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La Croce e l’ipocrisia dei cattolici in sonno

Creato il 21 maggio 2015 da Alessandro Zorco @alessandrozorco
La Croce e l’ipocrisia dei cattolici in sonno

Nei giorni scorsi Mario Adinolfi ha annunciato su Facebook la chiusura dell'edizione cartacea del quotidiano La Croce che ora circolerà solo in versione online. La notizia ha suscitato molta soddisfazione nei detrattori dell'ex parlamentare del Pd, i jesuischarlie liberali con chi ha idee corrispondenti alle loro ma intolleranti a chi la pensa diversamente. Ma se dell'ipocrisia di chi usa ad intermittenza i concetti di libertà e pluralismo dell'informazione si è già detto tanto, è utile parlare anche dell'ipocrisia dei cattolici ad intermittenza. Quelli che si lavano la coscienza andando a Messa la domenica o confessandosi una volta all'anno ma che nel resto dei giorni accettano con un silenzio complice la nostra società del compromesso e si guardano bene dal far sentire le loro voce.

La Croce e l’ipocrisia dei cattolici in sonno

Avendo seguito l'evoluzione della vicenda della Croce credo che Adinolfi non debba temere tanto i pesanti insulti dei suoi detrattori quanto il silenzio altrettanto pesante dei sedicenti cattolici per i quali oggi è conveniente accettare passivamente il pensiero dominante. Quelli che non si espongono mai perché esporsi è troppo rischioso. Quelli che vivono l'appartenenza alla comunità ecclesiale non come un impegno ma come un mezzo per ottenere qualche privilegio. Insomma quelli che, in perfetto stile democristiano, non scelgono mai da che parte stare e mantengono una posizione ambigua valida per tutte le occasioni.

La Croce, con le sue idee che possono e devono essere discusse in piena libertà, ha invece preso da subito una posizione molto netta. Una posizione che mette in discussione non tanto chi ha idee diverse e ne è convinto, ma soprattutto i doppiogiochisti che utilizzano l'etichetta di cattolici solo per tutelare i loro orticelli. Quelli che servono due padroni. Quelli che, come facevano le grandi banche internazionali in tempo di guerra, danno sempre credito sia ad una parte che all'altra. Sapendo che in questo modo avranno un ritorno economico in ogni caso, chiunque sia il vincitore.

Ma dove sono i cattolici, si chiede in un interessante editoriale Fabio Torriero, direttore del quotidiano indipendente IntelligoNews. E cosa riescono a comunicare oggi i cattolici con quel loro modo che - spiega efficacemente Torriero - varia tra l'astrazione, il buonismo e l'omelia?

La Croce e l’ipocrisia dei cattolici in sonno

La Chiesa non ha bisogno di cattolici che fanno omelie mielose e si sostituiscono ai sacerdoti. Così come non ha bisogno di cattolici in sonno che professano i valori cristiani a corrente alternata solo quando gli conviene. Ha bisogno di persone che vivono concretamente ciò in cui credono anche se comporta rinunce e scelte coraggiose. Ha bisogno di cattolici che non hanno paura della verità.

Il grande problema dei cattolici, oltre quelli dell'individualismo, dell'ignavia e dell'ipocrisia diffusa, è oggi soprattutto la difficoltà di comunicare in maniera efficace che esiste anche una Chiesa fatta di persone che ogni giorno e con molta fatica si impegnano per provare ad essere coerenti. Che non hanno paura di dire le cose come stanno. Senza ipocrisie. Senza nascondere il fatto che oggi nella Chiesa Cattolica ci sono problemi grossi come montagne, come dimostra anche quanto sta avvenendo in queste settimane nella Diocesi di Cagliari.

Ecco perché se chiudesse un giornale come La Croce, in un panorama editoriale asfittico e monocorde dominato dalle grandi lobby del pensiero, sarebbe veramente una sconfitta per la democrazia e il pluralismo dell'informazione. Perchè si spegnerebbe una voce davvero fuori dal coro. E sarebbe una sconfitta anche per chi, in modo irresponsabile, oggi esulta per la chiusura di un giornale scomodo e fa i caroselli per strada come certi sassaresi festosi per la retrocessione del Cagliari in serie B.

Una testata come La Croce non nasce per cercare un ritorno economico, nasce per esprimere opinioni controcorrente. Non ci voleva molto per prevedere che, oltre alle difficoltà di un mercato editoriale in crisi nera, il giornale di Adinolfi trovasse sulla sua strada tante persone incapaci di rispondere con la dialettica e senza insulti ai profondi interrogativi etici che sta ponendo. Ma c'era forse un'altra strada? Gesù Cristo, colui che i cattolici dicono di voler seguire, è forse venuto al mondo per fare una passeggiata? Oppure è stato messo in croce proprio da chi non sopportava l'idea di verità e amore di cui era portatore?


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