Magazine Astronomia

La Croce del Nord compie 50 anni

Creato il 02 ottobre 2014 da Media Inaf

04.10.2014, ore 16:00

 

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Sabato 4 ottobre 2014, dalle ore 11 alle 18 presso il Centro Visite “M. Ceccarelli” di Medicina nei pressi di Bologna, saranno festeggiati i cinquant’anni del radiotelescopio Croce del Nord dell’Università di Bologna. Lo strumento, inaugurato nell’ottobre del 1964, ha rappresentato la nascita della radioastronomia italiana e ha contribuito al progresso delle conoscenze sull’Universo e all’acquisizione di nuove competenze tecnologiche.

L’iniziativa, gratuita e rivolta al pubblico di ogni età, sarà l’occasione per parlare in generale di rivoluzioni in ambito scientifico e tecnologico, con conferenze sul tema e la mostra “Il progresso visibile”: esempi di tecnologie che hanno rappresentato l’avanguardia nei primi anni di sviluppo della radioastronomia e dei loro corrispondenti odierni, utilizzati anche a livello amatoriale e reperibili abbastanza facilmente su normali mercati.

Durante la manifestazione sono previsti gli interventi di Stelio Montebugnoli (Ingegnere, storico responsabile della Stazione Radioastronomica di Medicina), Pietro Greco e Lorenzo Pinna (giornalisti scientifici).

Per l’occasione, anche il Centro Visite “M.Ceccarelli” si fa nuovo. Il 4 ottobre sarà presentato a pubblico e istituzioni il nuovo allestimento: una nuova grafica, una mostra divisa in quattro aree tematiche, nuovi exhibit interattivi e postazioni multimediali.

Nell’arco della giornata sarà possibile effettuare visite guidate alla Croce del Nord, assistere agli spettacoli del planetario e alle proiezioni di cortometraggi 3D sulla radioastronomia, sperimentare strumentazioni radio e ottiche amatoriali e, per i più piccoli, partecipare a laboratori didattici presso l’Aia Cavicchio.

Nel nuovo filmato “Come funziona: la radioastronomia”, realizzato con tecniche stereoscopiche, si può seguire il viaggio delle onde radio che, dopo aver percorso anche miliardi di anni luce, attraversano quasi indisturbate l’atmosfera e raggiungono i radiotelescopi, i quali le raccolgono riflettendole e concentrandole grazie alle loro enormi superfici di metallo.

Sfruttando il realismo consentito dalle immagini in 3D, è possibile vedere quasi dal vivo gli strumenti dedicati alla ricezione del segnale, scoprire le diverse procedure che portano le onde radio a essere prima convertite in un segnale elettrico, poi amplificate, poi ancora trasformate in un segnale digitale che può essere analizzato da un computer.

Riprese reali e animazioni virtuali permettono di scoprire il funzionamento dei vari componenti elettronici del sistema di ricezione, elementi fondamentali per le prestazioni del radiotelescopio che richiedono soluzioni tecnologiche all’avanguardia, spesso espressamente progettate e costruite per la ricerca radioastronomica.

Viene poi illustrata la fase di analisi dei dati e quindi il lavoro tipicamente condotto dagli astronomi per quantificare e interpretare le informazioni in essi contenuti, finalizzando il tutto con la pubblicazione di un articolo scientifico che, dopo essere stato vagliato tramite peer-reviewing, diventa disponibile per la comunità internazionale.

Il cortometraggio “Come funziona: la radioastronomia” è stato realizzato nell’ambito del progetto INAF “Astronomia e Società, tra tradizione e innovazione tecnologica” finanziato dal MIUR a seguito del bando 2012 ex Legge n. 6/2000 e sarà visibile da ottobre, in seguito all’inaugurazione del nuovo allestimento, presso il Centro Visite “M. Ceccarelli”.

Dal mercoledì primo ottobre a sabato sera, nell’ambito del Robot Festival uno dei più importanti festival di musica elettronica e arte contemporanea in Europa in svolgimento a Bologna, l’installazione Shooting Stars. L’opera è a cura di Federica Patti e Marcella Loconte, in collaborazione con il Radiotelescopio di Medicina al Palazzo Re Enzo, in Piazza Nettuno, a Bologna. É la trasmissione in streaming di quanto ci permette di sentire il Radiotelescopio di Medicina, così che le persone passeggiando durante il giorno o di sera sentendo quei sibili si ricordino dove siamo, che sopra di noi sta il cielo e l’universo.

Fonte: Media INAF | Scritto da Stefania Varano


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