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La crescita di una disciplina e gli errori da evitare: il caso del rugby

Creato il 12 maggio 2012 da H2opolo @edoardo_osti
LA CRESCITA DI UNA DISCIPLINA E GLI ERRORI DA EVITARE: IL CASO DEL RUGBY
Pallanuoto, sport di nicchia. Come il basket, la Pallamano, il Rugby, il Volley.
Ognuno ha la propria nicchia, più o meno vasta.
Vi siete mai chiesti da cosa dipenda la grandezza di una nicchia? Dalla tradizione? Dai risultati? Dall'impatto dei media tradizionali (TV)?
Io comincio a convincermi che dipenda anche dal ... contenitore, ovvero dall'impianto stesso in cui si gioca!
E' probabilmente meno difficile di quanto si creda portare 70.000 persone a San Siro a vedere gli All Blacks contro la nazionale italiana di rugby. Solo che l'evento mediatico costruito apposta genera un fraintendimento pericolosissimo.
Ipotizziamo che che, forti di questo evento mediatico diverse società riescano a chiudere contratti di sponsorizzazione pesanti con aziende anch'esse abbagliate dalla tv.
I budget si allargano, perchè a questo punto diversi giocatori sono contesi a colpi di cifre più alte.
per un anno la cosa va avanti fino a che non arriva la ferale notizia che la media spettatori nel massimo campionato di rugby si aggira atorno a ... 663 paganti per gara.
Si, avete letto bene, 663, seicento. (leggi QUI, dove troverete valori addirittura più bassi e QUI, dove troverete una media più alta, che si ridimensiona fino a 663 togliendo Padova e Rovigo, piazze di forte impatto ovale).
LA CRESCITA DI UNA DISCIPLINA E GLI ERRORI DA EVITARE: IL CASO DEL RUGBY
Che cosa è successo? Innanzitutto che l'evento mediatico ha richiamato si 70.000 persone, ma solo il 5% è per così dire ... rugby-tossico dipendente. Il restante 95% è un consumatore occasionale, ed evidentemente non è bastato l'evento in sè a fidelizzarlo.
Di conseguenza l'anno successivo gli sponsor sciolgono i contratti con società che si ritrovano costi più alti e un rilevante introito mancante.
E' vero, il 6 Nazioni genera un aumento di praticanti, di cui però si verrà a conoscenza, in qualità di protagonisti o semplici apassionati e quindi tifosi allo stadio, solo tra 10 anni, non l'indomani di Italia-All Blacks.
Questo è a mio avviso il grande punto debole della strategia comunicativa della FIR: l'aver ha cercato di far leva sull'immagine più che sul territorio, ottenendo un risultato splendido ed effimero, senza puntare su un più lento ed equilibrato sviluppo geografico.
La riprova? gli "AIRONI", abbandonata la massima serie italiana per partecipare alla Celtic League (la Lega Adriatica del Rugby, più o meno), si sono visti revocare la licenza. Stessa sorte sta rischiando la storica società dell'Aquila. per tacer di Roma, già da tempo passata a miglior vita.
Confrontiamo spesso le nostre sorti con quelle del Rugby; spero che dopo aver letto queste poche righe non venga in mente a nessuno di fare un ottuso copia incolla di ciò che appare ma che nella realtà è tutt'altra cosa.
Per saperne di più sul dibattito Rugby-Pallanuoto vai su
http://www.waterpolodevelopmentworld.com/?p=72323
e
http://www.waterpolodevelopmentworld.com/?p=72642
Attendo vostre considerazioni e commenti (meglio se dopo aver effetuato l'iscrizione: sarebbe molto bello creare una comunità attiva e propositiva, no?)
Edoardo Osti
http://www.facebook.com/SpreadingWaterpolo

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