adozione legittimante». Una possibilità, sottolinea ancora la Cassazione, che non va contro la Convenzione di Strasburgo sui fanciulli siglata nel 1967.
Una sentenza che sicuramente fa discutere e farà discutere, visto i pro e i contro. C’è infatti chi ritiene che l’adozione debba sempre e comunque essere concessa a una coppia di genitori, e c’è invece chi ritiene che anche i single non dovrebbero essere esclusi da questo diritto, soprattutto davanti a milioni di bimbi abbandonati che sono fuori dal circuito adottivo.
In verità, personalmente ritengo che una scelta legislativa che vada a favore delle adozioni dei singoli, non sia una scelta davvero opportuna in linea generale. Credo infatti che il preminente interesse dei bambini debba essere garantito attraverso la possibilità di un’adozione il più possibile all’interno di un nucleo famigliare naturale, perché solo all’interno di un nucleo famigliare naturale il bimbo può crescere e maturare in modo equilibrato. Però è altrettanto chiaro che questo non significa non dover stabilire le dovute eccezioni, ma è indubbio che queste eccezioni poi non potranno essere utilizzate per aggirare la legge e garantire così le adozioni da parte di persone omosessuali. Perché va da sé che nel momento in cui fosse ammessa l’adozione da parte di singoli genitori, il passo verso le adozioni omosessuali sarebbe praticamente cancellato.
Concordo con la Chiesa quando afferma che è nell’interesse preminente del bambino che le figure genitoriali siano due e siano naturalmente maschio e femmina. Altre forme di famiglia non hanno né senso né cittadinanza in una società sana e informata al diritto naturale positivo. La legge al massimo può prevedere – come ho scritto – alcune debite eccezioni: per esempio, quando il rapporto tra il singolo e il bambino, per le vicissitudini personali del bimbo, è già consolidato e il bambino dimostra un forte legame affettivo con la persona, tale che dividere il bambino dalla predetta persona potrebbe danneggiare l’interesse del fanciullo. Oppure quando non vi sono coppie naturali disponibili e il bambino necessita di un’adozione urgente. Insomma, ogni qual volta la regola generale non possa e deve essere applicata per ragioni di carattere umanitario, e sempre nel preminente interesse del bambino. Ma quando non sussistono ragioni oggettive per applicare l’eccezione, deve valere la regola generale: i bimbi devono essere adottati da coppie di genitori.


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