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La crisi tra o.k. e k.o.

Creato il 16 febbraio 2015 da Prosumer

ok ko

Ok dice tutto bene, Ko mostra il colpo che manda al tappeto. In mezzo gli Agenti Economici e lo stato del loro fare

Il Baltic Dry Index tracolla. L’indice dei costi delle spedizioni di navi cargo che trasportano materie prime tocca i minimi degli ultimi 30 anni, a 608 punti. Meno merci in giro insomma: Ko per le Imprese.

Davide Mazzocco racconta di un’offerta di lavoro che sta facendo discutere la Spagna: una panetteria di Jerez de la Frontera che offre ai candidati un contratto da 500 euro al mese per lavorare senza sosta e senza diritto alle vacanze. Si prevede pure una decurtazione dello stipendio qualora non si venda tutto il pane prodotto in giornata.
Google sfida Huber con l’Auto-Robot che si chiama con lo smartphone: ancor meno conducenti a lavoro di quelli già tagliati da Uber tra i tassisti. Ko per chi lavora.
Office Depot e Staples, secondo quanto riporta il “Wall Street Journal” le due catene di negozi specializzati in articoli per ufficio sarebbero in trattative di fusione: Ok per la produttività dell’impresa fatta uno; Ko per molti, che quando “quelle” erano due, lavoravano.

Lo stima l’Adoc: ogni anno una famiglia, in media, spreca il 6% della propria spesa alimentare pari a circa 330 euro l’anno. Ko per le Imprese, quasi Ok per i consumatori che prima della crisi buttavano il 30% di quella spesa.

L’Istat rileva che il 25,8% dei redditi individuali sta al di sotto dei 10.001 euro: un Ko della spesa per quella non fatta a debito.

Rossana Prezioso se ne accorge e dice: il mondo continua a navigare su un oceano di debito: dal 2008 ad oggi sono stati aggiunti oltre 57 mila miliardi, cosa che porta il totale a 200 mila miliardi: oltre il 286% del Pil mondiale. Siamo al Ko, per chi vende e per chi acquista.

Maxi licenziamenti in Siemens. Confermando le indiscrezioni stampa, il colosso tedesco ha annunciato che taglierà 7.800 posti di lavoro nel mondo. In una nota stampa Siemens ha precisato che questa azione dovrebbe portare risparmi pari a un miliardo di euro entro la fine del 2016. Ok per la produttività dell’impresa; Ko per chi vi lavoravano.

L’Istat rileva che nel 2013 una famiglia su due si fa bastare 1.500 euro a mese. Neopauperisti? Macchè. Gente invece che affrancata dal bisogno può tagliare la spesa.

Per loro quasi Ok, Ko per le Imprese.

Fiuuuuuu, gramo il tempo dove si mostrano questi repentini passaggi di stato dalle stelle alle stalle.

Eppur la grammatica economica conosce il punto di equilibrio per far tornare a passeggiare tutti quei tizi sui sentieri della crescita.

Già, quando quelli della spesa hanno la disponibilità economica per acquistare quanto viene prodotto il meccanismo economico risulta in equilibrio, vieppiù gira e genera ricchezza: tutto okkei per chi produce, chi lavora e chi consuma, altro che kappaò!

Mauro Artibani

http://www.alibertieditore.it/?pubblicazione=la-domanda-comanda-verso-il-capitalismo-dei-consumatori-ben-oltre-la-crisi.



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